Inquadramento del margine continentale Il margine continentale della Sardegna meridionale è caratterizzato da un sistema deposizionale sottomarino controllato dalla tettonica distensiva pliocenica e suddiviso in diversi bacini marginali (Wezel et alii, 1981), dove pervengono i contributi sedimentari dei vari segmenti di piattaforma continentale (Lecca et alii, 1998). La scarpata è incisa da un reticolo di valli sottomarine e numerosi canali tributari; il ciglio si trova alla profondità media di circa –125 m. per risalire a quote inferiori in corrispondenza dell’arretramento per erosione regressiva delle testate dei canyons (Ulzega et alii, 1986) mentre nella zona distale delle valli sottomarine si estendono corpi sedimentari a conoide batiale, al raccordo con la piana batiale sardo-algerina (Auzende et alii, 1974). In scarpata superiore sono riconoscibili le tracce di scivolamenti gravitativi e flussi torbiditici non canalizzati che danno luogo ad accumuli di base di pendio. L’assetto morfo-strutturale del margine è articolato da valli e sea-mounts isolati; sotto il profilo evolutivo sono distinguibili due stili differenti: sulla cima del monte sotto-marino di Su Banghittu si è conservata una piattaforma residuale, annegata da sedimentazione quasi essenzialmente carbonatico-bioclastica a seguito del suo isolamento dal sistema terrigeno (Lecca et alii, 1998) mentre i pendii dei rilievi strutturali (Monte Ichnusa, Su Banghittu e Horst del Sarrabus) vengono ricoperti da un drappo emipelagico e da torbiditi distali fini (Bouma et alii 1985). L’area di depocentro del bacino profondo è interessata da una sedimentazione in prevalenza torbiditica alternata a depositi emipelagici che evidenzia con l’aggradazione uno spesso complesso di channel-levee (Lecca et alii, 1998). In particolare il bacino di Cagliari costituisce la parte più interna del sistema sedimentario dell’intero margine, delimitato e controllato dai blocchi tettonici del margine continentale della Sardegna meridionale, in particolare dai movimenti dei blocchi sottomarini del Monte Ichnusa e di Su Banghittu (Fanucci et alii, 1976). Tali bacini marginali, chiudono a sud il Rift oligo-miocenico (Cherchi & Montadert, 1982), della Sardegna meridionale, riattivato durante il Pliocene-Quaternario da movimenti estensionali da correlare con l’apertura del Tirreno meridionale (Cherchi et alii, 1978).

Carta Geologica d'Italia F° 428 Arzachena

ORRU', PAOLO EMANUELE
2005-01-01

Abstract

Inquadramento del margine continentale Il margine continentale della Sardegna meridionale è caratterizzato da un sistema deposizionale sottomarino controllato dalla tettonica distensiva pliocenica e suddiviso in diversi bacini marginali (Wezel et alii, 1981), dove pervengono i contributi sedimentari dei vari segmenti di piattaforma continentale (Lecca et alii, 1998). La scarpata è incisa da un reticolo di valli sottomarine e numerosi canali tributari; il ciglio si trova alla profondità media di circa –125 m. per risalire a quote inferiori in corrispondenza dell’arretramento per erosione regressiva delle testate dei canyons (Ulzega et alii, 1986) mentre nella zona distale delle valli sottomarine si estendono corpi sedimentari a conoide batiale, al raccordo con la piana batiale sardo-algerina (Auzende et alii, 1974). In scarpata superiore sono riconoscibili le tracce di scivolamenti gravitativi e flussi torbiditici non canalizzati che danno luogo ad accumuli di base di pendio. L’assetto morfo-strutturale del margine è articolato da valli e sea-mounts isolati; sotto il profilo evolutivo sono distinguibili due stili differenti: sulla cima del monte sotto-marino di Su Banghittu si è conservata una piattaforma residuale, annegata da sedimentazione quasi essenzialmente carbonatico-bioclastica a seguito del suo isolamento dal sistema terrigeno (Lecca et alii, 1998) mentre i pendii dei rilievi strutturali (Monte Ichnusa, Su Banghittu e Horst del Sarrabus) vengono ricoperti da un drappo emipelagico e da torbiditi distali fini (Bouma et alii 1985). L’area di depocentro del bacino profondo è interessata da una sedimentazione in prevalenza torbiditica alternata a depositi emipelagici che evidenzia con l’aggradazione uno spesso complesso di channel-levee (Lecca et alii, 1998). In particolare il bacino di Cagliari costituisce la parte più interna del sistema sedimentario dell’intero margine, delimitato e controllato dai blocchi tettonici del margine continentale della Sardegna meridionale, in particolare dai movimenti dei blocchi sottomarini del Monte Ichnusa e di Su Banghittu (Fanucci et alii, 1976). Tali bacini marginali, chiudono a sud il Rift oligo-miocenico (Cherchi & Montadert, 1982), della Sardegna meridionale, riattivato durante il Pliocene-Quaternario da movimenti estensionali da correlare con l’apertura del Tirreno meridionale (Cherchi et alii, 1978).
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