Il contributo esamina le preesistenze archeologiche della cattedrale di Santa Giusta, una delle più importanti chiese romaniche in Sardegna, costruita tra la fine del Mille e gli inizi del secolo successivo. I risultati di scavi archeologici e le informazioni derivanti da interventi di restauro dell’edificio o di sistemazione dell’area circostante permettono di evidenziare quali possano essere state le trasformazioni subite dal sito della cattedrale: dalla possibile presenza di una stazione preistorica, alle testimonianze di età fenicio-punica e romana, da porre in relazione con la nascita e le trasformazioni della città di Othoca. A tale centro va riferita una tradizione agiografica, in cui si parla dell’esistenza di una città, patria delle sante Giusta, Giustina ed Enedina che, a causa dell’empietà dei suoi abitanti, venne sommersa dalle acque del vicino stagno. Vari indizi consentono di ipotizzare che potesse esistere nel sito, se non un vero martyrium con le reliquie delle tre sante almeno un luogo che conservasse il ricordo della vita virtuosa delle tre giovani, al quale ricollegare elementi di spoglio attribuibili ad età altomedievale.

Le preesistenze nell’area della cattedrale

PINNA, FABIO CALOGERO
2010-01-01

Abstract

Il contributo esamina le preesistenze archeologiche della cattedrale di Santa Giusta, una delle più importanti chiese romaniche in Sardegna, costruita tra la fine del Mille e gli inizi del secolo successivo. I risultati di scavi archeologici e le informazioni derivanti da interventi di restauro dell’edificio o di sistemazione dell’area circostante permettono di evidenziare quali possano essere state le trasformazioni subite dal sito della cattedrale: dalla possibile presenza di una stazione preistorica, alle testimonianze di età fenicio-punica e romana, da porre in relazione con la nascita e le trasformazioni della città di Othoca. A tale centro va riferita una tradizione agiografica, in cui si parla dell’esistenza di una città, patria delle sante Giusta, Giustina ed Enedina che, a causa dell’empietà dei suoi abitanti, venne sommersa dalle acque del vicino stagno. Vari indizi consentono di ipotizzare che potesse esistere nel sito, se non un vero martyrium con le reliquie delle tre sante almeno un luogo che conservasse il ricordo della vita virtuosa delle tre giovani, al quale ricollegare elementi di spoglio attribuibili ad età altomedievale.
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