La monografia è il secondo dei risultati cui ha condotto la ricerca, in tema di causalità giuridica, intrapresa dall'autrice. Quest'ultima, nel lavoro in oggetto, ha verificato le opinioni proposte tradizionalmente sul tema, ma ha ritenuto di poter prospettare una chiave di lettura differente dal passato. Al centro dell'opinione proposta vi è la necessità di dare pienamente conto del ruolo che riveste, nel diritto, il fatto nella sua materialità, così da riconoscere la carica di novità (costitutiva) che esso è in grado di offrire agli effetti concreti, altrimenti destinati a rimanere privi di una dimensione reale. La tesi spinge verso una revisione della teoria della rilevanza giuridica, non nelle sue premesse indeclinabili, quanto nelle sue conclusioni. Se è vero infatti che non può accedersi al fatto, se non tramite il pensiero, e nella specie attraverso lo schema della fattispecie, è altresì vero che l'ordinamento, in tanto può essere dinamico (cioè diventare reale), in quanto si postuli una coincidenza tra l'esito del giudizio giuridico concreto (dell'atto umano interpretativo), ed il fatto concreto. Ciò consente di affermare che è proprio il fatto, nella sua concretezza, a produre effetti giuridici. Tale risultato è la premessa per rivisitare diverse nozioni, nelle quali si riproduce, come nel rapporto fatto ed effetti giuridici concreti, la dualità e correlazione tra una dimensione reale ed una dimensione ideale (concreta) Così accade nella nozione di soggetto giuridico, come in quella di diritto soggettivo.
Fatto e dinamica nel diritto
UGAS, ANNA PAOLA
2011-01-01
Abstract
La monografia è il secondo dei risultati cui ha condotto la ricerca, in tema di causalità giuridica, intrapresa dall'autrice. Quest'ultima, nel lavoro in oggetto, ha verificato le opinioni proposte tradizionalmente sul tema, ma ha ritenuto di poter prospettare una chiave di lettura differente dal passato. Al centro dell'opinione proposta vi è la necessità di dare pienamente conto del ruolo che riveste, nel diritto, il fatto nella sua materialità, così da riconoscere la carica di novità (costitutiva) che esso è in grado di offrire agli effetti concreti, altrimenti destinati a rimanere privi di una dimensione reale. La tesi spinge verso una revisione della teoria della rilevanza giuridica, non nelle sue premesse indeclinabili, quanto nelle sue conclusioni. Se è vero infatti che non può accedersi al fatto, se non tramite il pensiero, e nella specie attraverso lo schema della fattispecie, è altresì vero che l'ordinamento, in tanto può essere dinamico (cioè diventare reale), in quanto si postuli una coincidenza tra l'esito del giudizio giuridico concreto (dell'atto umano interpretativo), ed il fatto concreto. Ciò consente di affermare che è proprio il fatto, nella sua concretezza, a produre effetti giuridici. Tale risultato è la premessa per rivisitare diverse nozioni, nelle quali si riproduce, come nel rapporto fatto ed effetti giuridici concreti, la dualità e correlazione tra una dimensione reale ed una dimensione ideale (concreta) Così accade nella nozione di soggetto giuridico, come in quella di diritto soggettivo.File | Dimensione | Formato | |
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