Nel 1956 fu istituito il Progetto Pilota Sardegna che, interessata un’area compresa tra Oristano, Bosa e Macomer, indicativa delle zone del Mediterraneo con possibilità di crescita, intendeva stimolare un programma di sviluppo integrato a livello locale. Esperienza originale e unica, il Progetto, promosso dall’OECE, pose in essere un sistema di relazioni virtuose, una rete di scambi e di rapporti, processi di cooperazione, d’integrazione culturale, d’interconnessione economica e sociale, capaci di valorizzare i “patrimoni” manifesti e d’indurre l’emersione di potenzialità latenti, essenziali per l’attuazione dei processi di sviluppo. Le iniziative intraprese nei quattro anni in cui il Progetto Sardegna fu operativo confermarono le prospettive di una crescita basata sulla valorizzazione delle risorse e dei saperi, espressione di specifiche realtà territoriali, alla cui definizione contribuirono gli studi della sociologa Anna Anfossi e dell’economista Giuseppe Orlando. Proprio l’analisi del Piano di sviluppo tracciato da Orlando — qui proposta in relazione alle problematiche concernenti Bosa e la Planargia — consente di apprezzare il significato e la validità dell’iniziativa, ma anche di rilevare il valore del suo contributo scientifico, ancora oggi espressione di quel complesso e articolato patrimonio culturale che il Progetto Sardegna seppe sviluppare nella sua pur breve esistenza.
Piani di sviluppo locale. Giuseppe Orlando, la Zona pilota e Bosa
DI FELICE, MARIA LUISA
2016-01-01
Abstract
Nel 1956 fu istituito il Progetto Pilota Sardegna che, interessata un’area compresa tra Oristano, Bosa e Macomer, indicativa delle zone del Mediterraneo con possibilità di crescita, intendeva stimolare un programma di sviluppo integrato a livello locale. Esperienza originale e unica, il Progetto, promosso dall’OECE, pose in essere un sistema di relazioni virtuose, una rete di scambi e di rapporti, processi di cooperazione, d’integrazione culturale, d’interconnessione economica e sociale, capaci di valorizzare i “patrimoni” manifesti e d’indurre l’emersione di potenzialità latenti, essenziali per l’attuazione dei processi di sviluppo. Le iniziative intraprese nei quattro anni in cui il Progetto Sardegna fu operativo confermarono le prospettive di una crescita basata sulla valorizzazione delle risorse e dei saperi, espressione di specifiche realtà territoriali, alla cui definizione contribuirono gli studi della sociologa Anna Anfossi e dell’economista Giuseppe Orlando. Proprio l’analisi del Piano di sviluppo tracciato da Orlando — qui proposta in relazione alle problematiche concernenti Bosa e la Planargia — consente di apprezzare il significato e la validità dell’iniziativa, ma anche di rilevare il valore del suo contributo scientifico, ancora oggi espressione di quel complesso e articolato patrimonio culturale che il Progetto Sardegna seppe sviluppare nella sua pur breve esistenza.File | Dimensione | Formato | |
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