Il saggio offre un’ampia riflessione sulla varietà delle espressioni musicali della paraliturgia e della devozione cristiana praticate oggi in Italia. Più che sugli aspetti tecnico-formali e sulla distribuzione regionale, la trattazione intende focalizzare l’elaborazione dei significati condivisi associata alle diverse pratiche esecutive. In particolare si evidenzia come l'espressione musicale non si limiti a riempire uno spazio sonoro ma indirizza e qualifica il sentimento religioso, agendo sul lato emozionale e determinando intense esperienze di partecipazione collettiva. Connotato essenziale della solennità essa è tanto più abbondante quanto più elaborato è l'atto di culto, sulla base di un principio tipico del cristianesimo secondo cui il divino è più magnificato quanto più ricco e maestoso è l'omaggio nei suoi confronti. Allo stesso tempo, l'esperienza musicale costituisce una precisa rappresentazione di specifiche identità culturali: risultato di azioni collettive, essa scaturisce da dispositivi di produzione sonora che rendono evidenti i ruoli sociali all'interno della comunità e lo stato delle relazioni interpersonali fra i partecipanti. Dopo aver evidenziato il ritardo negli studi su questo specifico ambito della ricerca ed aver presentato alcuni dei lavori più significativi, nella seconda parte il saggio analizza l’atteggiamento della Chiesa sulla questione, proponendone un excursus storico a partire dal Concilio di Trento, punto di partenza di profondi processi di acculturazione popolare mediante la riforma e la capillare diffusione dell’istituto confraternale. Mentre le varie direttive ecclesiastiche sottolineano con forza il valore della musica come strumento di valido apostolato e di devozione spirituale, nessun chiaro pronunciamento “ufficiale” nel corso del tempo si ritrova a proposito dei repertori della tradizione orale, se non un generico invito a reprimerne gli eventuali “eccessi volgari”. In conclusione viene poi evidenziato il valore di alcuni casi significativi di continuità storica di pratiche musicali paraliturgiche e devozionali trasmesse oralmente.

- Les manifestations musicales de la dévotion chrétienne en Italie

MACCHIARELLA, IGNAZIO
2005-01-01

Abstract

Il saggio offre un’ampia riflessione sulla varietà delle espressioni musicali della paraliturgia e della devozione cristiana praticate oggi in Italia. Più che sugli aspetti tecnico-formali e sulla distribuzione regionale, la trattazione intende focalizzare l’elaborazione dei significati condivisi associata alle diverse pratiche esecutive. In particolare si evidenzia come l'espressione musicale non si limiti a riempire uno spazio sonoro ma indirizza e qualifica il sentimento religioso, agendo sul lato emozionale e determinando intense esperienze di partecipazione collettiva. Connotato essenziale della solennità essa è tanto più abbondante quanto più elaborato è l'atto di culto, sulla base di un principio tipico del cristianesimo secondo cui il divino è più magnificato quanto più ricco e maestoso è l'omaggio nei suoi confronti. Allo stesso tempo, l'esperienza musicale costituisce una precisa rappresentazione di specifiche identità culturali: risultato di azioni collettive, essa scaturisce da dispositivi di produzione sonora che rendono evidenti i ruoli sociali all'interno della comunità e lo stato delle relazioni interpersonali fra i partecipanti. Dopo aver evidenziato il ritardo negli studi su questo specifico ambito della ricerca ed aver presentato alcuni dei lavori più significativi, nella seconda parte il saggio analizza l’atteggiamento della Chiesa sulla questione, proponendone un excursus storico a partire dal Concilio di Trento, punto di partenza di profondi processi di acculturazione popolare mediante la riforma e la capillare diffusione dell’istituto confraternale. Mentre le varie direttive ecclesiastiche sottolineano con forza il valore della musica come strumento di valido apostolato e di devozione spirituale, nessun chiaro pronunciamento “ufficiale” nel corso del tempo si ritrova a proposito dei repertori della tradizione orale, se non un generico invito a reprimerne gli eventuali “eccessi volgari”. In conclusione viene poi evidenziato il valore di alcuni casi significativi di continuità storica di pratiche musicali paraliturgiche e devozionali trasmesse oralmente.
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