Il tema della ricerca: il valore del lavoro nell’industria degli armamenti Il valore del lavoro rappresenta uno dei temi centrali del dibattito sociologico, a partire dagli studi classici sul capitalismo. La sua concettualizzazione è legata, in primo luogo, alla redistribuzione del profitto in termini di remunerazione dei fattori produttivi, nella dimensione micro e in quella macro (Marx 1857; 1864, 1865; Luxemburg 1913; Rubin 1928; Sraffa 1960; Garegnani 1960; Dobb 1973; Napoleoni 1976; Lunghini 1993; Harvey 2017). In tale ambito il tema si declina nei termini del conflitto capitale-lavoro in seno ai processi di regolazione sociale con un’attenzione al ruolo dello Stato nella doppia funzione di produttore e soprattutto di regolatore dell’attività economica (Offe 1977; Bellofiore 1998; Althusser 1965; Gumbrell- McCormick et al. 2013, Glyn 2007). Ad esso si connette il discorso sul valore del lavoro nei sistemi di stratificazione sociale e dei processi di mobilità individuale e collettiva (Goldthorpe 1987; Reiss et al. 1961). A livello meso, il valore del lavoro si declina rispetto alle organizzazioni del lavoro nei termini di retribuzione dei fattori della produzione (Dumenil e Levy 2008; Jossa 2008), ma soprattutto nei termini delle condizioni di lavoro, della sua regolamentazione e della sua tutela. All’esterno, il rapporto delle organizzazioni del lavoro (imprese pubbliche e private, ma anche PA), pone il tema del valore che le comunità riconoscono al lavoro e al modo in cui gli attori economici e sociali si rapportano a quelli politici, alle amministrazioni pubbliche, alle élite burocratiche, intellettuali e ai singoli cittadini. Infine, a livello micro, il valore del lavoro richiama il significato che esso assume nella biografia degli individui, come mezzo della sussistenza e del riconoscimento sociale che può garantire nelle differenti gerarchie sociali di cui gli individui sono parte. A partire da queste considerazioni teoriche, il contributo si propone di studiare il processo di negoziazione del valore del lavoro in un settore industriale fortemente in espansione a livello globale, quello degli armamenti: si stima che nel 2018 la spesa militare mondiale abbia raggiunto i 1.822 miliardi di dollari, pari al 2,1% del PIL globale o a 239 dollari pro capite (SIPRI 2019). È un settore sottoposto a regolamentazione internazionale e nazionale e a specifiche restrizioni (nel 2018 erano in vigore 36 embarghi multilaterali, in non pochi casi violati), e sono numerose le iniziative multilaterali e regionali volte a rafforzare il controllo del commercio sia delle armi convenzionali che dei prodotti dual-use. Si tratta dunque di un settore in cui le relazioni industriali devono fare i conti, sempre più spesso, non solo con le crisi del mercato e dello stato (in termini di riduzione della spesa destinata alla difesa e/o di provvedimenti che limitano le autorizzazioni per l’interscambio di materiali d’armamento), ma anche con una dimensione etica della produzione e del lavoro che irrompe nella negoziazione attraverso la pressione esercitata dall’opinione pubblica, da organizzazioni per la pace e il disarmo, da comitati e associazioni che agiscono su base locale. Ciò modifica il gioco delle parti nelle relazioni industriali, allarga l’arena del confronto e del conflitto e gli interessi in campo. Il contributo che proponiamo prende avvio dalla partecipazione al Tavolo tecnico promosso dal Comitato per la riconversione della RWM Italia (del Gruppo tedesco Rheinmetall), che produce nel Sud Sardegna testate e munizioni di calibro medio-grande; e si interseca con un progetto di ricerca-azione promosso e finanziato dalla Chiesa Evangelica tedesca del Baden, con l’obiettivo di sostenere la riconversione della fabbrica e la creazione di alternative produttive sostenibili nel territorio . Il caso di studio: RWM Italia (Rheinmetalla AG) Il “caso RWM” è esploso alla fine del 2015 con un’inchiesta pubblicata dal New York Times che mette in luce una relazione diretta tra l’Italia e i bombardamenti dell’Arabia Saudita in Yemen, nel corso del conflitto iniziato proprio nel 2015. Dall’inchiesta emerge infatti che gli ordigni utilizzati dalle forze armate saudite, di cui sono state rinvenute parti identificabili nei territori dello Yemen colpiti dai bombardamenti, sono prodotti in Italia nello stabilimento della RWM, nel comune di Domusnovas, in Sardegna. RWM Italia S.p.A. fa capo al Gruppo tedesco Rheinmetall AG, più esattamente è una sussidiaria della divisione Rehinmetall Defence, che produce sistemi di difesa, armi e munizioni. RWM Italia ha il quartiere generale a Ghedi (in provincia di Brescia, nello storico distretto delle armi) e un impianto operativo nel Sud Sardegna, dove si producono testate e munizioni di calibro medio-grande. L’inchiesta giornalistica del NYT mostra con testimonianze dirette e documentali che le bombe prodotte in Sardegna vengono spedite in Arabia Saudita (“from a holiday island in Italy to Saudi Arabia” ). La produzione RWM è stata oggetto di un recente provvedimento restrittivo da parte del Governo italiano, che ha sospeso per 18 mesi - a partire dal 29 luglio scorso - le licenze di esportazione verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti di tutti i contratti in essere, tra cui una commessa da 400 milioni per la fornitura di 20.000 bombe, già oggetto di una precedente autorizzazione rilasciata dal Governo Renzi nel 2016. La reazione dell’azienda è stata immediata: è stata annunciata la riduzione di 160 addetti entro novembre, benché l’azienda non sia in crisi e prosegua i lavori di ampliamento dello stabilimento e delle attività connesse alla produzione (tra cui un campo prove per esplosivi), per i quali ha ottenuto le autorizzazioni (oggetto di contestazioni e ricorsi). Come si può desumere da questi pochi elementi, si tratta di una produzione che si muove nel quasi stato–quasi mercato, in un settore che per la merce prodotta e per il sistema delle concessioni pubbliche chiama in causa direttamente il ruolo dello Stato e il complesso rapporto che esso intrattiene con il capitalismo. La vicenda ha suscitato allarme e preoccupazione, in particolare nel Sulcis, una delle zone più povere della Sardegna, non lontano dalle aree della produzione mineraria e industriale oramai quasi completamente dismessa, dove da qualche anno il Comitato Riconversione RWM per la pace ed il lavoro sostenibile promuove iniziative pubbliche nel territorio per informare la popolazione sulla produzione di bombe nel sito di Domusnovas, sollecitando una riconversione produttiva dello stabilimento. In un territorio povero di occupazione come il Sulcis, la battaglia etica del Comitato Riconversione RWM si è scontrata con la difesa ferma e intransigente dei posti di lavoro, e di un modestissimo indotto di servizi che l’azienda è in grado di garantire, da parte di un blocco sociale compatto, costituito dai sindacati (in RWM RSU solo CGIL), dai lavoratori dello stabilimento, dagli amministratori locali della zona, capeggiati dal sindaco di Domusnovas (l'ex sindaco era dipendente di RWM, così come 3 consiglieri comunali attualmente in carica) e da una parte della popolazione. La vicenda si è trasformata improvvisamente in una vertenza molto particolare sotto diversi profili: l’intervento dello Stato, che ha bloccato temporaneamente l’esportazione di RWM, ha determinato un atteggiamento diffidente e ostile da parte dei lavoratori e delle comunità locali nei confronti delle istituzioni che dovrebbero mediare il rapporto con l’azienda; il settore bellico, in cui operano multinazionali ma anche grandi gruppi con partecipazione pubblica (tra tutti, Leonardo-Finmeccanica), è del tutto peculiare rispetto agli altri comparti dell'industria e sottoposto a controlli rigidissimi (gli stabilimenti sono blindati come le aree militari, le informazioni sono poco accessibili); RWM Italia produce armi in Sardegna con licenza italiana per conto della Germania, che nel suo territorio ha bloccato le esportazioni verso i paesi in guerra (per questo alcuni sostengono che "Rheinmetall fa in un territorio affamato di lavoro quello che non può fare in Germania, perché l’opinione pubblica tedesca è più attenta"). Nel contributo che si propone l’attenzione sarà concentrata soprattutto sul livello meso al fine di studiare i rapporti dell’azienda con i lavoratori, con le organizzazioni sindacali, con gli attori politici (amministratori locali, regionali e nazionali) e con le associazioni di cittadini che animano la mobilitazione contro l’insediamento produttivo, ponendo al centro del dibattito pubblico e politico la possibilità di un processo di riconversione dello stabilimento e con esso dell’intero territorio. Com’è noto la letteratura sul tema delle riconversioni industriali di questo tipo riguarda soprattutto la dismissione delle produzioni statali di armi e limitatamente quelle di imprese private. Il contributo fornirà una rassegna di questi studi e una descrizione e interpretazione del caso a partire da alcune importanti teorie sociologiche. Tra queste, il riferimento sarà posto sulle teorie del centro – periferia (Tarrow 1977; Rokkan 1975; Pizzorno 1980) per spiegare le relazioni nei diversi livelli degli attori istituzionali coinvolti nei processi di regolazione sociale, ma soprattutto nei rapporti tra attori politici, attori amministrativi, imprese e sindacati nei processi decisionali relativi agli insediamenti produttivi e alle conseguenze nella vita delle comunità. Un altro importante riferimento teorico è riferibile a Selznick (Selznick 1957, 1974) per quanto attiene al ruolo delle élite locali e della pressione che queste possono esercitare e/o subire da parte degli insediamenti produttivi. Nel caso di studio che si propone tale contesto interpretativo risulta di interesse per le strette connessioni che legano le scelte dell’impresa con il governo statale. Infine, il terzo riferimento teorico riguarderà le relazioni sindacali (Traxler e Brandl 2009, Crouch 2012; Bellofiore e Halevi 2009) sia rispetto alle condizioni di lavoro e ai rapporti tra RSU e parte datoriale, ma più in generale sul ruolo che i sindacati giocano nella definizione dei significati del lavoro, nella definizione dei contenuti delle contrattazioni interaziendali (Baglioni 2001; Regalia 2008; Antonioli et al. 2009, Bubblico 2015; Sacchetto e Chignola 2017; Ponzellini 2017; Bubbico et al. 2018; Signoretti 2018; Ambra e Pulignano 2018), ma soprattutto per quanto concerne la definizione delle politiche sindacali in territori caratterizzati da gravi crisi della produzione del lavoro (Pohler et al. 2014).   