Il presente lavoro costituisce il primo rapporto sugli impatti da fruizione sulla componente abiotica dell’habitat prioritario *2250 “Dune costiere con Juniperus spp” del sito SIC “Stagno di Piscinnì” ITB042218. Le ricerche sono state avviate parallelamente all’azione A2 (Studi sedimentologici e dinamica marino-costiera) e sono aggiornate al 30/11/2009. In data odierna (consegna formale del 21/12/2009) sono disponibili nuovi dati sedimentologici che scaturiscono dalla chiusura dell’azione A2. Non avendo a disposizione il tempo necessario per aggiornare la presente relazione alla data odierna, desideriamo informare il lettore che a questo primo rapporto ne seguirà un secondo (non richiesto dal Progetto) aggiornato con i risultati conclusivi del primo anno di attività di studi sedimentologici e morfodinamici. Lo studio è iniziato dalla ricostruzione dell'evoluzione storica dell’area SIC “Stagno di Piscinnì” ITB042218 basata sull’interpretazione dei dati aerofotogrammetrici e cartografici, previa opportuna georeferenziazione. Dai vari archivi e banche dati (Osservatorio Coste E Ambiente Naturale Sottomarino - O.C.E.A.N.S., Regione Autonoma della Sardegna -R.A.S., Dipartimento di Scienze della Terra - DI.S.TER., Dipartimento di Geoingegneria e Tecnologie Ambientali - D.I.G.I.T.A.) si è attinto per analizzare carte e riprese aeree dagli anni ‘50 al 2006. Nel testo, l’area del SIC viene descritta da Sud-Est verso Nord-Ovest mediante una suddivisione in tre quadranti. Si è ricostruita l’evoluzione storica cercando di inquadrare, descrivere e, laddove è stato possibile, quantificare le modificazioni della fisiografia (spostamento della linea di riva, grado e tempistica di frammentazione degli adunamenti e della vegetazione, modificazione dell’idrografia e delle aree umide, ampiezza delle berme) delle aree SIC. La documentazione video e fotografica, raccolta durante i rilievi di terreno, ha permesso di descrivere i processi naturali, individuare i fattori di pressione antropica in atto e di implementare il quadro dei dati rilevati in situ e da fotointerpretazione. Le quattro campagne di acquisizione dati, di tutto il sistema di spiaggia (zona dunare – zona di spiaggia emersa – zona di spiaggia sottomarina), hanno permesso di ricostruire lo scenario evolutivo ed entrare nel vivo dei processi in atto. Lo standard metodologico e strumentale di riferimento è derivato dalle esperienze maturate durante l’esecuzione dei progetti EUROSION e INTERREG IIIA GERER. Le missioni sul campo hanno avuto inizio nel mese di gennaio 2009 (precedute dall’analisi dello stato dell’arte) con i primi sopralluoghi esplorativi; in parallelo sono state pianificate e organizzate le quattro campagne di misura specifiche per l’area terra-mare (descritte nel rapporto dedicato all’espletamento dell’azione A2 - Rapporto preliminare azione A2), per un totale complessivo di otto campagne per le due azioni suddivise in 41 giornate. I dati ricavati, ottenuti dai rilievi strumentali e dalle misure in situ, e utilizzati per la stesura del rapporto sugli studi sedimentologici e di dinamica marino-costiera (azione A2), sono stati di fondamentale supporto anche per l’applicazione del modello di indagine sulla vulnerabilità all’erosione della zona dunare (approccio che verrà descritto nelle pagine seguenti). Infatti i modelli atti a valutare gli impatti (naturali ed antropici) e i loro effetti, dai quali poi si individuano situazioni di criticità, potenziali e/o in atto, da essi derivati, possono essere ragionevolmente e utilmente applicati solo se si dispone di un robusto quadro scientifico di base relativo ai processi geomorfologici, di scambio sedimentario e di assetto terra-mare, evolutivo e attuale, complessivo. Senza questi dati le valutazioni sugli impatti resterebbero