Dice Susan Sontag che tradurre vuol dire molte cose, tra cui porre in circolazione, trasportare, diffondere, spiegare e rendere (più) accessibile e che la sua motivazione è «di stampo evangelico», vale a dire quella di ampliare la cerchia di lettori di un libro considerato importante . Insomma quanto meglio tradotto, meglio letto e da un numero maggiore di lettori. Il tradurre, è risaputo, conduce poi all’asserzione di una serie di concetti quasi morali o etici come la fedeltà, l’adesione, l’accuratezza e la responsabilità. L’associazione traduttore-traditore fa spesso sorridere, ma si tratta di una minaccia che pesa sulle spalle di chi esercita questo mestiere. Per sfuggire all’accusa, il testo di arrivo non dovrebbe subire perdite (contro l’irrinunciabile) né contaminazioni (contro l’identità) rispetto a quello di partenza. Eppure la cosiddetta traducibilità di un testo non è una prerogativa assoluta e a volte, come dice Paul Ricoeur, si tratta di una sfida difficile o addirittura impossibile riassunta dall’espressione francese épreuve e dal suo duplice significato di ‘pena sperimentata’ e ‘prova’ di un progetto, un desiderio. Anche di un impulso, quello di tradurre . Ma se è un narratore a tradurre, qual miglior regalo per un lettore? La stessa fortuna tocca a un traduttore se l’autore, sul cui testo lavora, conosce e pratica il suo mestiere.
Saggio sulla traduzione di "Specchietto retrovisore" di Juan Villoro
SECCI, MARIA CRISTINA
2014-01-01
Abstract
Dice Susan Sontag che tradurre vuol dire molte cose, tra cui porre in circolazione, trasportare, diffondere, spiegare e rendere (più) accessibile e che la sua motivazione è «di stampo evangelico», vale a dire quella di ampliare la cerchia di lettori di un libro considerato importante . Insomma quanto meglio tradotto, meglio letto e da un numero maggiore di lettori. Il tradurre, è risaputo, conduce poi all’asserzione di una serie di concetti quasi morali o etici come la fedeltà, l’adesione, l’accuratezza e la responsabilità. L’associazione traduttore-traditore fa spesso sorridere, ma si tratta di una minaccia che pesa sulle spalle di chi esercita questo mestiere. Per sfuggire all’accusa, il testo di arrivo non dovrebbe subire perdite (contro l’irrinunciabile) né contaminazioni (contro l’identità) rispetto a quello di partenza. Eppure la cosiddetta traducibilità di un testo non è una prerogativa assoluta e a volte, come dice Paul Ricoeur, si tratta di una sfida difficile o addirittura impossibile riassunta dall’espressione francese épreuve e dal suo duplice significato di ‘pena sperimentata’ e ‘prova’ di un progetto, un desiderio. Anche di un impulso, quello di tradurre . Ma se è un narratore a tradurre, qual miglior regalo per un lettore? La stessa fortuna tocca a un traduttore se l’autore, sul cui testo lavora, conosce e pratica il suo mestiere.File | Dimensione | Formato | |
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