Durante gli anni Novanta e gli inizi del Duemila è cresciuta l’attenzione nei confronti del rischio operativo da parte del sistema bancario. Numerosi fattori hanno sollecitato quest'attenzione: la crescente complessità organizzativa delle banche e dei gruppi, la maggiore articolazione operativa che è connessa alla crescita dimensionale e alle scelte organizzative e strategiche delle banche, lo sviluppo di nuovi business e l‘affermazione di innovazioni tecnologiche che hanno accentuato nuove modalità di svolgimento dell’attività bancaria e gli sviluppi dei controlli di vigilanza. Nonostante il diffuso riconoscimento dell’importanza del rischio operativo c’è una scarsa informazione sull’entità del rischio, sull’intensità della perdita operativa o del suo impatto sulle istituzioni finanziarie colpite. In particolar modo ci sono stati pochi progressi nella quantificazione del rischio reputazionale, particolarmente difficile da gestire. In generale per rischio reputazionale s'intende la possibilità che un determinato evento alteri negativamente la credibilità e l’immagine della società all’interno del mercato di riferimento. Una definizione più restrittiva è quella proposta dal Comitato di Basilea1: tale rischio è caratterizzato da una natura specifica, per fattori causali, per gli effetti prodotti, per la modalità di misurazione e per com'è possibile gestirlo ex-ante ed ex-post. Nondimeno, esso è scatenato da fattori di rischio originari, che per gli intermediari finanziari sono i rischi operativi, il rischio legale e il rischio strategico. Affinché un rischio operativo possa evolvere in un rischio reputazionale devono in ogni caso verificarsi due ulteriori condizioni: (i) la responsabilità dell’impresa o di un soggetto (facente parte dell’esecutivo) nell’adozione di scelte o nell’espletamento di azioni volte a produrre effetti negativi reputazionaii e (ii) l’esistenza di variabili reputazionali in grado di trasformare il rischio originario in un fattore in grado di modificare il giudizio esterno dell’impresa.

Rischio operativo e rischio reputazionale nelle Istituzioni Finanziarie

MICOCCI, MARCO
2008-01-01

Abstract

Durante gli anni Novanta e gli inizi del Duemila è cresciuta l’attenzione nei confronti del rischio operativo da parte del sistema bancario. Numerosi fattori hanno sollecitato quest'attenzione: la crescente complessità organizzativa delle banche e dei gruppi, la maggiore articolazione operativa che è connessa alla crescita dimensionale e alle scelte organizzative e strategiche delle banche, lo sviluppo di nuovi business e l‘affermazione di innovazioni tecnologiche che hanno accentuato nuove modalità di svolgimento dell’attività bancaria e gli sviluppi dei controlli di vigilanza. Nonostante il diffuso riconoscimento dell’importanza del rischio operativo c’è una scarsa informazione sull’entità del rischio, sull’intensità della perdita operativa o del suo impatto sulle istituzioni finanziarie colpite. In particolar modo ci sono stati pochi progressi nella quantificazione del rischio reputazionale, particolarmente difficile da gestire. In generale per rischio reputazionale s'intende la possibilità che un determinato evento alteri negativamente la credibilità e l’immagine della società all’interno del mercato di riferimento. Una definizione più restrittiva è quella proposta dal Comitato di Basilea1: tale rischio è caratterizzato da una natura specifica, per fattori causali, per gli effetti prodotti, per la modalità di misurazione e per com'è possibile gestirlo ex-ante ed ex-post. Nondimeno, esso è scatenato da fattori di rischio originari, che per gli intermediari finanziari sono i rischi operativi, il rischio legale e il rischio strategico. Affinché un rischio operativo possa evolvere in un rischio reputazionale devono in ogni caso verificarsi due ulteriori condizioni: (i) la responsabilità dell’impresa o di un soggetto (facente parte dell’esecutivo) nell’adozione di scelte o nell’espletamento di azioni volte a produrre effetti negativi reputazionaii e (ii) l’esistenza di variabili reputazionali in grado di trasformare il rischio originario in un fattore in grado di modificare il giudizio esterno dell’impresa.
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