un puro esercizio teorico e potrebbero orientare verso scelte gestionali di comodo, fuorvianti se non addirittura controproducenti. L’azione A5 si è sviluppata parallelamente alla ricostruzione dell’evoluzione storica, con una approfondita ricerca bibliografica a cui è seguita l’analisi critica del background scientifico sul sistema spiaggia (con particolare riferimento alle zone dunari costiere). Sono stati selezionati, analizzati e discussi circa 180 lavori tra pubblicazioni sulle principali riviste scientifiche internazionali, manuali e testi specialistici. La disamina e l’analisi critica della letteratura esistente a livello globale si è incentrata sulla definizione dei processi alla base della formazione delle dune e delle loro modificazioni, sulle classificazioni e sulle misure di indicatori geomorfologico/sedimentologici significativi. Inoltre sono state esaminate le metodologie più recenti utilizzate per definire il grado di vulnerabilità (in senso geologico) all’erosione dei sistemi di spiaggia (zona dunare costiera), sottoposti ad elevato carico antropico. Questa attività ha richiesto circa tre mesi di lavoro e i risultati sono stati trasferiti, in termini di standard strumentali e metodologici, ai partner già dalla 1° riunione di Cagliari il 20/04/2009. Considerato che in letteratura possono trovarsi diverse definizioni di vulnerabilità che fanno principalmente riferimento a valori economici dei beni infrastrutturali (es.: vulnerabilità geomorfologica – Panizza, 2005), per maggiore chiarezza, desideriamo precisare che in questo lavoro il gruppo dell’UC DST intende, per vulnerabilità, l’accezione etimologica del termine, e cioè: “l’essere vulnerabile”, “l’essere attaccato e danneggiato”, con particolare riferimento al senso fisico-geologico. Dunque, per la presente analisi degli impatti da fruizione, si è convinti che l’approccio metodologico e di studio più in armonia con l’obiettivo della conservazione, sia quello legato al concetto considerato coerente anche da Williams, A.T. et alii, 1993 e Williams, A.T. et alii, 2001. Il complesso percorso metodologico, attuato nel presente lavoro, fornisce una valutazione semi-quantitativa delle caratteristiche fisiografiche e delle pressioni antropiche che possono rendere le dune costiere vulnerabili all’erosione (Williams et alii, 1993; Williams et alii, 1994; Williams et alii, 2001a e 2001b) Per realizzare questo obiettivo sono stati, preliminarmente, esaminati tutti gli studi precedenti e le ricerche, di base e applicata, reperibili in letteratura. Successivamente sono state, quindi, adattate e messe in pratica le procedure e le metodologie di indagine più idonee alla nostra area di studio, per la valutazione degli impatti (dovuti sia a processi naturali sia ad azioni legate all’attività umana) e della vulnerabilità delle dune all’erosione e della capacità di carico della spiaggia. Per la valutazione degli impatti sono state effettuate riprese video e fotografiche utili per definire le dinamiche attuali legate ai processi naturali, le pressioni antropiche e le loro interferenze. In parallelo sono stati avviati tutti gli studi sedimentologici e geomorfologici, necessari per un esaustivo inquadramento dei processi naturali in atto e di quelli passati. In conclusione sono stati applicati, per la valutazione della vulnerabilità all’erosione del complesso dunare, il D.V.I. (Dune Vulnerabiliy Index) sviluppato da Williams et alii (1993) e, per la valutazione della capacità di carico, i video-derivated C.S.I.s (Coastal State Indicators) sviluppato da Jiménez et alii (2007). L’azione A5, ed in particolare, la valutazione degli impatti, il calcolo del D.V.I. e la valutazione della capacità di carico, non sarebbe stata attuabile senza i dati e le attività di ricerca dell’azione A2.

