Per la prima volta viene pubblicato un lavoro organico su uno dei più belli ed importanti siti archeologici della Sardegna. Difatti a Montessu è ubicata una delle più vaste necropoli a domus de janas dell’isola, con un’elevata concentrazione di strutture tombali non facilmente riscontrabile in altre aree funerarie, tombe inserite tra l’altro in un contesto geomorfologico e ambientale di rara bellezza e di grande interesse naturalistico oltre che culturale. Si vuole inoltre sottolineare la grandiosità e monumentalità di molte delle tombe dell’area archeologica e la straordinaria originalità e unicità di una serie di soluzioni architettoniche e strutturali presenti nella necropoli, come la particolare tipologia di alcuni sepolcri monumentali, denominati “Tombe-santuario”. Tutto ciò contribuisce a creare una atmosfera particolare, quasi magica, densa di sacralità e bellezza, che doveva colpire e suggestionare fortemente i primi fruitori dell’area, cioè le genti neolitiche ed eneolitiche, come ancora oggi avviene per il moderno visitatore.

Montessu. Una necropoli preistorica di 5000 anni fa

CICILLONI, RICCARDO
2009-01-01

Abstract

Per la prima volta viene pubblicato un lavoro organico su uno dei più belli ed importanti siti archeologici della Sardegna. Difatti a Montessu è ubicata una delle più vaste necropoli a domus de janas dell’isola, con un’elevata concentrazione di strutture tombali non facilmente riscontrabile in altre aree funerarie, tombe inserite tra l’altro in un contesto geomorfologico e ambientale di rara bellezza e di grande interesse naturalistico oltre che culturale. Si vuole inoltre sottolineare la grandiosità e monumentalità di molte delle tombe dell’area archeologica e la straordinaria originalità e unicità di una serie di soluzioni architettoniche e strutturali presenti nella necropoli, come la particolare tipologia di alcuni sepolcri monumentali, denominati “Tombe-santuario”. Tutto ciò contribuisce a creare una atmosfera particolare, quasi magica, densa di sacralità e bellezza, che doveva colpire e suggestionare fortemente i primi fruitori dell’area, cioè le genti neolitiche ed eneolitiche, come ancora oggi avviene per il moderno visitatore.
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