Riferimenti bibliografici Althusser L. (1969), Lo stato e i suoi apparati, trad. it. Roma, Editori Riuniti, 1995 Ambra M.C. e Pulignano V. (2018), Esternalizzazioni d’impresa e strategie sindacali nella logistica: due casi a confronto, Sociologia del lavoro, 151, pp. 136-155 Antonioli D., Mazzanti M. e Pini P. (2009), Innovation, working conditions and Industrial Relations for a Local Production System, Economic and Industrial Democracy, 30, 2, pp. 157-181. Baglioni G. (2001), Lavoro e decisioni nell’impresa, Bologna, Il Mulino Bellofiore R. (1998), Marxian Economics; a Reappraisal, New York, Palgrave Bellofiore R. e Halevi J. (2009), Deconstructing Labor. A Marxian-Kaleckian Perspective on what is “New” in Contemporary Capitalism and Economic, in C. Gns , L-P Rochon (a cura di) Employment, Growth and Development. A post-Keynesian Aproach, Cheltenam, Elgar BIPE (2008), Anticipating restructuring in the European defense industry, Commissione Europea Bordogna L., Cella G. P. (2000). Stato e relazioni industriali: ammissione, esclusione, correzione. Stato e Mercato, n. 58, 1/2000, pp. 25-52 Bordogna L. (2012). La regolazione del lavoro nel capitalismo che cambia: fosche prospettive?. Stato e Mercato, n. 94, pp. 15-28 Bubbico D. (2015), La deindustrializzazione in Francia, quali implicazioni oltre la riduzione del lavoro manifatturiero?, L’industria, 4, pp. 585-618 Bubbico D., Graebner J. e Marcelino P. (2018) (a cura di), L’organizzazione del lavoro nelle relazioni impresa-sindacato: trasformazioni delle condizioni di lavoro e intervento sindacale, Sociologia del Lavoro, 151 Calcara A. (2017) State–defence industry relations in the European context: French and UK interactions with the European Defence Agency, European Security, 26, 4, pp. 527-551 Caruso R. (2017a). Sicurezza non fa rima con riarmo. Lavoce.info, 14 marzo Caruso R. (2017b). Esportazioni di armi: i costi li paga la democrazia. Lavoce.info, 7 luglio Caruso R. (2019). Quanto seve bloccare l’export di armi alla Turchia. Lavoce.info, 18 ottobre Crouch C. (2012), Il declino delle relazioni industriali nell’odierno capitalismo, Stato e Mercato, 1, pp. 55-75 Dobb M. (1973), Theories of Value and Distribution Since Adam Smith: Ideology and Economic Theory, Cambridge, Cambridge University Press Dumenil P. e Levy D. (2008), Old Theories and New Capitalism: The actuality of Marxian Economics, in Bidet e Kouvelakis (a cura di), Critical Companion to Contemporary Marxim, Leiden e Boston, Brill 2008 Eurofound (2015). Sector Futures: Defence industry. European defence industry - what future?. file:///G:/Il caso RWM/Sector Futures_ Defence industry _ Eurofound.pdf Finardi S., Tombola C. (2002). Le strade delle armi. Milano: Jaca Book Garegnani P. (1960), Il capitale nella teoria della distribuzione, Milano, Giuffrè Glyn A. (2006). Capitalism Unleashed (Ed. It. Capitalismo scatenato. Milano: Brioschi 2007) Goldthorpe, J. (1987), Social mobility and class structure in modern Britain, Oxford, Oxford University Press Guay T., Callum R. (2002). The Transformation and Future Prospects of Europe's Defence Industry. International Affairs (Royal Institute of International Affairs), Vol. 78, No. 4, pp. 757-776 Gumbrell- McCormick R. e Hyman R. (2013), Trade Unions in Western Europe: Hard Times, Oxford, Oxford University Press Harbor B. (1990). Arms conversion and military-civilian technological synergy. Science and Public Policy, vol. 17, n. 3, pp. 194-200 Harvey D. (2003). The new imperialism (Ed. It. La guerra perpetua. Analisi del nuovo imperialismo. Milano: Il Saggiatore, 2006). Harvey D. (2017). Marx, Capital and The Madness of Economic Reason. (ed. It. Marx e la follia del capitale. Milano: Feltrinelli) Hultquist A. e Petras L. (2012), An Examination of the Local Economic Impacts of Military Base Closures, Economic Development Quarterly, 26, 2, pp. 151–161 Ian A. (1995). Defence Industrial Restructuring in Europe. Defence and Peace Economics, vol. 6, Special Issue “The Economics of conversion”, pp. 185-205 Johnson A. e Touchton M. (2016), Reconceiving Military Base Redevelopment: Land Use on Mothballed U.S. Bases, Urban Affairs Review, 52, 3, pp. 391–420 Jossa B. (2008). Il lavoro come fonte del valore e l’attualità del marxismo. Rivista Italiana degli economisti, n. 1, pp. 137-164 Kiss Y. (2014). Arms Industry Transformation and Integration. The Choices of East Central Europe. SIPRI- Oxford University Press Kurç C., Neuman S. G. (2017). Defence industries in the 21st century: a comparative analysis. Defence Studies, 17:3, 219-227, DOI: 10.1080/14702436.2017.1350105 Luxemburg R. (1913), L’accumulazione del capitale. (trad.it.) Roma, Pgreco Edizioni, 2012 Lunghini G. (a cura di) (1993), Valori e prezzi, Torino, UTET Marx