Sino alla metà del Novecento, quindi, gli italiani hanno seguito i progetti espansionistici dei governi e hanno raggiunto a migliaia le colonie oltremare. Tra di loro anche moltissimi sardi: erano contadini, operai, soldati, medici, maestri, commercianti. Partivano perché dovevano o perché credevano alla propaganda che parlava del diritto dell'Italia ad avere un posto al sole. Oppure partivano perché si diceva che da quelle parti avessero bisogno di braccia, e le braccia, in un'isola già votata all'emigrazione, non mancano mai. Il volume “Sardegna d'oltremare” è dedicato a queste storie e questi ricordi. Da una parte, li inserisce all'interno del più ampio filone della storia del colonialismo italiano, e più in particolare della storia della società coloniale, della storia del consenso sotto il fascismo, e degli studi sulla memoria coloniale nell'Italia del dopoguerra. Dall'altra, esamina da diversi punti di vista, con un approccio interdisciplinare, lo specifico caso delle persone partite dalla Sardegna per l'Africa e poi tornate nell'isola: mette assieme le memorie dirette dei reduci e quelle indirette, che sono diventate le memorie delle loro famiglie; riflette sulle storie e le memorie degli ufficiali e di quelli che in altri paesi sono chiamati i “poor whites”, coloro che andarono in Africa senza qualifiche, gradi o titoli di studio; e infine si sofferma sulle storie di alcuni personaggi, artisti in primo luogo, che non solo furono testimoni ma rielaborarono l'esperienza coloniale nella propria produzione artistica. Obiettivo del volume è ricostruire un capitolo ancora inesplorato della storia della Sardegna e, contemporaneamente, rendere disponibile alla comunità scientifica italiana e internazionale un nuove fonti utili per comprendere una vicenda molto più grande: una storia che coinvolge i sardi, gli italiani, e gli africani.

Sardegna d'oltremare. L'emigrazione coloniale tra esperienza e memoria

DEPLANO, VALERIA
2017-01-01

Abstract

Sino alla metà del Novecento, quindi, gli italiani hanno seguito i progetti espansionistici dei governi e hanno raggiunto a migliaia le colonie oltremare. Tra di loro anche moltissimi sardi: erano contadini, operai, soldati, medici, maestri, commercianti. Partivano perché dovevano o perché credevano alla propaganda che parlava del diritto dell'Italia ad avere un posto al sole. Oppure partivano perché si diceva che da quelle parti avessero bisogno di braccia, e le braccia, in un'isola già votata all'emigrazione, non mancano mai. Il volume “Sardegna d'oltremare” è dedicato a queste storie e questi ricordi. Da una parte, li inserisce all'interno del più ampio filone della storia del colonialismo italiano, e più in particolare della storia della società coloniale, della storia del consenso sotto il fascismo, e degli studi sulla memoria coloniale nell'Italia del dopoguerra. Dall'altra, esamina da diversi punti di vista, con un approccio interdisciplinare, lo specifico caso delle persone partite dalla Sardegna per l'Africa e poi tornate nell'isola: mette assieme le memorie dirette dei reduci e quelle indirette, che sono diventate le memorie delle loro famiglie; riflette sulle storie e le memorie degli ufficiali e di quelli che in altri paesi sono chiamati i “poor whites”, coloro che andarono in Africa senza qualifiche, gradi o titoli di studio; e infine si sofferma sulle storie di alcuni personaggi, artisti in primo luogo, che non solo furono testimoni ma rielaborarono l'esperienza coloniale nella propria produzione artistica. Obiettivo del volume è ricostruire un capitolo ancora inesplorato della storia della Sardegna e, contemporaneamente, rendere disponibile alla comunità scientifica italiana e internazionale un nuove fonti utili per comprendere una vicenda molto più grande: una storia che coinvolge i sardi, gli italiani, e gli africani.
2017
9788868436100
Colonialismo; memoria; memorie private ; Sardegna
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11584/208466
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