Come ampiamente sottolineato da Linda Hutcheon e da Amy Elias, a partire dagli anni Sessanta in poi è stata registrata una particolare influenza del genere storiografico sul romanzo, definito metastorico per la sua capacità di aprire nuovi modi di relazione con la storia, evitando sia la fuga dalla storia, sia la pretesa di una ricostruzione puntuale del passato. Uno dei tentativi di recupero delle voci sommerse del passato è quello del recupero della memoria attraverso le fonti orali, pratica che ha visto la narrazione storiografica e la narrazione romanzesca convergere in opere fortemente ibride dal punto di vista dei generi. Le implicazioni proprie del voler raccontare l'altro volto del corso degli eventi, la storia vista dal basso, generano un duplice effetto: da un lato concorrono a mettere in dubbio il concetto di evento storico come "fatto significativo" e della storia come ricerca di "ciò che è realmente accaduto", secondo i termini di Ranke, dall'altro, spostare l'accento sul ruolo dello storico, la cui attività diventa determinante nel determinare la natura e il significato dei suoi reperti, riduce la distanza con quella letteratura che ha per oggetto la storia proprio in virtù del riconoscimento dello sguardo osservante, del punto di vista e dunque del posizionamento del racconto. Nel solco di un dibattito ancora aperto, questa comunicazione si propone di dare il suo contributo partendo da due opere scritte in Italia e riguardanti eventi storici collaterali alla Seconda Guerra Mondiale: • L'ordine è già stato eseguito. Roma, le fosse ardeatine, la memoria (2005), di Alessandro Portelli, studioso di storia orale. Con le testimonianze raccolte nel suo libro Portelli problematizza il significato della memoria del massacro delle Fosse Ardeatine nella memoria collettiva. Al tempo stesso l’opera è caratterizzata da una forte tensione letteraria che l’avvicina a opere letterarie poco mediate dal punto di vista del narratore (epistolari, romanzi-inchiesta ecc.). • Asce di guerra (2000), co-scritto da Wu Ming e Vitagliano Ravagli. L’opera, orchestrata su due registri narrativi, oltre a essere l’autobiografia di Vitaliano Ravagli, è una trasformazione in forma letteraria delle memorie dei partigiani, che confluiscono nel personaggio di finzione di Daniele Zani.

A più voci. Testimonianze e narrazione nell'opera di Alessandro Portelli e di Wu Ming.

PIGA, EMANUELA
2011-01-01

Abstract

Come ampiamente sottolineato da Linda Hutcheon e da Amy Elias, a partire dagli anni Sessanta in poi è stata registrata una particolare influenza del genere storiografico sul romanzo, definito metastorico per la sua capacità di aprire nuovi modi di relazione con la storia, evitando sia la fuga dalla storia, sia la pretesa di una ricostruzione puntuale del passato. Uno dei tentativi di recupero delle voci sommerse del passato è quello del recupero della memoria attraverso le fonti orali, pratica che ha visto la narrazione storiografica e la narrazione romanzesca convergere in opere fortemente ibride dal punto di vista dei generi. Le implicazioni proprie del voler raccontare l'altro volto del corso degli eventi, la storia vista dal basso, generano un duplice effetto: da un lato concorrono a mettere in dubbio il concetto di evento storico come "fatto significativo" e della storia come ricerca di "ciò che è realmente accaduto", secondo i termini di Ranke, dall'altro, spostare l'accento sul ruolo dello storico, la cui attività diventa determinante nel determinare la natura e il significato dei suoi reperti, riduce la distanza con quella letteratura che ha per oggetto la storia proprio in virtù del riconoscimento dello sguardo osservante, del punto di vista e dunque del posizionamento del racconto. Nel solco di un dibattito ancora aperto, questa comunicazione si propone di dare il suo contributo partendo da due opere scritte in Italia e riguardanti eventi storici collaterali alla Seconda Guerra Mondiale: • L'ordine è già stato eseguito. Roma, le fosse ardeatine, la memoria (2005), di Alessandro Portelli, studioso di storia orale. Con le testimonianze raccolte nel suo libro Portelli problematizza il significato della memoria del massacro delle Fosse Ardeatine nella memoria collettiva. Al tempo stesso l’opera è caratterizzata da una forte tensione letteraria che l’avvicina a opere letterarie poco mediate dal punto di vista del narratore (epistolari, romanzi-inchiesta ecc.). • Asce di guerra (2000), co-scritto da Wu Ming e Vitagliano Ravagli. L’opera, orchestrata su due registri narrativi, oltre a essere l’autobiografia di Vitaliano Ravagli, è una trasformazione in forma letteraria delle memorie dei partigiani, che confluiscono nel personaggio di finzione di Daniele Zani.
2011
9788875801465
storia orale, memoria, narrazione, resistenza
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