Nel corso del Tardo Medioevo, i canonici ospedalieri di S. Antonio di Vienne si diffusero in tutta Europa. Il loro epicentro era una piccola chiesa nel Delfinato, nel SE della Francia, sede delle spoglie del santo egiziano traslate in Occidente verso la fine dell’XI secolo. Con il passare degli anni, forti del favore pontificio, e arricchitisi grazie a importanti lasciti da parte dei fedeli, i canonici erano riusciti a edificare una grandiosa abbazia. Diffondendo il culto per il santo patrono, la paura della sua vendetta e il potere taumaturgico delle sue reliquie, i canonici raccoglievano ricchezze in tutta Europa e le recapitavano periodicamente all’abate generale e al Grande ospedale, che aveva sede presso l’abbazia di Saint-Antoine. La loro fama non fu senza macchia: dovettero combattere tanto contro gli usurpatori e le critiche di avidità, quanto contro la cattiva condotta di molti confratelli. Devastato dal grande scisma d’Occidente, un secolo dopo l’ordine subì un durissimo colpo a causa delle guerre di religione. Le precettorìe più lontane si staccarono e si resero indipendenti, riducendo notevolmente il numero delle case affiliate e, di conseguenza, le rendite. Alla fine del Settecento si avviarono le trattative per la fusione con l’ordine di Malta. Questo avvenimento sancì la fine dell’ordine di S. Antonio nonché la dispersione dei suoi beni e dei suoi archivi, già in gran parte depauperati a seguito di calamità e saccheggi. La documentazione è stata in parte indagata nel corso del Novecento, tuttavia, la ricerca è stata complessa, talvolta scoraggiante, in ragione delle numerose lacune. Questo studio, attraverso l’esame sistematico dei documenti e il confronto tra le notizie sulle diverse case cerca di approfondire quanto già noto sull’attività dell’ordine nel Mediterraneo occidentale anche al fine di ricostruire i legami tra il centro e le periferie.

L’espansione degli Ospedalieri di Sant’Antonio di Vienne nel Mediterraneo Occidentale fra XIII e XVI secolo. Archivi e documenti

RAPETTI, MARIANGELA
2017-01-01

Abstract

Nel corso del Tardo Medioevo, i canonici ospedalieri di S. Antonio di Vienne si diffusero in tutta Europa. Il loro epicentro era una piccola chiesa nel Delfinato, nel SE della Francia, sede delle spoglie del santo egiziano traslate in Occidente verso la fine dell’XI secolo. Con il passare degli anni, forti del favore pontificio, e arricchitisi grazie a importanti lasciti da parte dei fedeli, i canonici erano riusciti a edificare una grandiosa abbazia. Diffondendo il culto per il santo patrono, la paura della sua vendetta e il potere taumaturgico delle sue reliquie, i canonici raccoglievano ricchezze in tutta Europa e le recapitavano periodicamente all’abate generale e al Grande ospedale, che aveva sede presso l’abbazia di Saint-Antoine. La loro fama non fu senza macchia: dovettero combattere tanto contro gli usurpatori e le critiche di avidità, quanto contro la cattiva condotta di molti confratelli. Devastato dal grande scisma d’Occidente, un secolo dopo l’ordine subì un durissimo colpo a causa delle guerre di religione. Le precettorìe più lontane si staccarono e si resero indipendenti, riducendo notevolmente il numero delle case affiliate e, di conseguenza, le rendite. Alla fine del Settecento si avviarono le trattative per la fusione con l’ordine di Malta. Questo avvenimento sancì la fine dell’ordine di S. Antonio nonché la dispersione dei suoi beni e dei suoi archivi, già in gran parte depauperati a seguito di calamità e saccheggi. La documentazione è stata in parte indagata nel corso del Novecento, tuttavia, la ricerca è stata complessa, talvolta scoraggiante, in ragione delle numerose lacune. Questo studio, attraverso l’esame sistematico dei documenti e il confronto tra le notizie sulle diverse case cerca di approfondire quanto già noto sull’attività dell’ordine nel Mediterraneo occidentale anche al fine di ricostruire i legami tra il centro e le periferie.
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