Il volume "Verità, immagine, normatività. Truth, Image, and Normativity" ha come tema centrale la filosofia dell’immagine, sia intesa come immagine cognitiva (le rappresentazioni della memoria, l’immagine metaforica nei tropi e nei linguaggi figurati), sia intesa come immagine grafica (rappresentazioni grafiche, disegni). La riflessione sui linguaggi figurati e sulla comunicazione visiva non-linguistica costringe a riformulare in termini nuovi le grandi domande concernenti le tradizionali nozioni di verità, oggettività, normatività, consenso e persuasione che sono da sempre al centro di differenti ambiti disciplinari (dall’epistemologia delle scienze naturali a quella delle scienze storico-sociali, dalla filosofia del diritto all’estetica). In particolare, le diverse tematiche affrontate (sia di carattere ontologico che epistemologico) si polarizzano su due ambiti predominanti di indagine. Il primo ambito concerne il rapporto tra immagine e verità, con particolare riferimento al ruolo dell’immagine (cognitiva e grafica) nella conoscenza scientifica e storica. Sono note le dimensioni persuasive operanti nell’elaborazione e trasmissione della conoscenza in generale, ed è particolarmente interessante, al riguardo, il rapporto tra funzioni immaginative, funzioni di memoria e dimensioni retorico-narrative nella rappresentazione storica. Fino a che punto la memoria del passato o la sua rielaborazione storiografica obbediscono a criteri di persuasione etica o invece a criteri di validità epistemica? Come si conciliano le esigenze di oggettività conoscitiva con valori non cognitivi di efficacia comunicativa e forza persuasiva? In che misura il ricorso a linguaggi figurati e la forza delle immagini interferiscono con i criteri di verità rappresentativa? Il secondo ambito concerne il rapporto tra immagine e normatività, e si concentra sull’analisi delle immagini normative e della forza normativa dell’immagine. Le norme (ed in particolare le norme giuridiche) sono considerate da numerosi studiosi entità linguistiche. L’egemonia del linguaggio in ambito giuridico sembra messa in discussione dalla crescita progressiva del ruolo dell’immagine a tutti i livelli della società contemporanea. Una riflessione sul ruolo dell’immagine in un ambito tanto rilevante per la società quale il diritto è, quindi, quanto mai opportuna e attuale. Recentemente le espressioni “pictorial law” o “multisensory law” sono entrate a far parte del lessico della filosofia del diritto. Le norme disegnate – nel volume, ampiamente trattate –, cioè le norme che hanno (o sono) una rappresentazione grafica, sono riscontrabili in molteplici ambiti della quotidianità. Caso paradigmatico delle norme disegnate è costituito dai segnali stradali

La parole e l'immagine

LECIS, PIER LUIGI;LORINI, GIUSEPPE
2017-01-01

Abstract

Il volume "Verità, immagine, normatività. Truth, Image, and Normativity" ha come tema centrale la filosofia dell’immagine, sia intesa come immagine cognitiva (le rappresentazioni della memoria, l’immagine metaforica nei tropi e nei linguaggi figurati), sia intesa come immagine grafica (rappresentazioni grafiche, disegni). La riflessione sui linguaggi figurati e sulla comunicazione visiva non-linguistica costringe a riformulare in termini nuovi le grandi domande concernenti le tradizionali nozioni di verità, oggettività, normatività, consenso e persuasione che sono da sempre al centro di differenti ambiti disciplinari (dall’epistemologia delle scienze naturali a quella delle scienze storico-sociali, dalla filosofia del diritto all’estetica). In particolare, le diverse tematiche affrontate (sia di carattere ontologico che epistemologico) si polarizzano su due ambiti predominanti di indagine. Il primo ambito concerne il rapporto tra immagine e verità, con particolare riferimento al ruolo dell’immagine (cognitiva e grafica) nella conoscenza scientifica e storica. Sono note le dimensioni persuasive operanti nell’elaborazione e trasmissione della conoscenza in generale, ed è particolarmente interessante, al riguardo, il rapporto tra funzioni immaginative, funzioni di memoria e dimensioni retorico-narrative nella rappresentazione storica. Fino a che punto la memoria del passato o la sua rielaborazione storiografica obbediscono a criteri di persuasione etica o invece a criteri di validità epistemica? Come si conciliano le esigenze di oggettività conoscitiva con valori non cognitivi di efficacia comunicativa e forza persuasiva? In che misura il ricorso a linguaggi figurati e la forza delle immagini interferiscono con i criteri di verità rappresentativa? Il secondo ambito concerne il rapporto tra immagine e normatività, e si concentra sull’analisi delle immagini normative e della forza normativa dell’immagine. Le norme (ed in particolare le norme giuridiche) sono considerate da numerosi studiosi entità linguistiche. L’egemonia del linguaggio in ambito giuridico sembra messa in discussione dalla crescita progressiva del ruolo dell’immagine a tutti i livelli della società contemporanea. Una riflessione sul ruolo dell’immagine in un ambito tanto rilevante per la società quale il diritto è, quindi, quanto mai opportuna e attuale. Recentemente le espressioni “pictorial law” o “multisensory law” sono entrate a far parte del lessico della filosofia del diritto. Le norme disegnate – nel volume, ampiamente trattate –, cioè le norme che hanno (o sono) una rappresentazione grafica, sono riscontrabili in molteplici ambiti della quotidianità. Caso paradigmatico delle norme disegnate è costituito dai segnali stradali
2017
9788822900432
verità, immagine, storia, norma,
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11584/212677
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