Da una prospettiva sociologica l’analisi dei cambiamenti organizzativi è vista non in termini settoriali, ma come inserita all’interno di determinati processi storici e contesti socio-istituzionali . Perciò l’analisi dei nuovi strumenti organizzativi, tecniche, mansioni e competenze oggi richiesti alle amministrazioni pubbliche e ai loro funzionari – oggetto del presente volume - è ricondotta in questo contributo all’adozione di un modello organizzativo da considerarsi non solo in termini di efficacia ed efficienza rispetto a quello precedente ma anche di adeguatezza rispetto ad un nuovo paradigma, il quale spinge le democrazie contemporanee a ridefinire il rapporto tra élite al potere e società civile e quindi le forme e pratiche istituzionali nelle quali tale rapporto si struttura. I profondi cambiamenti che attraversano negli ultimi decenni le società democratiche industrializzate hanno infatti mutato i valori e i miti, i linguaggi e le retoriche alla base dei modelli organizzativi. La terminologia maggiormente utilizzata per indicare tali cambiamenti è costruita per contrasto con le principali caratteristiche del paradigma della modernità : post-materialismo, post-industrialismo o post-fordismo, post-democrazia, post-moderno. Ognuna delle definizioni mette in evidenza un aspetto più o meno ampio del mutamento, che non ha risparmiato neanche il settore della Pubblica Amministrazione, per il quale si parla di “post-burocrazia”. Per questo motivo il presente contributo partirà considerando brevemente l’ascesa e la crisi della burocrazia, come modello che nella modernità ha precipuamente orientato l’organizzazione delle pubbliche amministrazioni, ricollegandola alla parabola istituzionale dello Stato moderno, inteso come principale arena della regolazione politica, sociale ed economica nelle società occidentali. A partire dalla formazione dell’istituto statale in Francia e nel Regno Unito, verranno distinte due diverse forme nelle quali storicamente si è articolato il rapporto tra Stato e società e, conseguentemente, organizzato l’apparato burocratico. Il caso italiano verrà illustrato come esempio in cui alla debolezza regolativa di una forma istituzionale rigida e centralistica corrisponde la forza di pratiche informali impiantate sullo scambio clientelare tra cittadini ed élite politico-burocratica. L’analisi delle criticità e dei fallimenti della burocrazia verranno perciò messe in relazione con quelle proprie dello Stato moderno, ed in particolare alla crisi dei sistemi di welfare. Del modello “post-burocratico”, caratterizzato dall’introduzione di criteri organizzativi delle aziende private nelle pubbliche amministrazioni, verranno distinte due versioni: la prima, identificata nel New Public Management, fa maggiore riferimento ai criteri di mercato; la seconda, con la sua enfasi sulla governance delle reti di azione pubblica, ribadisce come valore la salvaguardia dell’interesse collettivo. A questa seconda versione della post-burocrazia verrà ricollegato il modello di Pubblica Amministrazione verso il quale l’Unione europea (Ue) sembra propendere ai fini della costruzione di uno “spazio amministrativo” nel quale convergano le amministrazioni dei diversi Stati-Membri. Le riforme della Pubblica Amministrazione avviate in Italia negli ultimi quindici anni sono in conclusione interpretate come parte di questo ampio processo che, tra resistenze e graduali avvicinamenti al modello europeo, porta il Paese a confrontarsi con un urgente compito di riorganizzazione settoriale ma anche di rinnovamento politico e sociale.

Il modello post-burocratico, tra management e governance, nel processo di riforma della Pubblica Amministrazione

CASULA, CLEMENTINA
2008-01-01

Abstract

Da una prospettiva sociologica l’analisi dei cambiamenti organizzativi è vista non in termini settoriali, ma come inserita all’interno di determinati processi storici e contesti socio-istituzionali . Perciò l’analisi dei nuovi strumenti organizzativi, tecniche, mansioni e competenze oggi richiesti alle amministrazioni pubbliche e ai loro funzionari – oggetto del presente volume - è ricondotta in questo contributo all’adozione di un modello organizzativo da considerarsi non solo in termini di efficacia ed efficienza rispetto a quello precedente ma anche di adeguatezza rispetto ad un nuovo paradigma, il quale spinge le democrazie contemporanee a ridefinire il rapporto tra élite al potere e società civile e quindi le forme e pratiche istituzionali nelle quali tale rapporto si struttura. I profondi cambiamenti che attraversano negli ultimi decenni le società democratiche industrializzate hanno infatti mutato i valori e i miti, i linguaggi e le retoriche alla base dei modelli organizzativi. La terminologia maggiormente utilizzata per indicare tali cambiamenti è costruita per contrasto con le principali caratteristiche del paradigma della modernità : post-materialismo, post-industrialismo o post-fordismo, post-democrazia, post-moderno. Ognuna delle definizioni mette in evidenza un aspetto più o meno ampio del mutamento, che non ha risparmiato neanche il settore della Pubblica Amministrazione, per il quale si parla di “post-burocrazia”. Per questo motivo il presente contributo partirà considerando brevemente l’ascesa e la crisi della burocrazia, come modello che nella modernità ha precipuamente orientato l’organizzazione delle pubbliche amministrazioni, ricollegandola alla parabola istituzionale dello Stato moderno, inteso come principale arena della regolazione politica, sociale ed economica nelle società occidentali. A partire dalla formazione dell’istituto statale in Francia e nel Regno Unito, verranno distinte due diverse forme nelle quali storicamente si è articolato il rapporto tra Stato e società e, conseguentemente, organizzato l’apparato burocratico. Il caso italiano verrà illustrato come esempio in cui alla debolezza regolativa di una forma istituzionale rigida e centralistica corrisponde la forza di pratiche informali impiantate sullo scambio clientelare tra cittadini ed élite politico-burocratica. L’analisi delle criticità e dei fallimenti della burocrazia verranno perciò messe in relazione con quelle proprie dello Stato moderno, ed in particolare alla crisi dei sistemi di welfare. Del modello “post-burocratico”, caratterizzato dall’introduzione di criteri organizzativi delle aziende private nelle pubbliche amministrazioni, verranno distinte due versioni: la prima, identificata nel New Public Management, fa maggiore riferimento ai criteri di mercato; la seconda, con la sua enfasi sulla governance delle reti di azione pubblica, ribadisce come valore la salvaguardia dell’interesse collettivo. A questa seconda versione della post-burocrazia verrà ricollegato il modello di Pubblica Amministrazione verso il quale l’Unione europea (Ue) sembra propendere ai fini della costruzione di uno “spazio amministrativo” nel quale convergano le amministrazioni dei diversi Stati-Membri. Le riforme della Pubblica Amministrazione avviate in Italia negli ultimi quindici anni sono in conclusione interpretate come parte di questo ampio processo che, tra resistenze e graduali avvicinamenti al modello europeo, porta il Paese a confrontarsi con un urgente compito di riorganizzazione settoriale ma anche di rinnovamento politico e sociale.
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