La comunicazione del patrimonio culturale è fattore trainante nel modo di produzione digitale e nel modello di vita del XXI secolo. Musei, biblioteche, fondazioni, università, si iscrivono nel nuovo paradigma della comunicazione in rete. Dall’analisi delle migliori pratiche della memoria digitale emergono strumenti utilizzabili dalle istituzioni per elaborare strategie a livello teorico, organizzativo e professionale. Attraversando le tendenze più interessanti nella comunica zione dei beni e nell’offerta di nuovi servizi per i visitatori, e una consistente filiera di esperienze interattive, questo lavoro individua le direzioni da seguire per rendere accessibili gli oggetti e i testi della memoria storica nel flusso dell’industria culturale globale, delle reti sociali, delle microimprese, dei singoli e delle stesse istituzioni. L’obiettivo è ridefinire identità e presenza in rete secondo criteri qualitativi di valorizzazione, ma anche aprire la memoria a nuove forme di co-produzione tra gli individui, le community, le reti professionali, le energie al lavoro nelle scuole e nelle università. Puntando sulle nuove pratiche di apprendimento e soprattutto di produzione e riproduzione delle conoscenze e dell’immaginario, in via di germinazione in Internet.

Comunicare la memoria. Le istituzioni culturali e la rete

ILARDI, EMILIANO;
2008-01-01

Abstract

La comunicazione del patrimonio culturale è fattore trainante nel modo di produzione digitale e nel modello di vita del XXI secolo. Musei, biblioteche, fondazioni, università, si iscrivono nel nuovo paradigma della comunicazione in rete. Dall’analisi delle migliori pratiche della memoria digitale emergono strumenti utilizzabili dalle istituzioni per elaborare strategie a livello teorico, organizzativo e professionale. Attraversando le tendenze più interessanti nella comunica zione dei beni e nell’offerta di nuovi servizi per i visitatori, e una consistente filiera di esperienze interattive, questo lavoro individua le direzioni da seguire per rendere accessibili gli oggetti e i testi della memoria storica nel flusso dell’industria culturale globale, delle reti sociali, delle microimprese, dei singoli e delle stesse istituzioni. L’obiettivo è ridefinire identità e presenza in rete secondo criteri qualitativi di valorizzazione, ma anche aprire la memoria a nuove forme di co-produzione tra gli individui, le community, le reti professionali, le energie al lavoro nelle scuole e nelle università. Puntando sulle nuove pratiche di apprendimento e soprattutto di produzione e riproduzione delle conoscenze e dell’immaginario, in via di germinazione in Internet.
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