La potenzialità dei progetti culturali nell’attivare processi di sviluppo territoriale e presunte ricadute economiche e sociali virtuose è diventata un’acquisizione quasi banale che rischia spesso di tradursi in una mera retorica. In un contesto di trasformazione neoliberale della governance urbana, il ricorso alla cultura, come risposta alla crisi e intesa come strumento “nobile” di sviluppo, chiama in causa una serie di valori legati alla creatività e al patrimonio storico, monumentale, architettonico/artistico; questi interagiscono con i dispositivi tipici della comunicazione come il marketing e il branding urbano. Si assiste così a un’intensa produzione d’immagini, di discorsi e di rappresentazioni (volti a creare consenso politico) che vogliono rendere competitive e attrattive le città, tentando di intercettare capitali e flussi turistici internazionali. Tali processi producono tuttavia effetti sulla trasformazione del paesaggio urbano. Il caso di Cagliari è a suo modo emblematico, perché palesa la controversa varietà delle declinazioni che può assumere la Cultura, anche in un contesto locale-provinciale, quando venga utilizzata in funzione taumaturgica, come soluzione di tutti i problemi della città. Nel decennio 2001-2010, e poi successivamente, sul filo rosso di una retorica che vede Cagliari promossa da “Capitale del Mediterraneo” a candidata finalista a “Capitale europea della cultura 2019”, vediamo il prodursi di una sequenza di “risposte” generate da slogan, progetti e interventi che mirano ad arginare la perdita di centralità del capoluogo sardo attraverso la creazione di luoghi/eventi che ne dovrebbero arricchire l’offerta culturale, fungendo da potenziali attrattori di flussi finanziari e turistici. Ci chiediamo quanto dietro alcune strategie pubbliche di riqualificazione e di riuso culturale di spazi riconvertiti, apparentemente destinate a rispondere alle esigenze dei cittadini, si possano invece palesare interessi privati che sostengono, scaturiscono o anticipano le nuove norme standardizzate di imprenditorializzazione della città e dei suoi spazi.
Trasformazioni del paesaggio urbano come risposta alla crisi: ambizioni, discorsi e strumentalizzazioni culturali a Cagliari
CATTEDRA, RAFFAELE;TANCA, MARCELLO
2016-01-01
Abstract
La potenzialità dei progetti culturali nell’attivare processi di sviluppo territoriale e presunte ricadute economiche e sociali virtuose è diventata un’acquisizione quasi banale che rischia spesso di tradursi in una mera retorica. In un contesto di trasformazione neoliberale della governance urbana, il ricorso alla cultura, come risposta alla crisi e intesa come strumento “nobile” di sviluppo, chiama in causa una serie di valori legati alla creatività e al patrimonio storico, monumentale, architettonico/artistico; questi interagiscono con i dispositivi tipici della comunicazione come il marketing e il branding urbano. Si assiste così a un’intensa produzione d’immagini, di discorsi e di rappresentazioni (volti a creare consenso politico) che vogliono rendere competitive e attrattive le città, tentando di intercettare capitali e flussi turistici internazionali. Tali processi producono tuttavia effetti sulla trasformazione del paesaggio urbano. Il caso di Cagliari è a suo modo emblematico, perché palesa la controversa varietà delle declinazioni che può assumere la Cultura, anche in un contesto locale-provinciale, quando venga utilizzata in funzione taumaturgica, come soluzione di tutti i problemi della città. Nel decennio 2001-2010, e poi successivamente, sul filo rosso di una retorica che vede Cagliari promossa da “Capitale del Mediterraneo” a candidata finalista a “Capitale europea della cultura 2019”, vediamo il prodursi di una sequenza di “risposte” generate da slogan, progetti e interventi che mirano ad arginare la perdita di centralità del capoluogo sardo attraverso la creazione di luoghi/eventi che ne dovrebbero arricchire l’offerta culturale, fungendo da potenziali attrattori di flussi finanziari e turistici. Ci chiediamo quanto dietro alcune strategie pubbliche di riqualificazione e di riuso culturale di spazi riconvertiti, apparentemente destinate a rispondere alle esigenze dei cittadini, si possano invece palesare interessi privati che sostengono, scaturiscono o anticipano le nuove norme standardizzate di imprenditorializzazione della città e dei suoi spazi.File | Dimensione | Formato | |
---|---|---|---|
Cattedra Tanca Cagliari.pdf
accesso aperto
Descrizione: Testo principale
Tipologia:
versione editoriale (VoR)
Dimensione
1.41 MB
Formato
Adobe PDF
|
1.41 MB | Adobe PDF | Visualizza/Apri |
I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.