Il volume propone per la prima volta uno studio dei due libretti d’opera della Marchesa Colombi: La Creola e Il violino di Cremona, scritti e rappresentati rispettivamente nel 1878 e nel 1882, e intende contribuire alla riscoperta delle opere di Maria Antonietta Torriani (1840-1920), una delle autrici più note e amate del suo tempo, paladina dell’istruzione femminile e moglie del fondatore del “Corriere della sera” Eugenio Torelli-Viollier. La rilettura di questi testi ormai introvabili (un amore tragico di ambientazione esotica, e un amore contrastato ma a lieto fine), conferma la modernità della lingua e dei temi espressi dalla Marchesa Colombi, e se il pubblico di allora l’ha amata per il garbo, l’ironia, la spigliatezza di forme e contenuti che caratterizzano la sua opera, il lettore di oggi può apprezzare l’intraprendenza e l’originalità con cui si è avventurata in un genere assai più complesso di quello teatrale – a cui pure fa riferimento il melodramma – dal quale la creatività femminile era rigorosamente esclusa
La Creola e il violino di Cremona. I Libretti d’opera della Marchesa Colombi
2011-01-01
Abstract
Il volume propone per la prima volta uno studio dei due libretti d’opera della Marchesa Colombi: La Creola e Il violino di Cremona, scritti e rappresentati rispettivamente nel 1878 e nel 1882, e intende contribuire alla riscoperta delle opere di Maria Antonietta Torriani (1840-1920), una delle autrici più note e amate del suo tempo, paladina dell’istruzione femminile e moglie del fondatore del “Corriere della sera” Eugenio Torelli-Viollier. La rilettura di questi testi ormai introvabili (un amore tragico di ambientazione esotica, e un amore contrastato ma a lieto fine), conferma la modernità della lingua e dei temi espressi dalla Marchesa Colombi, e se il pubblico di allora l’ha amata per il garbo, l’ironia, la spigliatezza di forme e contenuti che caratterizzano la sua opera, il lettore di oggi può apprezzare l’intraprendenza e l’originalità con cui si è avventurata in un genere assai più complesso di quello teatrale – a cui pure fa riferimento il melodramma – dal quale la creatività femminile era rigorosamente esclusaI documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.