La vivace disputa filologica e interpretativa novecentesca sul testo del Galateo fa da sfondo a una rilettura inedita dello "scherzo" casiano: lo studio si interroga sulle intenzioni d'autore in figura di "vecchio idiota", sui suoi destinatari e sui suoi 'silenzi', e registra la voce di alcuni importanti lettori del trattatello fra secondo Cinquecento e primo Seicento; in un costante rimando alla biblioteca classica del Casa (con particolare riguardo all' Etica a Nicomaco), l'analisi della struttura del libro si incardina sulle tre "favole della virtù" (la megnificenza di Giberti, la magnanimità di Bandinelli, l'enigmatica "discrezione" nella phantasia di Tomarozzo), poi sull'aneddoto del "canone di Policleto", e infine sull'immagine enigmatica del Socrate "simposiaco" che prelude alla sua brusca, o interrotta, conclusione.
"Et in udendo il silentio". Una lettura del "Galateo"
CORTINI, MARIA ANTONIETTA IN SANNA
2004-01-01
Abstract
La vivace disputa filologica e interpretativa novecentesca sul testo del Galateo fa da sfondo a una rilettura inedita dello "scherzo" casiano: lo studio si interroga sulle intenzioni d'autore in figura di "vecchio idiota", sui suoi destinatari e sui suoi 'silenzi', e registra la voce di alcuni importanti lettori del trattatello fra secondo Cinquecento e primo Seicento; in un costante rimando alla biblioteca classica del Casa (con particolare riguardo all' Etica a Nicomaco), l'analisi della struttura del libro si incardina sulle tre "favole della virtù" (la megnificenza di Giberti, la magnanimità di Bandinelli, l'enigmatica "discrezione" nella phantasia di Tomarozzo), poi sull'aneddoto del "canone di Policleto", e infine sull'immagine enigmatica del Socrate "simposiaco" che prelude alla sua brusca, o interrotta, conclusione.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.