Il saggio propone un possibile percorso per la comprensione dei caratteri della pedagogia critica italiana e dell’ermeneutica filosofica di Hans Georg Gadamer, ponendo queste due costruzioni di pensiero teorico-pratico a confronto sulla base delle due accezioni della criticità, ovvero la condizione critica, uno status problematico e potenzialmente trasformativo, in bilico tra conservazione ed innovazione, e l’atteggiamento critico intenzionale, teso all’evidenziazione degli aspetti più dubbi ed opinabili di una riflessione. Emergono così le specificità della ragione pedagogica e della ragione ermeneutica, tra cui la prima e fondamentale affinità reciproca, per cui sono entrambe situate e classificate nella dimensione pratica, in un orientamento all’etica e al giudizio, piuttosto che ad una razionalità meramente teorica che si professi come esaustiva. Soprattutto, l’analisi presta grande attenzione ai modi in cui esse elaborano la mediazione tra la singolarità della persona e la sua appartenenza ad un contesto sociale ed ancor più ad una comune ed originaria destinazione di humanitas. E’ quella posizione mediana, quello stare o porsi tra, costituirsi come un ponte, una cerniera temporale tra le generazioni umane, che appartiene all’agire educativo regolato dalla pedagogia, così come all’ermeneutica, l’oggetto principale della ricerca e dell’interrogazione: come si caratterizza, qual è la sua natura, funzione, ruolo, essenza, rappresentazione, senso? Fra i diversi termini (ad esempio mediatori, giocatori, arbitri) che possono essere accostati ai protagonisti della pedagogia e dell’educazione, da una parte, e dell’ermeneutica, dall’altra, per identificare la loro posizione nella relazione, quali ci appaiono più corretti e consoni, e che cosa indicano e significano per noi? E come essi descrivono e raffigurano, anche metaforicamente, la lotta, il contrasto, la polemica, a volte, e in ogni caso la dialettica, fra il singolo, con la sua coscienza individuale, e la comunità umana sociale e culturale, con il suo spirito oggettivo, che detta altrimenti o per altri versi è anche la dialettica tra innovazione e conservazione?
Pedagogia critica e criticità dell'ermeneutica. intersezioni, affinità, differenze
DEIANA, SALVATORE
2009-01-01
Abstract
Il saggio propone un possibile percorso per la comprensione dei caratteri della pedagogia critica italiana e dell’ermeneutica filosofica di Hans Georg Gadamer, ponendo queste due costruzioni di pensiero teorico-pratico a confronto sulla base delle due accezioni della criticità, ovvero la condizione critica, uno status problematico e potenzialmente trasformativo, in bilico tra conservazione ed innovazione, e l’atteggiamento critico intenzionale, teso all’evidenziazione degli aspetti più dubbi ed opinabili di una riflessione. Emergono così le specificità della ragione pedagogica e della ragione ermeneutica, tra cui la prima e fondamentale affinità reciproca, per cui sono entrambe situate e classificate nella dimensione pratica, in un orientamento all’etica e al giudizio, piuttosto che ad una razionalità meramente teorica che si professi come esaustiva. Soprattutto, l’analisi presta grande attenzione ai modi in cui esse elaborano la mediazione tra la singolarità della persona e la sua appartenenza ad un contesto sociale ed ancor più ad una comune ed originaria destinazione di humanitas. E’ quella posizione mediana, quello stare o porsi tra, costituirsi come un ponte, una cerniera temporale tra le generazioni umane, che appartiene all’agire educativo regolato dalla pedagogia, così come all’ermeneutica, l’oggetto principale della ricerca e dell’interrogazione: come si caratterizza, qual è la sua natura, funzione, ruolo, essenza, rappresentazione, senso? Fra i diversi termini (ad esempio mediatori, giocatori, arbitri) che possono essere accostati ai protagonisti della pedagogia e dell’educazione, da una parte, e dell’ermeneutica, dall’altra, per identificare la loro posizione nella relazione, quali ci appaiono più corretti e consoni, e che cosa indicano e significano per noi? E come essi descrivono e raffigurano, anche metaforicamente, la lotta, il contrasto, la polemica, a volte, e in ogni caso la dialettica, fra il singolo, con la sua coscienza individuale, e la comunità umana sociale e culturale, con il suo spirito oggettivo, che detta altrimenti o per altri versi è anche la dialettica tra innovazione e conservazione?I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.