Negli ultimi decenni gli studi sviluppati in tema di tecniche di diagnosi precoce degli stati di antifunzionalità aziendale sono stati prevalentemente direzionati verso l’elaborazione di modelli sempre più raffinati ed accurati. Ciò ha portato gli studiosi a concentrarsi in primis sul miglioramento dell’efficacia dello strumento predittivo, ponendo in secondo piano gli aspetti legati alla fruibilità dello stesso da parte dei potenziali operatori. Come è agevole intuire, un tale atteggiamento ha condotto inevitabilmente ad una progressiva riduzione dell’utilizzo di questi importanti strumenti. Va precisato, di fatti, che una maggiore affidabilità diagnostica si traduce spesso in un più che proporzionale grado di complessità da gestire in sede di applicazione. Complessità intesa non solo in senso tecnico, quindi come difficoltà pratiche di utilizzo, ma anche in senso economico, quale sacrificio complessivo sopportato. Alla luce di queste osservazioni, il presente lavoro si propone di esaminare i modelli di previsione delle insolvenze osservando congiuntamente i caratteri di affidabilità ed efficienza in essi riscontrabili. Nello specifico, lo studio si innesta nell'ambito di un'ipotesi di osservatorio pubblico (su base locale) per la prevenzione ed il contenimento degli effetti socio-economici della crisi d'azienda. L’intento dell’analisi, in particolare, è quello di osservare se alcuni strumenti presenti in letteratura e ritenuti di agevole utilizzo offrano sufficienti garanzie di attendibilità a prescindere dagli interventi di adeguamento alle peculiarità delle aziende indagate. Ciò permetterebbe, invero, di ottenere considerevoli vantaggi in termini di economicità rendendo auspicabile un impiego su “larga scala” di tali strumenti. Più in dettaglio, la ricerca è stata condotta mediante un’analisi empirica volta a testare il grado di affidabilità di due noti modelli di previsione (Z1 Score di Altman e Z di Alberici) nel diagnosticare, per tempo e con buona fondatezza, lo stato di solvibilità di un campione di aziende ubicate nel territorio della provincia di Ferrara. L’analisi è stata sviluppata sulla base della logica ex post. In altri termini, i modelli sono stati applicati ad un campione di aziende per metà delle quali la crisi aveva già avuto manifestazione. Si sono, quindi, esaminati i bilanci del quinquennio precedente la manifestazione della crisi, verificando se e in che misura le previsioni formulate si fossero poi dimostrate corrette.

L'intervento pubblico a supporto della crisi aziendale - Affidabilità ed efficienza dei modelli di previsione delle insolvenze

CESTARI, GRETA;
2006-01-01

Abstract

Negli ultimi decenni gli studi sviluppati in tema di tecniche di diagnosi precoce degli stati di antifunzionalità aziendale sono stati prevalentemente direzionati verso l’elaborazione di modelli sempre più raffinati ed accurati. Ciò ha portato gli studiosi a concentrarsi in primis sul miglioramento dell’efficacia dello strumento predittivo, ponendo in secondo piano gli aspetti legati alla fruibilità dello stesso da parte dei potenziali operatori. Come è agevole intuire, un tale atteggiamento ha condotto inevitabilmente ad una progressiva riduzione dell’utilizzo di questi importanti strumenti. Va precisato, di fatti, che una maggiore affidabilità diagnostica si traduce spesso in un più che proporzionale grado di complessità da gestire in sede di applicazione. Complessità intesa non solo in senso tecnico, quindi come difficoltà pratiche di utilizzo, ma anche in senso economico, quale sacrificio complessivo sopportato. Alla luce di queste osservazioni, il presente lavoro si propone di esaminare i modelli di previsione delle insolvenze osservando congiuntamente i caratteri di affidabilità ed efficienza in essi riscontrabili. Nello specifico, lo studio si innesta nell'ambito di un'ipotesi di osservatorio pubblico (su base locale) per la prevenzione ed il contenimento degli effetti socio-economici della crisi d'azienda. L’intento dell’analisi, in particolare, è quello di osservare se alcuni strumenti presenti in letteratura e ritenuti di agevole utilizzo offrano sufficienti garanzie di attendibilità a prescindere dagli interventi di adeguamento alle peculiarità delle aziende indagate. Ciò permetterebbe, invero, di ottenere considerevoli vantaggi in termini di economicità rendendo auspicabile un impiego su “larga scala” di tali strumenti. Più in dettaglio, la ricerca è stata condotta mediante un’analisi empirica volta a testare il grado di affidabilità di due noti modelli di previsione (Z1 Score di Altman e Z di Alberici) nel diagnosticare, per tempo e con buona fondatezza, lo stato di solvibilità di un campione di aziende ubicate nel territorio della provincia di Ferrara. L’analisi è stata sviluppata sulla base della logica ex post. In altri termini, i modelli sono stati applicati ad un campione di aziende per metà delle quali la crisi aveva già avuto manifestazione. Si sono, quindi, esaminati i bilanci del quinquennio precedente la manifestazione della crisi, verificando se e in che misura le previsioni formulate si fossero poi dimostrate corrette.
2006
Crisi d'azienda, modelli predittivi, gestione pubblica della crisi aziendale, efficacia predittiva
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