Il volume contiene la documentazione, rielaborata dai curatori, presentata in occasione dell’omonima mostra. Nello specifico, il lavoro mira ad evidenziare il carattere speculativo delle trasformazioni condotte, nel corso del XX secolo, nelle località di Maiori e Minori, tra le più manomesse dell’intera Costiera Amalfitana, con l’introduzione di un’edilizia del tutto estranea al peculiare carattere dei luoghi, rispondente alle mere esigenze di un’economia di profitto ed alla crescente domanda turistica. Contraddistinto da volumetrie fuori scala e prive di qualità formale, il costruito recente è in completa dissonanza con l’essenzialità dell’architettura vernacolare, data da aggregati raccolti e compatti, perfettamente inseriti nell’ambiente naturale, di cui sopravvive solo qualche raro episodio. Con riferimento a tali aggregati, il lavoro analizza i caratteri peculiari dell’edilizia tradizionale, e in particolar modo di quella religiosa: non di rado, essa è data da un impianto di origine medievale, notevolmente trasformato in epoca sei-settecentesca, con la realizzazione di apparati ornamentali che, seppure di tono ingenuo e di fattura modesta, rappresentano repertori, spesso sconosciuti, che sono espressione del linguaggio autoctono, la cui conoscenza si rende fondamentale per garantirne la conservazione e, dunque, per scongiurare la cancellazione del loro carattere di autenticità ed unicità.

A) La Costa oggi - Peculiarità ambientali - Maiori; B) La Costa oggi - Peculiarità ambientali - Minori; C) La Costa oggi - Metamorfosi contemporanee del paesaggio – Il paesaggio tra antico e nuovo, Maiori e Minori

GIANNATTASIO, CATERINA
2000-01-01

Abstract

Il volume contiene la documentazione, rielaborata dai curatori, presentata in occasione dell’omonima mostra. Nello specifico, il lavoro mira ad evidenziare il carattere speculativo delle trasformazioni condotte, nel corso del XX secolo, nelle località di Maiori e Minori, tra le più manomesse dell’intera Costiera Amalfitana, con l’introduzione di un’edilizia del tutto estranea al peculiare carattere dei luoghi, rispondente alle mere esigenze di un’economia di profitto ed alla crescente domanda turistica. Contraddistinto da volumetrie fuori scala e prive di qualità formale, il costruito recente è in completa dissonanza con l’essenzialità dell’architettura vernacolare, data da aggregati raccolti e compatti, perfettamente inseriti nell’ambiente naturale, di cui sopravvive solo qualche raro episodio. Con riferimento a tali aggregati, il lavoro analizza i caratteri peculiari dell’edilizia tradizionale, e in particolar modo di quella religiosa: non di rado, essa è data da un impianto di origine medievale, notevolmente trasformato in epoca sei-settecentesca, con la realizzazione di apparati ornamentali che, seppure di tono ingenuo e di fattura modesta, rappresentano repertori, spesso sconosciuti, che sono espressione del linguaggio autoctono, la cui conoscenza si rende fondamentale per garantirne la conservazione e, dunque, per scongiurare la cancellazione del loro carattere di autenticità ed unicità.
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