Il libro reca l’analisi giuridica del Governo di coalizione nel quadro delle trasformazioni che hanno caratterizzato il sistema dei partiti a partire dai primi anni Novanta. I primi due capitoli del volume sono dedicati all’analisi degli approcci all’interpretazione costituzionale. In tale sede è emersa l’esistenza di quattro metodi interpretativi. Due di questi sono sostanzialmente prescrittivi (l’approccio che interpreta la Costituzione “magis ut valeat” e quello che intende la Costituzione come norma “a fattispecie aperta”). Gli altri due sono, invece, tendenzialmente riduttivi o negativi la prescrittività costituzionale (l’approccio che - valorizzando le sole regole costituzionali espresse e non anche i principi generali nel procedimento ricostruttivo - intende la Costituzione come norma “a prescrittività limitata” e, infine, l’approccio descrittivo alla fenomenologia costituzionale). Per quanto le trasformazioni della politica abbiano influenzato l’effettività costituzionale e incentivato, in dottrina come nella comunità politica, le letture descrittive, nella prima parte del volume si è giunti alla conclusione che, in un ordinamento a Costituzione scritta, l’approccio prescrittivo alla Costituzione non può mai venir meno, e nello studio della forma di Governo l’ubi consistam costituzionale non può che discendere dalla contestuale analisi della forma di governo e del sistema dei partiti. Il terzo e il quarto capitolo del volume sono dedicati alla ricostruzione delle trasformazioni del sistema politico. In seguito all’entrata in vigore delle leggi elettorali a dominante maggioritaria del 1993, si è assistito alla crisi e trasformazione del sistema dei partiti che ha dato vita alla Costituzione del 1948. La realtà politica nata tra il 1992 e il 1995 è stata esaminata utilizzando vari indicatori: la forma partito, il numero dei partiti, la distanza ideologica tra gli stessi, il numero dei poli di aggregazione e la tendenza (centrifuga o centripeta) della competizione politica. L’analisi ha posto in evidenza trasformazioni radicali, così intense che si è ipotizzata non una semplice “trasformazione” del sistema, ma la fine dell’originario sistema dei partiti e la nascita di un secondo sistema dei partiti. Tale nuovo sistema dei partiti non è ben strutturato, e ciò ha prodotto conseguenze sulla forma di governo, che non appare stabilizzata. La terza parte del volume è dedicata alla ricostruzione delle regole del Governo di coalizione in ambiente maggioritario. Sono stati esaminati istituti quali: la formazione del Governo (in particolare, l’evoluzione delle consultazioni e del conferimento dell’incarico in conseguenza dell’indicazione al corpo elettorale del candidato alla Presidenza del Consiglio); le crisi di Governo (con particolare riferimento alle dinamiche più controverse in ambiente maggioritario: il mutamento di Presidente del Consiglio ed il “cambio” di maggioranza); lo scioglimento delle Camere; l’assetto strutturale funzionale del Governo. La linea di tendenza che è emersa è il rafforzamento del Governo e del Presidente del Consiglio in ambiente maggioritario, incentivato soprattutto dalla dinamica bipolare e competitiva del sistema dei partiti. Tale rafforzamento, tuttavia, risulta essere temperato dalla relativa instabilità delle maggioranze, in quanto le coalizioni elettorali, per quanto istituzionalizzate, non hanno eliminato il pluralismo partitico e le tendenze centrifughe che minano la stabilità di Governo e la stabilizzazione di una rete di convenzioni costituzionali adeguata a una forma di governo parlamentare maggioritaria.
Il Governo di coalizione in ambiente maggioritario
CHERCHI, ROBERTO MARIA
2006-01-01
Abstract
Il libro reca l’analisi giuridica del Governo di coalizione nel quadro delle trasformazioni che hanno caratterizzato il sistema dei partiti a partire dai primi anni Novanta. I primi due capitoli del volume sono dedicati all’analisi degli approcci all’interpretazione costituzionale. In tale sede è emersa l’esistenza di quattro metodi interpretativi. Due di questi sono sostanzialmente prescrittivi (l’approccio che interpreta la Costituzione “magis ut valeat” e quello che intende la Costituzione come norma “a fattispecie aperta”). Gli altri due sono, invece, tendenzialmente riduttivi o negativi la prescrittività costituzionale (l’approccio che - valorizzando le sole regole costituzionali espresse e non anche i principi generali nel procedimento ricostruttivo - intende la Costituzione come norma “a prescrittività limitata” e, infine, l’approccio descrittivo alla fenomenologia costituzionale). Per quanto le trasformazioni della politica abbiano influenzato l’effettività costituzionale e incentivato, in dottrina come nella comunità politica, le letture descrittive, nella prima parte del volume si è giunti alla conclusione che, in un ordinamento a Costituzione scritta, l’approccio prescrittivo alla Costituzione non può mai venir meno, e nello studio della forma di Governo l’ubi consistam costituzionale non può che discendere dalla contestuale analisi della forma di governo e del sistema dei partiti. Il terzo e il quarto capitolo del volume sono dedicati alla ricostruzione delle trasformazioni del sistema politico. In seguito all’entrata in vigore delle leggi elettorali a dominante maggioritaria del 1993, si è assistito alla crisi e trasformazione del sistema dei partiti che ha dato vita alla Costituzione del 1948. La realtà politica nata tra il 1992 e il 1995 è stata esaminata utilizzando vari indicatori: la forma partito, il numero dei partiti, la distanza ideologica tra gli stessi, il numero dei poli di aggregazione e la tendenza (centrifuga o centripeta) della competizione politica. L’analisi ha posto in evidenza trasformazioni radicali, così intense che si è ipotizzata non una semplice “trasformazione” del sistema, ma la fine dell’originario sistema dei partiti e la nascita di un secondo sistema dei partiti. Tale nuovo sistema dei partiti non è ben strutturato, e ciò ha prodotto conseguenze sulla forma di governo, che non appare stabilizzata. La terza parte del volume è dedicata alla ricostruzione delle regole del Governo di coalizione in ambiente maggioritario. Sono stati esaminati istituti quali: la formazione del Governo (in particolare, l’evoluzione delle consultazioni e del conferimento dell’incarico in conseguenza dell’indicazione al corpo elettorale del candidato alla Presidenza del Consiglio); le crisi di Governo (con particolare riferimento alle dinamiche più controverse in ambiente maggioritario: il mutamento di Presidente del Consiglio ed il “cambio” di maggioranza); lo scioglimento delle Camere; l’assetto strutturale funzionale del Governo. La linea di tendenza che è emersa è il rafforzamento del Governo e del Presidente del Consiglio in ambiente maggioritario, incentivato soprattutto dalla dinamica bipolare e competitiva del sistema dei partiti. Tale rafforzamento, tuttavia, risulta essere temperato dalla relativa instabilità delle maggioranze, in quanto le coalizioni elettorali, per quanto istituzionalizzate, non hanno eliminato il pluralismo partitico e le tendenze centrifughe che minano la stabilità di Governo e la stabilizzazione di una rete di convenzioni costituzionali adeguata a una forma di governo parlamentare maggioritaria.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.