Il lavoro si fonda sull’indagine in situ dell’edilizia, supportata da quella archivistica - con risultati, talvolta, molto soddisfacenti, come nel caso del complesso domenicano - giungendo al riconoscimento dei valori corali che contraddistinguono il patrimonio architettonico. In dettaglio, la prima parte dello studio è dedicata all’analisi del patrimonio edilizio di Maiori, al fine di pervenire ad una ricostruzione di massima delle dinamiche che investirono la cittadina tra Sei e Settecento, nonché di individuare caratteri e contenuti dell’architettura locale. L’indagine si è estesa anche all’attigua Minori, considerate le affinità, tanto storiche, quanto urbanistiche, che legano le due realtà. Da essa è emersa la ricchezza di stratificazioni, di elevato significato culturale, che contraddistinguono le fabbriche tradizionali maioresi e minoresi e, tra esse, l’eccezionalità del complesso domenicano del SS. Rosario, raro episodio di fondazione seicentesca, che conserva tuttora ricche vestigia dell’originaria consistenza. Degne di particolare menzione sono pure le chiese di S. Martino a Vecite e S. Gennaro a Villamena, in cui, più che nelle altre, si rinvengono interessanti persistenze barocche, sovrapposte ad impianti medievali. Nello specifico, il lavoro si fonda sulla conoscenza diretta dell’edilizia, supportata da quella archivistica - con risultati, talvolta, molto soddisfacenti, come nel caso del citato complesso domenicano - giungendo al riconoscimento dei valori corali che contraddistinguono il patrimonio architettonico. Ciò partendo dalla convinzione che la sua concreta salvaguardia possa essere assicurata solo partendo da un capillare censimento dello stesso, registrandone l’effettiva consistenza e le specifiche connotazioni.

L’architettura religiosa a Maiori tra XVII e XVIII secolo ed il complesso domenicano del SS. Rosario

GIANNATTASIO, CATERINA
2003-01-01

Abstract

Il lavoro si fonda sull’indagine in situ dell’edilizia, supportata da quella archivistica - con risultati, talvolta, molto soddisfacenti, come nel caso del complesso domenicano - giungendo al riconoscimento dei valori corali che contraddistinguono il patrimonio architettonico. In dettaglio, la prima parte dello studio è dedicata all’analisi del patrimonio edilizio di Maiori, al fine di pervenire ad una ricostruzione di massima delle dinamiche che investirono la cittadina tra Sei e Settecento, nonché di individuare caratteri e contenuti dell’architettura locale. L’indagine si è estesa anche all’attigua Minori, considerate le affinità, tanto storiche, quanto urbanistiche, che legano le due realtà. Da essa è emersa la ricchezza di stratificazioni, di elevato significato culturale, che contraddistinguono le fabbriche tradizionali maioresi e minoresi e, tra esse, l’eccezionalità del complesso domenicano del SS. Rosario, raro episodio di fondazione seicentesca, che conserva tuttora ricche vestigia dell’originaria consistenza. Degne di particolare menzione sono pure le chiese di S. Martino a Vecite e S. Gennaro a Villamena, in cui, più che nelle altre, si rinvengono interessanti persistenze barocche, sovrapposte ad impianti medievali. Nello specifico, il lavoro si fonda sulla conoscenza diretta dell’edilizia, supportata da quella archivistica - con risultati, talvolta, molto soddisfacenti, come nel caso del citato complesso domenicano - giungendo al riconoscimento dei valori corali che contraddistinguono il patrimonio architettonico. Ciò partendo dalla convinzione che la sua concreta salvaguardia possa essere assicurata solo partendo da un capillare censimento dello stesso, registrandone l’effettiva consistenza e le specifiche connotazioni.
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