La colpa d’apparato è divenuta l’oggetto principale del giudizio sul risarcimento del danno derivante dall’illegittimo esercizio della funzione amministrativa. Dopo la rilettura dell’art. 2043 c.c., inaugurata dalle Sezioni Unite della Cassazione (sent. n. 500 del 1999), la colpa (o il dolo) dell’amministrazione-autorità vanno, infatti, puntualmente ricercate dall’organo giudicante con una penetrante indagine centrata sulla condotta dell’amministrazione intesa come organizzazione piuttosto che su quella del funzionario. Non si può però dire che il giudice amministrativo si sia allineato a tali indicazioni, le decisioni dell’ultimo decennio mostrano, piuttosto, l’innesto delle tecniche proprie del processo impugnatorio sul giudizio di risarcimento e dei relativi limiti; la colpa d’apparato non viene messa a fuoco ma viene identificata con “figure sintomatiche”, che ricalcano, in forma aggravata, i tradizionali vizi di legittimità del provvedimento amministrativo. Questo lavoro intende proporre una ricostruzione diversa, tesa a valorizzare, traendo spunto da un’illustre dottrina e dalla disciplina del Codice del processo amministrativo, i profili di “relazionalità” della colpa d’apparato. Non la si considererà più come una nozione irrelata ed a se stante quanto, piuttosto, come il risultato (di una sintesi) delle condotte procedimentali.

Colpa dell'apparato e rapporto procedimentale

PUDDU, STEFANIA
2011-01-01

Abstract

La colpa d’apparato è divenuta l’oggetto principale del giudizio sul risarcimento del danno derivante dall’illegittimo esercizio della funzione amministrativa. Dopo la rilettura dell’art. 2043 c.c., inaugurata dalle Sezioni Unite della Cassazione (sent. n. 500 del 1999), la colpa (o il dolo) dell’amministrazione-autorità vanno, infatti, puntualmente ricercate dall’organo giudicante con una penetrante indagine centrata sulla condotta dell’amministrazione intesa come organizzazione piuttosto che su quella del funzionario. Non si può però dire che il giudice amministrativo si sia allineato a tali indicazioni, le decisioni dell’ultimo decennio mostrano, piuttosto, l’innesto delle tecniche proprie del processo impugnatorio sul giudizio di risarcimento e dei relativi limiti; la colpa d’apparato non viene messa a fuoco ma viene identificata con “figure sintomatiche”, che ricalcano, in forma aggravata, i tradizionali vizi di legittimità del provvedimento amministrativo. Questo lavoro intende proporre una ricostruzione diversa, tesa a valorizzare, traendo spunto da un’illustre dottrina e dalla disciplina del Codice del processo amministrativo, i profili di “relazionalità” della colpa d’apparato. Non la si considererà più come una nozione irrelata ed a se stante quanto, piuttosto, come il risultato (di una sintesi) delle condotte procedimentali.
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