Il saggio contiene la prima parte dell'edizione diplomatica dei documenti relativi alla Sardegna conservati nel fondo Diplomatico Alliata dell'Archivio di Stato di Pisa. Il Diplomatico Alliata, uno dei più importanti dell’Archivio di Stato di Pisa, è costituito da 961 pergamene degli anni 1103-1782 (sec. XII 3; sec. XIII 86; sec. XIV 872), facenti parte dell’archivio privato di una tra le principali famiglie pisane del Medioevo, della quale sono noti gli stretti legami con l’Isola. L’attività degli Alliata in Sardegna si colloca tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, un periodo denso di avvenimenti e di trasformazioni per l’isola. La base dei loro traffici fu Castel di Castro, dove risultano redatte la maggior parte delle pergamene esaminate, ma una certa importanza ebbe anche Villa di Chiesa. Da un’accurata indagine condotta sugli inventari a regesto del Diplomatico Alliata sono emerse 193 pergamene riguardanti la Sardegna, contenenti nel complesso 229 atti notarili compresi tra il 1261 e il 1375. L'edizione dei documenti è preceduta da un'ampia introduzione in cui si forniscono notizie sul fondo consultato, sulla tradizione e sul contenuto dei documenti, sui loro caratteri intrinseci ed estrinseci, sugli usi cronologici. Ampio spazio viene dedicato all'analisi del contenuto dei documenti, in particolare, vengono studiati i rapporti tra i membri della famiglia Alliata e la Sardegna; gli Alliata e la questione della tutela dell'erede di Neri da Riglione, borghese di Cagliari; le figure di Ciolo Formentini "civis pisanus habitator Ville Ecclesie de Sigerro" e di Benuto Talercio di Ischia, borghese di Cagliari. I criteri di edizione delle pergamene sono quelli adottati nelle più autorevoli edizioni critiche e, in particolare, quelli dettati dall’Istituto Storico Italiano, da Armando Petrucci, dalla Commission Internationale de Diplomatique, da Alessandro Pratesi, da Enrico Falconi e da Giampaolo Tognetti; per diversi aspetti si è tenuto conto anche del metodo e della tecnica seguiti, anche nelle più recenti pubblicazioni, dai ricercatori e dagli archivisti pisani per l’edizione di fonti pergamenacee medievali. L’edizione è corredata da tre indici analitici: rogatari e scrittori dei documenti, antroponimi, toponimi.

Le pergamene relative alla Sardegna nel Diplomatico Alliata dell'Archivio di Stato di Pisa. Parte prima

FADDA, BIANCA
2009-01-01

Abstract

Il saggio contiene la prima parte dell'edizione diplomatica dei documenti relativi alla Sardegna conservati nel fondo Diplomatico Alliata dell'Archivio di Stato di Pisa. Il Diplomatico Alliata, uno dei più importanti dell’Archivio di Stato di Pisa, è costituito da 961 pergamene degli anni 1103-1782 (sec. XII 3; sec. XIII 86; sec. XIV 872), facenti parte dell’archivio privato di una tra le principali famiglie pisane del Medioevo, della quale sono noti gli stretti legami con l’Isola. L’attività degli Alliata in Sardegna si colloca tra la fine del XIII e l’inizio del XIV secolo, un periodo denso di avvenimenti e di trasformazioni per l’isola. La base dei loro traffici fu Castel di Castro, dove risultano redatte la maggior parte delle pergamene esaminate, ma una certa importanza ebbe anche Villa di Chiesa. Da un’accurata indagine condotta sugli inventari a regesto del Diplomatico Alliata sono emerse 193 pergamene riguardanti la Sardegna, contenenti nel complesso 229 atti notarili compresi tra il 1261 e il 1375. L'edizione dei documenti è preceduta da un'ampia introduzione in cui si forniscono notizie sul fondo consultato, sulla tradizione e sul contenuto dei documenti, sui loro caratteri intrinseci ed estrinseci, sugli usi cronologici. Ampio spazio viene dedicato all'analisi del contenuto dei documenti, in particolare, vengono studiati i rapporti tra i membri della famiglia Alliata e la Sardegna; gli Alliata e la questione della tutela dell'erede di Neri da Riglione, borghese di Cagliari; le figure di Ciolo Formentini "civis pisanus habitator Ville Ecclesie de Sigerro" e di Benuto Talercio di Ischia, borghese di Cagliari. I criteri di edizione delle pergamene sono quelli adottati nelle più autorevoli edizioni critiche e, in particolare, quelli dettati dall’Istituto Storico Italiano, da Armando Petrucci, dalla Commission Internationale de Diplomatique, da Alessandro Pratesi, da Enrico Falconi e da Giampaolo Tognetti; per diversi aspetti si è tenuto conto anche del metodo e della tecnica seguiti, anche nelle più recenti pubblicazioni, dai ricercatori e dagli archivisti pisani per l’edizione di fonti pergamenacee medievali. L’edizione è corredata da tre indici analitici: rogatari e scrittori dei documenti, antroponimi, toponimi.
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