Nelle realtà socio-economiche dei paesi occidentali il sapere e le conoscenze scientifiche rivestono un ruolo centrale nella produzione di beni materiali e immateriali, diventano esse stesse una forza produttiva, l’unica capace di produrre valore e vantaggi competitivi durevoli per la Knowledge society. Investire in formazione e qualificazione delle risorse umane, in capitale umano, diventa quindi l’obiettivo strategico per i paesi che non vogliono subire la globalizzazione, ma governarla. Anche l’Unione Europea, dentro questo quadro teorico, si era prefissata l’obiettivo strategico (per il 2001-2010) di “diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo” e l’ha confermato con il Programma Europa 2020. E’ in tale contesto che assume una rilevanza significativa lo sforzo di investimento in formazione delle regioni meridionali italiane più svantaggiate, come il programma Master&Back promosso nell’ultimo decennio dalla Regione Autonoma della Sardegna, per ispessire il capitale umano dei suoi giovani laureati attraverso esperienze di alta qualificazione al di fuori dell’Isola ai fini di un successivo inserimento nel mercato del lavoro locale una volta specializzati. Il volume è un’attenta analisi dei meccanismi di una politica che ha guardato solo al lato dell’offerta della forza lavoro, del suo impatto sui livelli di occupazione e dei suoi effetti perversi, come il massiccio brain drain verificatosi alla fine dell’esperienza in seguito a un processo di mismatch con un tessuto produttivo inadeguato e impreparato ad accogliere personale altamente qualificato, o un notevole brain waste, ovvero una sottoutilizzazione delle risorse stesse.

Politiche per l'alta formazione e brain drain

ZURRU, MARCO LUCIANO
2016-01-01

Abstract

Nelle realtà socio-economiche dei paesi occidentali il sapere e le conoscenze scientifiche rivestono un ruolo centrale nella produzione di beni materiali e immateriali, diventano esse stesse una forza produttiva, l’unica capace di produrre valore e vantaggi competitivi durevoli per la Knowledge society. Investire in formazione e qualificazione delle risorse umane, in capitale umano, diventa quindi l’obiettivo strategico per i paesi che non vogliono subire la globalizzazione, ma governarla. Anche l’Unione Europea, dentro questo quadro teorico, si era prefissata l’obiettivo strategico (per il 2001-2010) di “diventare l’economia basata sulla conoscenza più competitiva e dinamica del mondo” e l’ha confermato con il Programma Europa 2020. E’ in tale contesto che assume una rilevanza significativa lo sforzo di investimento in formazione delle regioni meridionali italiane più svantaggiate, come il programma Master&Back promosso nell’ultimo decennio dalla Regione Autonoma della Sardegna, per ispessire il capitale umano dei suoi giovani laureati attraverso esperienze di alta qualificazione al di fuori dell’Isola ai fini di un successivo inserimento nel mercato del lavoro locale una volta specializzati. Il volume è un’attenta analisi dei meccanismi di una politica che ha guardato solo al lato dell’offerta della forza lavoro, del suo impatto sui livelli di occupazione e dei suoi effetti perversi, come il massiccio brain drain verificatosi alla fine dell’esperienza in seguito a un processo di mismatch con un tessuto produttivo inadeguato e impreparato ad accogliere personale altamente qualificato, o un notevole brain waste, ovvero una sottoutilizzazione delle risorse stesse.
2016
978-88-230-2022-1
Capitale umano, brain drain, migrazioni qualificate, sviluppo socio economico
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