K. (1857), Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica, vol.II, trad.it. Firenze, La Nuova Italia, 1970 Marx K. (1864), Il Capitale, vol.I, trad.it. Roma Editori Riuniti, 1964 Marx K. (1864), Il Capitale, vol.I, trad.it. Roma Editori Riuniti, 1965 Napoleoni C. (1976), Valore, Enciclopedia Filosofica Isedi, Torino, Istituto Editoriale Int. Oden M. (2000), Federal Defense Industrial Policy, Firm Strategy, and Regional Conversion Initiatives in four American Aerospace Regions, International Regional Science Review, 23,1, pp. 25-47 Offe C. (1977), Lo stato nel capitalismo maturo, Milano, Etas Libri Olin Wright E. (1985), Classes, New York, Verso Pankert L., Richards P. (a cura di) (1991). Defence expenditure, industrial conversion and local employment. Geneva: International Labour Organization (ILO) Pizzorno A. (1980), I soggetti del pluralismo, Bologna, Il Mulino Ponti C. (2013). Trasferimenti di armi, diritti umani e diritto umanitario. Spunti di riflessione dopo l’adozione del Trattato sul commercio delle armi convenzionali, Diritti umani e diritto internazionale, 3, pp. 643-667 Pohler D.M., Luchak A. (2014), Balancing Efficiency Equity and Voice: The impact of Unions and High-Involvment Work Practices on Work Outcomes, Industrial and Labor Relations Review, 67,4, pp. 1063-1094 Ponzellini A. (2017), Organizzazione del lavoro e relazioni industriali. Una rassegna degli studi degli ultimi 20 anni in Italia, Economia & Lavoro, 1, pp. 147-164 Preble C. (2014), Creative destruction? Cases of defence conversion in the United States, WIT Transactions on The Built Environment, 143, WIT Press Reiss, A.J., Duncan, O.D., Hatt, P.K., North, C.C. (1961), Occupations and social status, New York, Free Press Rokkan, S. (1975), Dimensions of State formation and Nation-building: a possible paradigme for research on variations within Europe, in The formation of National States in Western Europe (a cura di C. Tilly), Princeton 1975, pp. 562-600 Regalia I. (2008), L’azione del sindacato a livello territoriale, Rivista delle politiche sociali, 4, pp. 97-124 Rossi P. (2019). Lavoro senza valore. Il Mulino, 3, pp. 357-372 Rubin I. (1928), Saggi sulla teoria del valore di Marx, trad. it. Milano, Feltrinelli, 1976 Russo A. (2015), Mercato delle armi, guerre, migrazioni, Il Mulino, 6, pp. 1039-1045 Sacchetto D. e Chignola S. (2017), Le reti del valore: migrazioni, produzione e governo della crisi, Roma, Derive e Approdi Schofield S. (2015), Defence Diversification Or Arms Conversion? Why Labour needs a programme for nuclear and conventional disarmament, The Less Network Sköns E., Wulf H. (1194). The Internationalization of the Arms Industry. The Annals of the American Academy of Political and Social Science, Vol. 535, The Arms Trade: Problems and Prospects in the Post-Cold War World, pp. 43-57 Selznick P. (1957), Leadership in administration. A social interpretation, Harper&Row, New York, (tr. It. La leadership nelle organizzazioni, Franco Angeli, Milano, 1976) Selznick P. (1974), TVA and The Grass Roots. A Study in the Sociology of Formal Organizations, Berkeley, University of California Press, 1949; (trad. it., Pianificazione regionale e partecipazione democratica. Il caso della Tennessee Valley Authority, Franco Angeli, Milano, 1974) Serfati C., Brzoska M., Hagelin B., Skoens E., & Smit W. A. (2001). The restructuring of the European defence Industry. Dynamics of Change. Luxembourg: Office for official Publication of the European Communities Signoretti A. (2018), Il ruolo del sindacato nella realizzazione delle High Performance Work Practices, Sociologia del Lavoro, 151, pp. 101-115 SIPRI (2018). SIPRI Year Book 2018. Armaments, Disarmament and International Security. Oxford: Oxford University Press SIPRI (2019). Trends in International Arms Tranfers 2018. SIPRI Fact Sheet, marzo Sraffa P. (1960), Produzione di merci a mezzo di merci, Torino, Einaudi Streeter R. B., Hagen G. W., Patenande E. E., Killinger D. K. (2001). Preserving Defence Technologies: A Strategy for Economic Conversion. Defence and Peace Economics, vol. 12, pp. 569-587 Tarrow, S. (1977), Between center and periphery: grassroots politicians in Italy and France, New Haven, Conn Traxler F. e Brandl B. (2009), Towards Europeanization of Wage Policy: Germany and the Nordic Countries, in European Union Politics, 2, pp.177-201 Tomaney J., Pike A., e Cornford J. (2010), Plant closure and the local economy: The case of Swan Hunter on Tyneside, Regional Studies, 33, pp. 401- 411 TGWU (1983). A Better Future for Defence Jobs. A TGWU Strategy for Arms Conversion. London: Transport and General Workers Union Zullo R. e Y. Liu (2017), Contending With Defense Industry Reallocations: A Literature Review of Relevant factors, Economic Development Quarterly, 31,4, pp. 360-372

Negoziare il valore del lavoro nell’industria delle armi. Il caso RWM Italia (Rheinmetall AG)

Maria Letizia Pruna;Margherita Sabrina Perra
2020-01-01

Abstract

