Juan Villoro è un autore ben noto al pubblico italiano per la sua narrativa e per il giornalismo. Da bambino – racconta – andava spesso a teatro. Inizialmente sembrava essere quella la sua inclinazione, ma ben presto cominciò a scrivere racconti. Fu grazie alla traduzione che si riaffacciò sulla quarta parete. In più di un’occasione l’autore messicano ha evidenziato il ruolo privilegiato offerto da quell’esercizio: “Non sono un traduttore professionista, ma considero la traduzione un apprendimento. Ritengo sia un’opportunità straordinaria per uno scrittore, perché permette di addentrarsi nei misteri di altri autori e di un altro libro, di seguirne tutte le decisioni e la scelta delle espressioni”. Anche il contatto con la lingua tedesca era iniziato quando l’autore era bambino, con l’iscrizione al Colegio Alemán, e si era rinvigorito durante la permanenza – dal 1981 al 1984 – a Berlino Est, dove ricopriva l’incarico di aggregato culturale per l’Ambasciata del Messico. “Nel 1984 ho iniziato la mia prima traduzione formale, senza avere nessun contratto con una casa editrice. Si trattava di Il ritorno di Casanova, di Arthur Schnitzler”.
Prefazione [alla traduzione di "Morte Parziale" di Juan Villoro]
SECCI, MARIA CRISTINA
2015-01-01
Abstract
Juan Villoro è un autore ben noto al pubblico italiano per la sua narrativa e per il giornalismo. Da bambino – racconta – andava spesso a teatro. Inizialmente sembrava essere quella la sua inclinazione, ma ben presto cominciò a scrivere racconti. Fu grazie alla traduzione che si riaffacciò sulla quarta parete. In più di un’occasione l’autore messicano ha evidenziato il ruolo privilegiato offerto da quell’esercizio: “Non sono un traduttore professionista, ma considero la traduzione un apprendimento. Ritengo sia un’opportunità straordinaria per uno scrittore, perché permette di addentrarsi nei misteri di altri autori e di un altro libro, di seguirne tutte le decisioni e la scelta delle espressioni”. Anche il contatto con la lingua tedesca era iniziato quando l’autore era bambino, con l’iscrizione al Colegio Alemán, e si era rinvigorito durante la permanenza – dal 1981 al 1984 – a Berlino Est, dove ricopriva l’incarico di aggregato culturale per l’Ambasciata del Messico. “Nel 1984 ho iniziato la mia prima traduzione formale, senza avere nessun contratto con una casa editrice. Si trattava di Il ritorno di Casanova, di Arthur Schnitzler”.File | Dimensione | Formato | |
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