Come e perché sparisce una pratica centrale nella vita e nell’immaginario di una cultura, nel nostro caso su ballu, la danza sarda? E cosa succede quando questa memoria “tradizionale” riaffiora e si scontra con i mezzi di comunicazione di massa? La possibilità di dare risposte non banali passa attraverso la ricostruzione di trame complesse e appassionanti che si muovono fra l’analisi del rito nella sua concretezza e il ruolo che esso ha assunto come simbolo all’interno del discorso politico sardo. Il ballo diventa dunque il trait d’union grazie al quale la “tradizione” da un lato e l’autocoscienza politico-culturale dall’altro possono essere guardate diversamente e in cui l’agire dei media diviene parte attiva del gioco di costruzione delle identità. Al centro di questa trama ci sono dei corpi che sentono e che, nella danza come nella guerra, sono continuamente chiamati a dare senso alla propria esperienza e a definire la propria appartenenza. Attraverso gli strumenti della “semiotica della cultura” si delinea così quel percorso di traduzioni culturali che trae linfa dal conflitto attorno all’esistenza e al divenire della nazione sarda.
Tradurre la tradizione. Sardegna: su ballu, i corpi, la cultura
SEDDA, FRANCESCO
2003-01-01
Abstract
Come e perché sparisce una pratica centrale nella vita e nell’immaginario di una cultura, nel nostro caso su ballu, la danza sarda? E cosa succede quando questa memoria “tradizionale” riaffiora e si scontra con i mezzi di comunicazione di massa? La possibilità di dare risposte non banali passa attraverso la ricostruzione di trame complesse e appassionanti che si muovono fra l’analisi del rito nella sua concretezza e il ruolo che esso ha assunto come simbolo all’interno del discorso politico sardo. Il ballo diventa dunque il trait d’union grazie al quale la “tradizione” da un lato e l’autocoscienza politico-culturale dall’altro possono essere guardate diversamente e in cui l’agire dei media diviene parte attiva del gioco di costruzione delle identità. Al centro di questa trama ci sono dei corpi che sentono e che, nella danza come nella guerra, sono continuamente chiamati a dare senso alla propria esperienza e a definire la propria appartenenza. Attraverso gli strumenti della “semiotica della cultura” si delinea così quel percorso di traduzioni culturali che trae linfa dal conflitto attorno all’esistenza e al divenire della nazione sarda.File | Dimensione | Formato | |
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