Il tema della ricerca: il valore del lavoro nell’industria degli armamenti Il valore del lavoro rappresenta uno dei temi centrali del dibattito sociologico, a partire dagli studi classici sul capitalismo. La sua concettualizzazione è legata, in primo luogo, alla redistribuzione del profitto in termini di remunerazione dei fattori produttivi, nella dimensione micro e in quella macro (Marx 1857; 1864, 1865; Luxemburg 1913; Rubin 1928; Sraffa 1960; Garegnani 1960; Dobb 1973; Napoleoni 1976; Lunghini 1993; Harvey 2017). In tale ambito il tema si declina nei termini del conflitto capitale-lavoro in seno ai processi di regolazione sociale con un’attenzione al ruolo dello Stato nella doppia funzione di produttore e soprattutto di regolatore dell’attività economica (Offe 1977; Bellofiore 1998; Althusser 1965; Gumbrell- McCormick et al. 2013, Glyn 2007). Ad esso si connette il discorso sul valore del lavoro nei sistemi di stratificazione sociale e dei processi di mobilità individuale e collettiva (Goldthorpe 1987; Reiss et al. 1961). A livello meso, il valore del lavoro si declina rispetto alle organizzazioni del lavoro nei termini di retribuzione dei fattori della produzione (Dumenil e Levy 2008; Jossa 2008), ma soprattutto nei termini delle condizioni di lavoro, della sua regolamentazione e della sua tutela. All’esterno, il rapporto delle organizzazioni del lavoro (imprese pubbliche e private, ma anche PA), pone il tema del valore che le comunità riconoscono al lavoro e al modo in cui gli attori economici e sociali si rapportano a quelli politici, alle amministrazioni pubbliche, alle élite burocratiche, intellettuali e ai singoli cittadini. Infine, a livello micro, il valore del lavoro richiama il significato che esso assume nella biografia degli individui, come mezzo della sussistenza e del riconoscimento sociale che può garantire nelle differenti gerarchie sociali di cui gli individui sono parte. A partire da queste considerazioni teoriche, il contributo si propone di studiare il processo di negoziazione del valore del lavoro in un settore industriale fortemente in espansione a livello globale, quello degli armamenti: si stima che nel 2018 la spesa militare mondiale abbia raggiunto i 1.822 miliardi di dollari, pari al 2,1% del PIL globale o a 239 dollari pro capite (SIPRI 2019). È un settore sottoposto a regolamentazione internazionale e nazionale e a specifiche restrizioni (nel 2018 erano in vigore 36 embarghi multilaterali, in non pochi casi violati), e sono numerose le iniziative multilaterali e regionali volte a rafforzare il controllo del commercio sia delle armi convenzionali che dei prodotti dual-use. Si tratta dunque di un settore in cui le relazioni industriali devono fare i conti, sempre più spesso, non solo con le crisi del mercato e dello stato (in termini di riduzione della spesa destinata alla difesa e/o di provvedimenti che limitano le autorizzazioni per l’interscambio di materiali d’armamento), ma anche con una dimensione etica della produzione e del lavoro che irrompe nella negoziazione attraverso la pressione esercitata dall’opinione pubblica, da organizzazioni per la pace e il disarmo, da comitati e associazioni che agiscono su base locale. Ciò modifica il gioco delle parti nelle relazioni industriali, allarga l’arena del confronto e del conflitto e gli interessi in campo. Il contributo che proponiamo prende avvio dalla partecipazione al Tavolo tecnico promosso dal Comitato per la riconversione della RWM Italia (del Gruppo tedesco Rheinmetall), che produce nel Sud Sardegna testate e munizioni di calibro medio-grande; e si interseca con un progetto di ricerca-azione promosso e finanziato dalla Chiesa Evangelica tedesca del Baden, con l’obiettivo di sostenere la riconversione della fabbrica e la creazione di alternative produttive sostenibili nel territorio . Il caso di studio: RWM Italia (Rheinmetalla AG) Il “caso RWM” è esploso alla fine del 2015 con un’inchiesta pubblicata dal New York Times che mette in luce una relazione diretta tra l’Italia e i bombardamenti dell’Arabia Saudita in Yemen, nel corso del conflitto iniziato proprio nel 2015. Dall’inchiesta emerge infatti che gli ordigni utilizzati dalle forze armate saudite, di cui sono state rinvenute parti identificabili nei territori dello Yemen colpiti dai bombardamenti, sono prodotti in Italia nello stabilimento della RWM, nel comune di Domusnovas, in Sardegna. RWM Italia S.p.A. fa capo al Gruppo tedesco Rheinmetall AG, più esattamente è una sussidiaria della divisione Rehinmetall Defence, che produce sistemi di difesa, armi e munizioni. RWM Italia ha il quartiere generale a Ghedi (in provincia di Brescia, nello storico distretto delle armi) e un impianto operativo nel Sud Sardegna, dove si producono testate e munizioni di calibro medio-grande. L’inchiesta giornalistica del NYT mostra con testimonianze dirette e documentali che le bombe prodotte in Sardegna vengono spedite in Arabia Saudita (“from a holiday island in Italy to Saudi Arabia” ). La produzione RWM è stata oggetto di un recente provvedimento restrittivo da parte del Governo italiano, che ha sospeso per 18 mesi - a partire dal 29 luglio scorso - le licenze di esportazione verso l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi Uniti di tutti i contratti in essere, tra cui una commessa