Il contributo intende porsi come occasione di riflessione sulle complesse questioni inerenti la tutela e la valorizzazione dei centri storici, in un delicato momento epocale, quale quello della globalizzazione, affrontando tematiche particolarmente care a Roberto Di Stefano, sempre attento alle questioni teoriche, ma allo stesso tempo alla continua verifica e messa in discussione dei risvolti pratici che da esse possono derivare. Significativi spunti a tal riguardo sono offerti da una delle principali opere dello stesso Di Stefano, Il recupero dei valori. Centri storici e monumenti. Limiti della conservazione e del restauro, pubblicato nel 1979, che attesta, dopo oltre un trentennio, l'attualità del suo pensiero. Il presente studio vuole fondarsi sulla rilettura critica del citato volume, per riprendere le sue considerazioni riferite ad aspetti culturali e metodologici da una parte, ed economici, finanziari, sociali, amministrativi, gestionali, dall'altra, inevitabilmente presenti in fase operativa. Com'è facile dedurre già dall'introduzione al volume, molte questioni riguardanti i temi trattati sono purtroppo tuttora aperte, nonostante la stesura dei numerosi documenti internazionali e lo svolgimento di accesi dibattiti a partire dal secondo dopoguerra ad oggi. Infatti, bisogna prendere atto del fatto che, tuttora, in Europa, vige una situazione politico-culturale che non fornisce sufficienti garanzie circa l’effettiva tutela dei centri storici. Nella maggior parte dei paesi sono ancora carenti le misure di salvaguardia ed idonei strumenti d’intervento, e continua a registrarsi diffusamente un netto 'gap' tra i principi teorici e le più diffuse prassi operative, spesso ancora legate a orientamenti ripristinatori. Ma particolarmente preoccupante è anche la recente e diffusa tendenza che, considerando i centri storici come poli di attrazione del turismo di massa, dà luogo ad improprie utilizzazioni ed a restauri falsificatori, capaci solo di restituirci imbalsamate «città d’arte» prive di autenticità, e con gravi conseguenze anche in termini sociali. A livello nazionale, poi, uno degli aspetti più preoccupanti è che l'unico strumento legislativo vigente per intervenire su tali contesti è la Legge 457/78, che, com'è ben noto, non è nata con vocazione conservativa, ma per cercare di risolvere, all'epoca, il problema della casa, con conseguenze devastanti sul costruito. Tale quadro imporrebbe una rivisitazione degli strumenti legislativi attuali, alla luce delle esperienze di restauro urbano a livello nazionale e internazionale, tra cui, in particolare, si distingue quella francese, condotta con efficacia nell'ultimo cinquantennio. Roberto Di Stefano asseriva che «il vero problema è quello dei valori», culturali e umani. Tale affermazione dovrebbe rappresentare il punto di partenza per intervenire in maniera corretta sul costruito tradizionale delle nostre città, il quale deve svolgere, come egli stesso sottolineava, un ruolo vitale nell’ambito della vita contemporanea, nel rispetto dei suoi intrinseci significati storici, culturali e sociali. Dunque, si ritiene che far tesoro della sua speculazione sia, non solo doveroso, ma di grande utilità per proseguire le nostre riflessioni in continuità con essa, e per favorire concretamente, come si predica da decenni, la conservazione integrata, favorita da un approccio interdisciplinare per intervenire su organismi così delicati e complessi, quali i nostri centri storici.

La tutela dei centri storici: Roberto di Stefano e il "recupero dei valori"

GIANNATTASIO, CATERINA
2013-01-01

Abstract

Il contributo intende porsi come occasione di riflessione sulle complesse questioni inerenti la tutela e la valorizzazione dei centri storici, in un delicato momento epocale, quale quello della globalizzazione, affrontando tematiche particolarmente care a Roberto Di Stefano, sempre attento alle questioni teoriche, ma allo stesso tempo alla continua verifica e messa in discussione dei risvolti pratici che da esse possono derivare. Significativi spunti a tal riguardo sono offerti da una delle principali opere dello stesso Di Stefano, Il recupero dei valori. Centri storici e monumenti. Limiti della conservazione e del restauro, pubblicato nel 1979, che attesta, dopo oltre un trentennio, l'attualità del suo pensiero. Il presente studio vuole fondarsi sulla rilettura critica del citato volume, per riprendere le sue considerazioni riferite ad aspetti culturali e metodologici da una parte, ed economici, finanziari, sociali, amministrativi, gestionali, dall'altra, inevitabilmente presenti in fase operativa. Com'è facile dedurre già dall'introduzione al volume, molte questioni riguardanti i temi trattati sono purtroppo tuttora aperte, nonostante la stesura dei numerosi documenti internazionali e lo svolgimento di accesi dibattiti a partire dal secondo dopoguerra ad oggi. Infatti, bisogna prendere atto del fatto che, tuttora, in Europa, vige una situazione politico-culturale che non fornisce sufficienti garanzie circa l’effettiva tutela dei centri storici. Nella maggior parte dei paesi sono ancora carenti le misure di salvaguardia ed idonei strumenti d’intervento, e continua a registrarsi diffusamente un netto 'gap' tra i principi teorici e le più diffuse prassi operative, spesso ancora legate a orientamenti ripristinatori. Ma particolarmente preoccupante è anche la recente e diffusa tendenza che, considerando i centri storici come poli di attrazione del turismo di massa, dà luogo ad improprie utilizzazioni ed a restauri falsificatori, capaci solo di restituirci imbalsamate «città d’arte» prive di autenticità, e con gravi conseguenze anche in termini sociali. A livello nazionale, poi, uno degli aspetti più preoccupanti è che l'unico strumento legislativo vigente per intervenire su tali contesti è la Legge 457/78, che, com'è ben noto, non è nata con vocazione conservativa, ma per cercare di risolvere, all'epoca, il problema della casa, con conseguenze devastanti sul costruito. Tale quadro imporrebbe una rivisitazione degli strumenti legislativi attuali, alla luce delle esperienze di restauro urbano a livello nazionale e internazionale, tra cui, in particolare, si distingue quella francese, condotta con efficacia nell'ultimo cinquantennio. Roberto Di Stefano asseriva che «il vero problema è quello dei valori», culturali e umani. Tale affermazione dovrebbe rappresentare il punto di partenza per intervenire in maniera corretta sul costruito tradizionale delle nostre città, il quale deve svolgere, come egli stesso sottolineava, un ruolo vitale nell’ambito della vita contemporanea, nel rispetto dei suoi intrinseci significati storici, culturali e sociali. Dunque, si ritiene che far tesoro della sua speculazione sia, non solo doveroso, ma di grande utilità per proseguire le nostre riflessioni in continuità con essa, e per favorire concretamente, come si predica da decenni, la conservazione integrata, favorita da un approccio interdisciplinare per intervenire su organismi così delicati e complessi, quali i nostri centri storici.
2013
978-88-64191058
Restauro urbano
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11584/59406
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