ANALISI DEGLI IMPATTI DA FRUIZIONE SULL’HABITAT PRIORITARIO *2250 “DUNE COSTIERE CON JUNIPERUS SPP.” - SIC “STAGNO DI PISCINNÌ” (ITB042218)

DEMURO, SANDRO;KALB, CLAUDIO;IBBA, ANGELO;
2009-01-01

Abstract

Il presente lavoro costituisce il primo rapporto sugli impatti da fruizione sulla componente abiotica dell’habitat prioritario *2250 “Dune costiere con Juniperus spp” del sito SIC “Stagno di Piscinnì” ITB042218. Le ricerche sono state avviate parallelamente all’azione A2 (Studi sedimentologici e dinamica marino-costiera) e sono aggiornate al 30/11/2009. In data odierna (consegna formale del 21/12/2009) sono disponibili nuovi dati sedimentologici che scaturiscono dalla chiusura dell’azione A2. Non avendo a disposizione il tempo necessario per aggiornare la presente relazione alla data odierna, desideriamo informare il lettore che a questo primo rapporto ne seguirà un secondo (non richiesto dal Progetto) aggiornato con i risultati conclusivi del primo anno di attività di studi sedimentologici e morfodinamici. Lo studio è iniziato dalla ricostruzione dell'evoluzione storica dell’area SIC “Stagno di Piscinnì” ITB042218 basata sull’interpretazione dei dati aerofotogrammetrici e cartografici, previa opportuna georeferenziazione. Dai vari archivi e banche dati (Osservatorio Coste E Ambiente Naturale Sottomarino - O.C.E.A.N.S., Regione Autonoma della Sardegna -R.A.S., Dipartimento di Scienze della Terra - DI.S.TER., Dipartimento di Geoingegneria e Tecnologie Ambientali - D.I.G.I.T.A.) si è attinto per analizzare carte e riprese aeree dagli anni ‘50 al 2006. Nel testo, l’area del SIC viene descritta da Sud-Est verso Nord-Ovest mediante una suddivisione in tre quadranti. Si è ricostruita l’evoluzione storica cercando di inquadrare, descrivere e, laddove è stato possibile, quantificare le modificazioni della fisiografia (spostamento della linea di riva, grado e tempistica di frammentazione degli adunamenti e della vegetazione, modificazione dell’idrografia e delle aree umide, ampiezza delle berme) delle aree SIC. La documentazione video e fotografica, raccolta durante i rilievi di terreno, ha permesso di descrivere i processi naturali, individuare i fattori di pressione antropica in atto e di implementare il quadro dei dati rilevati in situ e da fotointerpretazione. Le quattro campagne di acquisizione dati, di tutto il sistema di spiaggia (zona dunare – zona di spiaggia emersa – zona di spiaggia sottomarina), hanno permesso di ricostruire lo scenario evolutivo ed entrare nel vivo dei processi in atto. Lo standard metodologico e strumentale di riferimento è derivato dalle esperienze maturate durante l’esecuzione dei progetti EUROSION e INTERREG IIIA GERER. Le missioni sul campo hanno avuto inizio nel mese di gennaio 2009 (precedute dall’analisi dello stato dell’arte) con i primi sopralluoghi esplorativi; in parallelo sono state pianificate e organizzate le quattro campagne di misura specifiche per l’area terra-mare (descritte nel rapporto dedicato all’espletamento dell’azione A2 - Rapporto preliminare azione A2), per un totale complessivo di otto campagne per le due azioni suddivise in 41 giornate. I dati ricavati, ottenuti dai rilievi strumentali e dalle misure in situ, e utilizzati per la stesura del rapporto sugli studi sedimentologici e di dinamica marino-costiera (azione A2), sono stati di fondamentale supporto anche per l’applicazione del modello di indagine sulla vulnerabilità all’erosione della zona dunare (approccio che verrà descritto nelle pagine seguenti). Infatti i modelli atti a valutare gli impatti (naturali ed antropici) e i loro effetti, dai quali poi si individuano situazioni di criticità, potenziali e/o in atto, da essi derivati, possono essere ragionevolmente e utilmente applicati solo se si dispone di un robusto quadro scientifico di base relativo ai processi geomorfologici, di scambio sedimentario e di assetto terra-mare, evolutivo e