da 400 milioni per la fornitura di 20.000 bombe, già oggetto di una precedente autorizzazione rilasciata dal Governo Renzi nel 2016. La reazione dell’azienda è stata immediata: è stata annunciata la riduzione di 160 addetti entro novembre, benché l’azienda non sia in crisi e prosegua i lavori di ampliamento dello stabilimento e delle attività connesse alla produzione (tra cui un campo prove per esplosivi), per i quali ha ottenuto le autorizzazioni (oggetto di contestazioni e ricorsi). Come si può desumere da questi pochi elementi, si tratta di una produzione che si muove nel quasi stato–quasi mercato, in un settore che per la merce prodotta e per il sistema delle concessioni pubbliche chiama in causa direttamente il ruolo dello Stato e il complesso rapporto che esso intrattiene con il capitalismo. La vicenda ha suscitato allarme e preoccupazione, in particolare nel Sulcis, una delle zone più povere della Sardegna, non lontano dalle aree della produzione mineraria e industriale oramai quasi completamente dismessa, dove da qualche anno il Comitato Riconversione RWM per la pace ed il lavoro sostenibile promuove iniziative pubbliche nel territorio per informare la popolazione sulla produzione di bombe nel sito di Domusnovas, sollecitando una riconversione produttiva dello stabilimento. In un territorio povero di occupazione come il Sulcis, la battaglia etica del Comitato Riconversione RWM si è scontrata con la difesa ferma e intransigente dei posti di lavoro, e di un modestissimo indotto di servizi che l’azienda è in grado di garantire, da parte di un blocco sociale compatto, costituito dai sindacati (in RWM RSU solo CGIL), dai lavoratori dello stabilimento, dagli amministratori locali della zona, capeggiati dal sindaco di Domusnovas (l'ex sindaco era dipendente di RWM, così come 3 consiglieri comunali attualmente in carica) e da una parte della popolazione. La vicenda si è trasformata improvvisamente in una vertenza molto particolare sotto diversi profili: l’intervento dello Stato, che ha bloccato temporaneamente l’esportazione di RWM, ha determinato un atteggiamento diffidente e ostile da parte dei lavoratori e delle comunità locali nei confronti delle istituzioni che dovrebbero mediare il rapporto con l’azienda; il settore bellico, in cui operano multinazionali ma anche grandi gruppi con partecipazione pubblica (tra tutti, Leonardo-Finmeccanica), è del tutto peculiare rispetto agli altri comparti dell'industria e sottoposto a controlli rigidissimi (gli stabilimenti sono blindati come le aree militari, le informazioni sono poco accessibili); RWM Italia produce armi in Sardegna con licenza italiana per conto della Germania, che nel suo territorio ha bloccato le esportazioni verso i paesi in guerra (per questo alcuni sostengono che "Rheinmetall fa in un territorio affamato di lavoro quello che non può fare in Germania, perché l’opinione pubblica tedesca è più attenta"). Nel contributo che si propone l’attenzione sarà concentrata soprattutto sul livello meso al fine di studiare i rapporti dell’azienda con i lavoratori, con le organizzazioni sindacali, con gli attori politici (amministratori locali, regionali e nazionali) e con le associazioni di cittadini che animano la mobilitazione contro l’insediamento produttivo, ponendo al centro del dibattito pubblico e politico la possibilità di un processo di riconversione dello stabilimento e con esso dell’intero territorio. Com’è noto la letteratura sul tema delle riconversioni industriali di questo tipo riguarda soprattutto la dismissione delle produzioni statali di armi e limitatamente quelle di imprese private. Il contributo fornirà una rassegna di questi studi e una descrizione e interpretazione del caso a partire da alcune importanti teorie sociologiche. Tra queste, il riferimento sarà posto sulle teorie del centro – periferia (Tarrow 1977; Rokkan 1975; Pizzorno 1980) per spiegare le relazioni nei diversi livelli degli attori istituzionali coinvolti nei processi di regolazione sociale, ma soprattutto nei rapporti tra attori politici, attori amministrativi, imprese e sindacati nei processi decisionali relativi agli insediamenti produttivi e alle conseguenze nella vita delle comunità. Un altro importante riferimento teorico è riferibile a Selznick (Selznick 1957, 1974) per quanto attiene al ruolo delle élite locali e della pressione che queste possono esercitare e/o subire da parte degli insediamenti produttivi. Nel caso di studio che si propone tale contesto interpretativo risulta di interesse per le strette connessioni che legano le scelte dell’impresa con il governo statale. Infine, il terzo riferimento teorico riguarderà le relazioni sindacali (Traxler e Brandl 2009, Crouch 2012; Bellofiore e Halevi 2009) sia rispetto alle condizioni di lavoro e ai rapporti tra RSU e parte datoriale, ma più in generale sul ruolo che i sindacati giocano nella definizione dei significati del lavoro, nella definizione dei contenuti delle contrattazioni interaziendali (Baglioni 2001; Regalia 2008; Antonioli et al. 2009, Bubblico 2015; Sacchetto e Chignola 2017; Ponzellini 2017; Bubbico et al. 2018; Signoretti 2018; Ambra e Pulignano 2018), ma soprattutto per quanto concerne la definizione delle politiche sindacali in territori caratterizzati da gravi crisi della produzione del lavoro (Pohler et al. 2014).   