Durante il ventennio fascista la rigenerazione del corpo nazionale costituisce un obiettivo cruciale del regime, e la prospettiva imperiale rappresenta un obiettivo e un mezzo di tale progetto di trasformazione.Tanto quella ristretta porzione di italiani che va in Africa, quanto il grosso della popolazione che rimane in Italia, vengono chiamati a confrontarsi e ad adattarsi a modelli di italianità basati sul razzismo, sull'eterosessualità come valore, sul virilismo. Tali modelli sono costantemente presenti nei discorsi diMussolini, sulla stampa, nel cinema, nella letteratura, nei programmi scolastici. Il saggio riflette su come tali modelli continuino a lavorare anche dopo il 1945, mettendo in luce le continuità tra i caratteri nazionali elaborati dal discorso coloniale e l’identità degli italiani durante la Repubblica Tali interrogativi, sui quali la storiografia ha appena iniziato ad interrogarsi, sono stati affrontati per la prima volta dal cinema e la letteratura: nel 2011 il film Inconscio italiano ha provato a cercare le origini dell'identità nazionale partendo proprio dalla guerra d'Etiopia. Nel maggio 2012 Einaudi pubblica Timira, “romanzo meticcio” scritto da Wu Ming 2 e Antar Mohamed, che intreccia fiction, documenti storici, racconto autobiografico per raccontare la storia di Isabella Marincola:, di madre somala e di padre italiano, la sua storia di una italiana dalla pelle scura rappresenta un esempio di come la letteratura possa non soltanto raccontare e divulgare parti di storia marginalizzate o del tutto rimosse dalla memoria collettiva, ma anche problematizzare questo racconto. Il saggio ha un duplice obiettivo: da una parte riflettere sul ruolo della letteratura come “suggeritrice” e “anticipatrice” di percorsi che la storiografia, per necessità metodologiche e disciplinari, intraprende in ritardo. Dall'altro individuare, tra le varie tematiche presenti in “Timira”, quella dell'identità italiana che si rivela nel confronto con “l'altro” (o il presunto altro). Questo non per mantenere un taglio etnocentrico, ma al contrario per mettere a confronto le continuità tra discorso elaborato durante il colonialismo e l'autorappresentazione degli italiani che emerge dal romanzo.
Come il colonialismo ha fatto gli italiani. Il caso di “Timira” tra storia e letteratura
DEPLANO, VALERIA
2015-01-01
Abstract
Durante il ventennio fascista la rigenerazione del corpo nazionale costituisce un obiettivo cruciale del regime, e la prospettiva imperiale rappresenta un obiettivo e un mezzo di tale progetto di trasformazione.Tanto quella ristretta porzione di italiani che va in Africa, quanto il grosso della popolazione che rimane in Italia, vengono chiamati a confrontarsi e ad adattarsi a modelli di italianità basati sul razzismo, sull'eterosessualità come valore, sul virilismo. Tali modelli sono costantemente presenti nei discorsi diMussolini, sulla stampa, nel cinema, nella letteratura, nei programmi scolastici. Il saggio riflette su come tali modelli continuino a lavorare anche dopo il 1945, mettendo in luce le continuità tra i caratteri nazionali elaborati dal discorso coloniale e l’identità degli italiani durante la Repubblica Tali interrogativi, sui quali la storiografia ha appena iniziato ad interrogarsi, sono stati affrontati per la prima volta dal cinema e la letteratura: nel 2011 il film Inconscio italiano ha provato a cercare le origini dell'identità nazionale partendo proprio dalla guerra d'Etiopia. Nel maggio 2012 Einaudi pubblica Timira, “romanzo meticcio” scritto da Wu Ming 2 e Antar Mohamed, che intreccia fiction, documenti storici, racconto autobiografico per raccontare la storia di Isabella Marincola:, di madre somala e di padre italiano, la sua storia di una italiana dalla pelle scura rappresenta un esempio di come la letteratura possa non soltanto raccontare e divulgare parti di storia marginalizzate o del tutto rimosse dalla memoria collettiva, ma anche problematizzare questo racconto. Il saggio ha un duplice obiettivo: da una parte riflettere sul ruolo della letteratura come “suggeritrice” e “anticipatrice” di percorsi che la storiografia, per necessità metodologiche e disciplinari, intraprende in ritardo. Dall'altro individuare, tra le varie tematiche presenti in “Timira”, quella dell'identità italiana che si rivela nel confronto con “l'altro” (o il presunto altro). Questo non per mantenere un taglio etnocentrico, ma al contrario per mettere a confronto le continuità tra discorso elaborato durante il colonialismo e l'autorappresentazione degli italiani che emerge dal romanzo.File | Dimensione | Formato | |
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