La proposta di progetto per la riconversione e riqualificazione delle aree e dei fabbricati annessi alla diga sul Flumendosa, nasce da un’attenta lettura e interpretazione dei caratteri naturali e antropici dell’area stessa. Se una prima osservazione restituisce un contesto ambientale di indubbia bellezza, le cui caratteristiche hanno la forza di essere una buona guida per le scelte progettuali, in realtà siamo solo sulla superficie di un territorio che ha conosciuto consistenti e importanti azioni dell’uomo. Possiamo definire un secondo livello costituito, oltre che dalla struttura della diga, da una serie di manufatti che collaborano all’attività della diga stessa. Sono le costruzioni della “casa di guardia” e del “modello idraulico”; gli ingressi ai serbatoi; altre piccole architetture e naturalmente le strade di accesso. Un terzo livello, sulla superficie invisibile, ma non per questo meno importante alla comprensione e attività del sistema, è costituito dalla rete di caverne che collegano i serbatoi ipogei. Riconoscere la presenza di una tale struttura industriale, aggiunge significato e complessità a qualsiasi operazione progettuale sull’area, che non voglia essere mera patinatura. Lavorare con la complessità è una strategia del progetto, mettere in luce i caratteri connotanti del luogo, naturali e antropici, diventa il primo obiettivo. Ogni parte del progetto, di per sé un’opera compiuta, mantiene un fil rouge con l’insieme, attraverso l’utilizzo dei medesimi materiali. È proprio alla scelta dei materiali viene demandato il compito di interpretare e riassumere, in un linguaggio contemporaneo, i caratteri peculiari del luogo. Sono due i materiali principalmente utilizzati: il calcestruzzo faccia vista, esplicito riferimento all’architettura delle costruzioni idrauliche, additivato con la terra locale, per suggerire con il colore una migliore integrazione con il contesto, e l’acciaio cor-ten, materiale derivato dal paesaggio industriale, il cui colore rosso bruno rimanda con chiarezza alle ematiti e alle ferriti contenute nelle rocce del luogo e ai licheni che, seccandosi, così fortemente caratterizzano il lato nord del Nuraghe Arrubiu.

RICONVERSIONE E RIQUALIFICAZIONE DELLE AREE E FABBRICATI ANNESSI ALLA DIGA SUL FLUMENDOSA A NURAGHE ARRUBIU IN AGRO DI ORROLI

CHIRI, GIOVANNI MARCO;
2006-01-01

Abstract

La proposta di progetto per la riconversione e riqualificazione delle aree e dei fabbricati annessi alla diga sul Flumendosa, nasce da un’attenta lettura e interpretazione dei caratteri naturali e antropici dell’area stessa. Se una prima osservazione restituisce un contesto ambientale di indubbia bellezza, le cui caratteristiche hanno la forza di essere una buona guida per le scelte progettuali, in realtà siamo solo sulla superficie di un territorio che ha conosciuto consistenti e importanti azioni dell’uomo. Possiamo definire un secondo livello costituito, oltre che dalla struttura della diga, da una serie di manufatti che collaborano all’attività della diga stessa. Sono le costruzioni della “casa di guardia” e del “modello idraulico”; gli ingressi ai serbatoi; altre piccole architetture e naturalmente le strade di accesso. Un terzo livello, sulla superficie invisibile, ma non per questo meno importante alla comprensione e attività del sistema, è costituito dalla rete di caverne che collegano i serbatoi ipogei. Riconoscere la presenza di una tale struttura industriale, aggiunge significato e complessità a qualsiasi operazione progettuale sull’area, che non voglia essere mera patinatura. Lavorare con la complessità è una strategia del progetto, mettere in luce i caratteri connotanti del luogo, naturali e antropici, diventa il primo obiettivo. Ogni parte del progetto, di per sé un’opera compiuta, mantiene un fil rouge con l’insieme, attraverso l’utilizzo dei medesimi materiali. È proprio alla scelta dei materiali viene demandato il compito di interpretare e riassumere, in un linguaggio contemporaneo, i caratteri peculiari del luogo. Sono due i materiali principalmente utilizzati: il calcestruzzo faccia vista, esplicito riferimento all’architettura delle costruzioni idrauliche, additivato con la terra locale, per suggerire con il colore una migliore integrazione con il contesto, e l’acciaio cor-ten, materiale derivato dal paesaggio industriale, il cui colore rosso bruno rimanda con chiarezza alle ematiti e alle ferriti contenute nelle rocce del luogo e ai licheni che, seccandosi, così fortemente caratterizzano il lato nord del Nuraghe Arrubiu.
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