Riferimenti bibliografici Althusser L. (1969), Lo stato e i suoi apparati, trad. it. Roma, Editori Riuniti, 1995 Ambra M.C. e Pulignano V. (2018), Esternalizzazioni d’impresa e strategie sindacali nella logistica: due casi a confronto, Sociologia del lavoro, 151, pp. 136-155 Antonioli D., Mazzanti M. e Pini P. (2009), Innovation, working conditions and Industrial Relations for a Local Production System, Economic and Industrial Democracy, 30, 2, pp. 157-181. Baglioni G. (2001), Lavoro e decisioni nell’impresa, Bologna, Il Mulino Bellofiore R. (1998), Marxian Economics; a Reappraisal, New York, Palgrave Bellofiore R. e Halevi J. (2009), Deconstructing Labor. A Marxian-Kaleckian Perspective on what is “New” in Contemporary Capitalism and Economic, in C. Gns , L-P Rochon (a cura di) Employment, Growth and Development. A post-Keynesian Aproach, Cheltenam, Elgar BIPE (2008), Anticipating restructuring in the European defense industry, Commissione Europea Bordogna L., Cella G. P. (2000). Stato e relazioni industriali: ammissione, esclusione, correzione. Stato e Mercato, n. 58, 1/2000, pp. 25-52 Bordogna L. (2012). La regolazione del lavoro nel capitalismo che cambia: fosche prospettive?. Stato e Mercato, n. 94, pp. 15-28 Bubbico D. (2015), La deindustrializzazione in Francia, quali implicazioni oltre la riduzione del lavoro manifatturiero?, L’industria, 4, pp. 585-618 Bubbico D., Graebner J. e Marcelino P. (2018) (a cura di), L’organizzazione del lavoro nelle relazioni impresa-sindacato: trasformazioni delle condizioni di lavoro e intervento sindacale, Sociologia del Lavoro, 151 Calcara A. (2017) State–defence industry relations in the European context: French and UK interactions with the European Defence Agency, European Security, 26, 4, pp. 527-551 Caruso R. (2017a). Sicurezza non fa rima con riarmo. Lavoce.info, 14 marzo Caruso R. (2017b). Esportazioni di armi: i costi li paga la democrazia. Lavoce.info, 7 luglio Caruso R. (2019). Quanto seve bloccare l’export di armi alla Turchia. Lavoce.info, 18 ottobre Crouch C. (2012), Il declino delle relazioni industriali nell’odierno capitalismo, Stato e Mercato, 1, pp. 55-75 Dobb M. (1973), Theories of Value and Distribution Since Adam Smith: Ideology and Economic Theory, Cambridge, Cambridge University Press Dumenil P. e Levy D. (2008), Old Theories and New Capitalism: The actuality of Marxian Economics, in Bidet e Kouvelakis (a cura di), Critical Companion to Contemporary Marxim, Leiden e Boston, Brill 2008 Eurofound (2015). Sector Futures: Defence industry. European defence industry - what future?. file:///G:/Il caso RWM/Sector Futures_ Defence industry _ Eurofound.pdf Finardi S., Tombola C. (2002). Le strade delle armi. Milano: Jaca Book Garegnani P. (1960), Il capitale nella teoria della distribuzione, Milano, Giuffrè Glyn A. (2006). Capitalism Unleashed (Ed. It. Capitalismo scatenato. Milano: Brioschi 2007) Goldthorpe, J. (1987), Social mobility and class structure in modern Britain, Oxford, Oxford University Press Guay T., Callum R. (2002). The Transformation and Future Prospects of Europe's Defence Industry. International Affairs (Royal Institute of International Affairs), Vol. 78, No. 4, pp. 757-776 Gumbrell- McCormick R. e Hyman R. (2013), Trade Unions in Western Europe: Hard Times, Oxford, Oxford University Press Harbor B. (1990). Arms conversion and military-civilian technological synergy. Science and Public Policy, vol. 17, n. 3, pp. 194-200 Harvey D. (2003). The new imperialism (Ed. It. La guerra perpetua. Analisi del nuovo imperialismo. Milano: Il Saggiatore, 2006). Harvey D. (2017). Marx, Capital and The Madness of Economic Reason. (ed. It. Marx e la follia del capitale. Milano: Feltrinelli) Hultquist A. e Petras L. (2012), An Examination of the Local Economic Impacts of Military Base Closures, Economic Development Quarterly, 26, 2, pp. 151–161 Ian A. (1995). Defence Industrial Restructuring in Europe. Defence and Peace Economics, vol. 6, Special Issue “The Economics of conversion”, pp. 185-205 Johnson A. e Touchton M. (2016), Reconceiving Military Base Redevelopment: Land Use on Mothballed U.S. Bases, Urban Affairs Review, 52, 3, pp. 391–420 Jossa B. (2008). Il lavoro come fonte del valore e l’attualità del marxismo. Rivista Italiana degli economisti, n. 1, pp. 137-164 Kiss Y. (2014). Arms Industry Transformation and Integration. The Choices of East Central Europe. SIPRI- Oxford University Press Kurç C., Neuman S. G. (2017). Defence industries in the 21st century: a comparative analysis. Defence Studies, 17:3, 219-227, DOI: 10.1080/14702436.2017.1350105 Luxemburg R. (1913), L’accumulazione del capitale. (trad.it.) Roma, Pgreco Edizioni, 2012 Lunghini G. (a cura di) (1993), Valori e prezzi, Torino, UTET Marx K. (1857), Lineamenti fondamentali della critica dell’economia politica, vol.II, trad.it. Firenze, La Nuova Italia, 1970 Marx K. (1864), Il Capitale, vol.I, trad.it. Roma Editori Riuniti, 