Nel 1961 Mondadori pubblica “Settimana nera”, romanzo di Enrico Emanuelli che racconta la storia di italiano, giovane e senza alcun passato fascista o colonialista, che lavora nella Somalia dell'amministrazione fiduciaria. Il romanzo denuncia la permanenza di atteggiamenti e di una mentalità di tipo coloniale, basati sulla violenza, negli italiani e in generale negli occidentali nell'Africa postcoloniale. L'anno successivo Giorgio Moser, regista già vicino ai temi africani, inizia a lavorare per la trasposizione cinematografica del libro. Il set verrà predisposto nel territorio dell'ormai indipendente Repubblica Somala. A causa dell'argomento trattato, però, la lavorazione del film è osteggiata dalla stessa comunità italiana in Somalia, che ritiene lesiva del proprio onore la rappresentazione del proprio operato offerta dalla narrazione di Emanuelli/Moser. Il saggio analizza il testo e del copione del film al fine di ricostruire il ruolo della letteratura e del cinema nell'increspare la narrazione egemone che nel dopoguerra descrive il colonialismo italiano come diverso, e nel tentare di dare voce, per la prima volta, al subalterno; contemporaneamente verranno analizzate le vicende della produzione e della ricezione del film, per verificare come le voci di dissenso vengano censurate/osteggiate/trasfigurate nel contesto di un'Italia incapace di avviare un processo di decolonizzazione.
'Settimana nera' e 'Violenza segreta'. Denuncia e rimozione dell'eredità coloniale negli anni Sessanta
DEPLANO, VALERIA
2014-01-01
Abstract
Nel 1961 Mondadori pubblica “Settimana nera”, romanzo di Enrico Emanuelli che racconta la storia di italiano, giovane e senza alcun passato fascista o colonialista, che lavora nella Somalia dell'amministrazione fiduciaria. Il romanzo denuncia la permanenza di atteggiamenti e di una mentalità di tipo coloniale, basati sulla violenza, negli italiani e in generale negli occidentali nell'Africa postcoloniale. L'anno successivo Giorgio Moser, regista già vicino ai temi africani, inizia a lavorare per la trasposizione cinematografica del libro. Il set verrà predisposto nel territorio dell'ormai indipendente Repubblica Somala. A causa dell'argomento trattato, però, la lavorazione del film è osteggiata dalla stessa comunità italiana in Somalia, che ritiene lesiva del proprio onore la rappresentazione del proprio operato offerta dalla narrazione di Emanuelli/Moser. Il saggio analizza il testo e del copione del film al fine di ricostruire il ruolo della letteratura e del cinema nell'increspare la narrazione egemone che nel dopoguerra descrive il colonialismo italiano come diverso, e nel tentare di dare voce, per la prima volta, al subalterno; contemporaneamente verranno analizzate le vicende della produzione e della ricezione del film, per verificare come le voci di dissenso vengano censurate/osteggiate/trasfigurate nel contesto di un'Italia incapace di avviare un processo di decolonizzazione.File | Dimensione | Formato | |
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