Los culpables, premio di Narrativa Antonin Artaud, inedito in Italia, tradotto da Maria Cristina Secci Una celebrità della canzone ranchera, un calciatore in declino, uno sceneggiatore alle prese con una tastiera senza ñ e un’iguana che si perde nei momenti critici, sono alcuni tra gli esseri che popolano i nuovi racconti di Juan Villoro. La concentrazione di umorismo e di tensione in queste pagine è altissima. Sei straordinari racconti e un romanzo breve, in cui i protagonisti sono colti all’apice dei loro conflitti personali, sia che decidano di commettere un omicidio, di tradire un amico o di girare una scena di nudo che potrebbe rovinargli la carriera. Scrittore dallo stile originale e fulminante, Villoro in questi racconti rinnova la propria prosa per poter esplorare i vari registri dell’oralità degli imprevedibili e complessi soggetti messicani. L’autore gioca con i cliché che contraddistinguono il proprio paese e ricorda che, ad un amico che temeva di trasferirsi in Messico, Burroughs rispose: “Non ti preoccupare. I Messicani non uccidono che i loro amici” Juan Villoro è nato a Città del Messico nel 1956. Scrive soggetti per la radio e il teatro, è stato diplomatico, traduttore. Ha collaborato con importanti riviste culturali come “Vuelta”, “Nexos”, “La Jornada” e dedicato molteplici saggi ad autori latinoamericani e alla metropoli che ne è capitale. Attualmente, ogni venerdì, pubblica una rubrica sul quotidiano “Reforma”. Tra i riconoscimenti all’autore il premio di traduzione Cuauhtémoc nel 1988, il prestigioso Premio Xavier Villaurrutia nel 1999, il V Premio di Narrativa Antonin Artaud per Los culpables, nel 2008. Ricordiamo quindi i romanzi El disparo de argón (1991), Materia dispuesta (1997); le raccolte di racconti La alcoba dormida (1992), Autopista sanguijuela 1998), La casa pierde (1999).
"I colpevoli" di Juan Villoro
SECCI, MARIA CRISTINA
2009-01-01
Abstract
Los culpables, premio di Narrativa Antonin Artaud, inedito in Italia, tradotto da Maria Cristina Secci Una celebrità della canzone ranchera, un calciatore in declino, uno sceneggiatore alle prese con una tastiera senza ñ e un’iguana che si perde nei momenti critici, sono alcuni tra gli esseri che popolano i nuovi racconti di Juan Villoro. La concentrazione di umorismo e di tensione in queste pagine è altissima. Sei straordinari racconti e un romanzo breve, in cui i protagonisti sono colti all’apice dei loro conflitti personali, sia che decidano di commettere un omicidio, di tradire un amico o di girare una scena di nudo che potrebbe rovinargli la carriera. Scrittore dallo stile originale e fulminante, Villoro in questi racconti rinnova la propria prosa per poter esplorare i vari registri dell’oralità degli imprevedibili e complessi soggetti messicani. L’autore gioca con i cliché che contraddistinguono il proprio paese e ricorda che, ad un amico che temeva di trasferirsi in Messico, Burroughs rispose: “Non ti preoccupare. I Messicani non uccidono che i loro amici” Juan Villoro è nato a Città del Messico nel 1956. Scrive soggetti per la radio e il teatro, è stato diplomatico, traduttore. Ha collaborato con importanti riviste culturali come “Vuelta”, “Nexos”, “La Jornada” e dedicato molteplici saggi ad autori latinoamericani e alla metropoli che ne è capitale. Attualmente, ogni venerdì, pubblica una rubrica sul quotidiano “Reforma”. Tra i riconoscimenti all’autore il premio di traduzione Cuauhtémoc nel 1988, il prestigioso Premio Xavier Villaurrutia nel 1999, il V Premio di Narrativa Antonin Artaud per Los culpables, nel 2008. Ricordiamo quindi i romanzi El disparo de argón (1991), Materia dispuesta (1997); le raccolte di racconti La alcoba dormida (1992), Autopista sanguijuela 1998), La casa pierde (1999).I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.