1964 Marx K. (1864), Il Capitale, vol.I, trad.it. Roma Editori Riuniti, 1965 Napoleoni C. (1976), Valore, Enciclopedia Filosofica Isedi, Torino, Istituto Editoriale Int. Oden M. (2000), Federal Defense Industrial Policy, Firm Strategy, and Regional Conversion Initiatives in four American Aerospace Regions, International Regional Science Review, 23,1, pp. 25-47 Offe C. (1977), Lo stato nel capitalismo maturo, Milano, Etas Libri Olin Wright E. (1985), Classes, New York, Verso Pankert L., Richards P. (a cura di) (1991). Defence expenditure, industrial conversion and local employment. Geneva: International Labour Organization (ILO) Pizzorno A. (1980), I soggetti del pluralismo, Bologna, Il Mulino Ponti C. (2013). Trasferimenti di armi, diritti umani e diritto umanitario. Spunti di riflessione dopo l’adozione del Trattato sul commercio delle armi convenzionali, Diritti umani e diritto internazionale, 3, pp. 643-667 Pohler D.M., Luchak A. (2014), Balancing Efficiency Equity and Voice: The impact of Unions and High-Involvment Work Practices on Work Outcomes, Industrial and Labor Relations Review, 67,4, pp. 1063-1094 Ponzellini A. (2017), Organizzazione del lavoro e relazioni industriali. Una rassegna degli studi degli ultimi 20 anni in Italia, Economia & Lavoro, 1, pp. 147-164 Preble C. (2014), Creative destruction? Cases of defence conversion in the United States, WIT Transactions on The Built Environment, 143, WIT Press Reiss, A.J., Duncan, O.D., Hatt, P.K., North, C.C. (1961), Occupations and social status, New York, Free Press Rokkan, S. (1975), Dimensions of State formation and Nation-building: a possible paradigme for research on variations within Europe, in The formation of National States in Western Europe (a cura di C. Tilly), Princeton 1975, pp. 562-600 Regalia I. (2008), L’azione del sindacato a livello territoriale, Rivista delle politiche sociali, 4, pp. 97-124 Rossi P. (2019). Lavoro senza valore. Il Mulino, 3, pp. 357-372 Rubin I. (1928), Saggi sulla teoria del valore di Marx, trad. it. Milano, Feltrinelli, 1976 Russo A. (2015), Mercato delle armi, guerre, migrazioni, Il Mulino, 6, pp. 1039-1045 Sacchetto D. e Chignola S. (2017), Le reti del valore: migrazioni, produzione e governo della crisi, Roma, Derive e Approdi Schofield S. (2015), Defence Diversification Or Arms Conversion? Why Labour needs a programme for nuclear and conventional disarmament, The Less Network Sköns E., Wulf H. (1194). The Internationalization of the Arms Industry. The Annals of the American Academy of Political and Social Science, Vol. 535, The Arms Trade: Problems and Prospects in the Post-Cold War World, pp. 43-57 Selznick P. (1957), Leadership in administration. A social interpretation, Harper&Row, New York, (tr. It. La leadership nelle organizzazioni, Franco Angeli, Milano, 1976) Selznick P. (1974), TVA and The Grass Roots. A Study in the Sociology of Formal Organizations, Berkeley, University of California Press, 1949; (trad. it., Pianificazione regionale e partecipazione democratica. Il caso della Tennessee Valley Authority, Franco Angeli, Milano, 1974) Serfati C., Brzoska M., Hagelin B., Skoens E., & Smit W. A. (2001). The restructuring of the European defence Industry. Dynamics of Change. Luxembourg: Office for official Publication of the European Communities Signoretti A. (2018), Il ruolo del sindacato nella realizzazione delle High Performance Work Practices, Sociologia del Lavoro, 151, pp. 101-115 SIPRI (2018). SIPRI Year Book 2018. Armaments, Disarmament and International Security. Oxford: Oxford University Press SIPRI (2019). Trends in International Arms Tranfers 2018. SIPRI Fact Sheet, marzo Sraffa P. (1960), Produzione di merci a mezzo di merci, Torino, Einaudi Streeter R. B., Hagen G. W., Patenande E. E., Killinger D. K. (2001). Preserving Defence Technologies: A Strategy for Economic Conversion. Defence and Peace Economics, vol. 12, pp. 569-587 Tarrow, S. (1977), Between center and periphery: grassroots politicians in Italy and France, New Haven, Conn Traxler F. e Brandl B. (2009), Towards Europeanization of Wage Policy: Germany and the Nordic Countries, in European Union Politics, 2, pp.177-201 Tomaney J., Pike A., e Cornford J. (2010), Plant closure and the local economy: The case of Swan Hunter on Tyneside, Regional Studies, 33, pp. 401- 411 TGWU (1983). A Better Future for Defence Jobs. A TGWU Strategy for Arms Conversion. London: Transport and General Workers Union Zullo R. e Y. Liu (2017), Contending With Defense Industry Reallocations: A Literature Review of Relevant factors, Economic Development Quarterly, 31,4, pp. 360-372
2020
Valore del lavoro; relazioni industriali; industria armamenti
File in questo prodotto:
File Dimensione Formato  
SISEC 2020_Pruna_Perra.pdf

accesso aperto

Tipologia: altro documento allegato
Dimensione 777.12 kB
Formato Adobe PDF
777.12 kB Adobe PDF Visualizza/Apri

I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.

Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11584/287508
Citazioni
  • ???jsp.display-item.citation.pmc??? ND
  • Scopus ND
  • ???jsp.display-item.citation.isi??? ND
social impact