Come suggerisce il sottotitolo, non c’è alcun filo rosso che lega i saggi che compongono questo volume sul piano dei contenuti. Ciò che li accomuna è il fatto che si tratta o di lavori che finora sono rimasti inediti, in tutto o in parte, o che comunque lo sono stati in italiano. La prima parte, Figure, presenta scritti che si concentrano su aspetti particolari di studiosi noti e meno noti: Erwin Panofsky (di cui viene preso in considerazione il saggio del 1927 sull’imago pietatis), Frederik Adama van Scheltema (di cui viene tratteggiata la filosofia della storia e della storia dell’arte), Hans Belting (di cui viene indagato il rapporto con l’ermeneutica). Risulta più a sé stante l’articolo conclusivo, nel quale vengono sviluppate alcune considerazioni sul museo contemporaneo a partire dal Museo del Silenzio di Fara in Sabina. La seconda parte, Bilanci, si apre con un saggio che prova a rileggere l’iniziativa, promossa in Germania a metà degli anni Ottanta, che va sotto il nome di Funkkolleg Kunst e termina con un tentativo di ricostruzione della ricezione degli scritti su Paul Klee di Placido Cherchi.
Figure e bilanci. Saggi sparsi di filosofia dell’arte
VARGIU, LUCA
2016-01-01
Abstract
Come suggerisce il sottotitolo, non c’è alcun filo rosso che lega i saggi che compongono questo volume sul piano dei contenuti. Ciò che li accomuna è il fatto che si tratta o di lavori che finora sono rimasti inediti, in tutto o in parte, o che comunque lo sono stati in italiano. La prima parte, Figure, presenta scritti che si concentrano su aspetti particolari di studiosi noti e meno noti: Erwin Panofsky (di cui viene preso in considerazione il saggio del 1927 sull’imago pietatis), Frederik Adama van Scheltema (di cui viene tratteggiata la filosofia della storia e della storia dell’arte), Hans Belting (di cui viene indagato il rapporto con l’ermeneutica). Risulta più a sé stante l’articolo conclusivo, nel quale vengono sviluppate alcune considerazioni sul museo contemporaneo a partire dal Museo del Silenzio di Fara in Sabina. La seconda parte, Bilanci, si apre con un saggio che prova a rileggere l’iniziativa, promossa in Germania a metà degli anni Ottanta, che va sotto il nome di Funkkolleg Kunst e termina con un tentativo di ricostruzione della ricezione degli scritti su Paul Klee di Placido Cherchi.File | Dimensione | Formato | |
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