Sono passati circa quindici anni da quando si è cominciato a ragionare sul digital storytelling e sulla sua integrazione con i nuovi ambienti del web 2.0 (prima i blog e i forum e poi, oggi, social media e social network) come nuovo strumento di promozione e valorizzazione in ambito pubblicitario, politico, giornalistico, didattico, gestionale, etc. Sembra ormai a tutti evidente che i nuovi utenti dei media del XXI secolo richiedano sempre più che dati e informazioni siano organizzati in frame narrativi. Non solo: tendono a pubblicare sotto forma di racconto i contenuti che essi stessi producono sui vari social media che innervano la rete. Ma se ci si focalizza sulla comunicazione pubblica e nello specifico su quella dei beni culturali, la realtà è un’altra: solo negli ultimissimi anni, questi importanti settori hanno cominciato timidamente a porsi il problema della trasmissione e condivisione delle informazioni nei nuovi ambienti digitali e della necessità di intercettare i comportamenti e gli immaginari delle nuove generazioni. Se c’è un comparto in cui il digital storytelling è poco e male utilizzato e dove invece ce ne sarebbe urgente bisogno è proprio quello dei beni culturali. Ciò vale soprattutto per l’Italia: il paese che possiede la maggior parte del cultural heritage a livello mondiale è quello che è più incapace di raccontarlo.

Lo storytelling come strumento di conservazione, valorizzazione e gestione del patrimonio culturale italiano

Favrin Valentina;Gola Elisabetta;Ilardi Emiliano
2017-01-01

Abstract

Sono passati circa quindici anni da quando si è cominciato a ragionare sul digital storytelling e sulla sua integrazione con i nuovi ambienti del web 2.0 (prima i blog e i forum e poi, oggi, social media e social network) come nuovo strumento di promozione e valorizzazione in ambito pubblicitario, politico, giornalistico, didattico, gestionale, etc. Sembra ormai a tutti evidente che i nuovi utenti dei media del XXI secolo richiedano sempre più che dati e informazioni siano organizzati in frame narrativi. Non solo: tendono a pubblicare sotto forma di racconto i contenuti che essi stessi producono sui vari social media che innervano la rete. Ma se ci si focalizza sulla comunicazione pubblica e nello specifico su quella dei beni culturali, la realtà è un’altra: solo negli ultimissimi anni, questi importanti settori hanno cominciato timidamente a porsi il problema della trasmissione e condivisione delle informazioni nei nuovi ambienti digitali e della necessità di intercettare i comportamenti e gli immaginari delle nuove generazioni. Se c’è un comparto in cui il digital storytelling è poco e male utilizzato e dove invece ce ne sarebbe urgente bisogno è proprio quello dei beni culturali. Ciò vale soprattutto per l’Italia: il paese che possiede la maggior parte del cultural heritage a livello mondiale è quello che è più incapace di raccontarlo.
2017
9788849233421
storytelling; cultural heritage
narrazione; media digitali
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