attuale, complessivo. Senza questi dati le valutazioni sugli impatti resterebbero un puro esercizio teorico e potrebbero orientare verso scelte gestionali di comodo, fuorvianti se non addirittura controproducenti. L’azione A5 si è sviluppata parallelamente alla ricostruzione dell’evoluzione storica, con una approfondita ricerca bibliografica a cui è seguita l’analisi critica del background scientifico sul sistema spiaggia (con particolare riferimento alle zone dunari costiere). Sono stati selezionati, analizzati e discussi circa 180 lavori tra pubblicazioni sulle principali riviste scientifiche internazionali, manuali e testi specialistici. La disamina e l’analisi critica della letteratura esistente a livello globale si è incentrata sulla definizione dei processi alla base della formazione delle dune e delle loro modificazioni, sulle classificazioni e sulle misure di indicatori geomorfologico/sedimentologici significativi. Inoltre sono state esaminate le metodologie più recenti utilizzate per definire il grado di vulnerabilità (in senso geologico) all’erosione dei sistemi di spiaggia (zona dunare costiera), sottoposti ad elevato carico antropico. Questa attività ha richiesto circa tre mesi di lavoro e i risultati sono stati trasferiti, in termini di standard strumentali e metodologici, ai partner già dalla 1° riunione di Cagliari il 20/04/2009. Considerato che in letteratura possono trovarsi diverse definizioni di vulnerabilità che fanno principalmente riferimento a valori economici dei beni infrastrutturali (es.: vulnerabilità geomorfologica – Panizza, 2005), per maggiore chiarezza, desideriamo precisare che in questo lavoro il gruppo dell’UC DST intende, per vulnerabilità, l’accezione etimologica del termine, e cioè: “l’essere vulnerabile”, “l’essere attaccato e danneggiato”, con particolare riferimento al senso fisico-geologico. Dunque, per la presente analisi degli impatti da fruizione, si è convinti che l’approccio metodologico e di studio più in armonia con l’obiettivo della conservazione, sia quello legato al concetto considerato coerente anche da Williams, A.T. et alii, 1993 e Williams, A.T. et alii, 2001. Il complesso percorso metodologico, attuato nel presente lavoro, fornisce una valutazione semi-quantitativa delle caratteristiche fisiografiche e delle pressioni antropiche che possono rendere le dune costiere vulnerabili all’erosione (Williams et alii, 1993; Williams et alii, 1994; Williams et alii, 2001a e 2001b) Per realizzare questo obiettivo sono stati, preliminarmente, esaminati tutti gli studi precedenti e le ricerche, di base e applicata, reperibili in letteratura. Successivamente sono state, quindi, adattate e messe in pratica le procedure e le metodologie di indagine più idonee alla nostra area di studio, per la valutazione degli impatti (dovuti sia a processi naturali sia ad azioni legate all’attività umana) e della vulnerabilità delle dune all’erosione e della capacità di carico della spiaggia. Per la valutazione degli impatti sono state effettuate riprese video e fotografiche utili per definire le dinamiche attuali legate ai processi naturali, le pressioni antropiche e le loro interferenze. In parallelo sono stati avviati tutti gli studi sedimentologici e geomorfologici, necessari per un esaustivo inquadramento dei processi naturali in atto e di quelli passati. In conclusione sono stati applicati, per la valutazione della vulnerabilità all’erosione del complesso dunare, il D.V.I. (Dune Vulnerabiliy Index) sviluppato da Williams et alii (1993) e, per la valutazione della capacità di carico, i video-derivated C.S.I.s (Coastal State Indicators) sviluppato da Jiménez et alii (2007). L’azione A5, ed in particolare, la valutazione degli impatti, il calcolo del D.V.I. e la valutazione della capacità di carico, non sarebbe stata attuabile senza i dati e le attività di ricerca dell’azione A2.
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