La ricerca affronta le relazioni di sovrapposizione e conflitto che possono presentarsi tra il processo arbitrale e quello statale ove le parti abbiano compromesso in arbitri una lite, in tal modo sottraendola alla cognizione del giudice dello Stato. Si tratta di situazioni di “interferenza” fra le due sedi di tutela – privata e pubblica - determinate da una patologia dello svolgimento dell'accordo arbitrale: malgrado la rinuncia alla giurisdizione statale in quest'ultimo consacrata, una delle parti compromittenti tradisce il vincolo ed esercita l’azione in giudizio, determinando perciò una situazione di sovrapposizione e, in potenza, di conflitto, o quantomeno di necessità di coordinamento, tra gli accertamenti resi. L’interesse ad uno studio monografico nasce dall’esigenza di una riflessione razionalizzatrice su di un profilo classico delle indagini sull’arbitrato, disciplinato per la prima volta soltanto con il d.lgs. n. 40 del 2006 il quale ha però fornito soluzioni timide e finanche incoerenti così da non aver contribuito, se non per profili marginali, a chiarire i punti nevralgici della materia. La problematicità del tema, tuttavia, non discende soltanto dalla poca perizia del legislatore ma ben prima dalle peculiarità proprie del rapporto tra due sistemi tendenzialmente equipollenti per caratteristiche e risultati ma segnati da profonde differenze sotto il profilo genetico. La prospettiva privilegiata è quella del processo civile, pur se la problematica complessiva non cambia al mutare dell’organo giudicante istituzionalmente deputato alla tutela della controversia oggetto della devoluzione in arbitri. Inoltre la possibilità di compromettere in ordine ai diritti soggettivi rientranti nella giurisdizione esclusiva costituisce un profilo importante, dal punto di vista sistematico, perché orienta l’interprete a fornire soluzioni che valgano con riferimento ad entrambi i comparti giurisdizionali.

La convenzione arbitrale nel processo. Studio sui rapporti tra arbitrato e giurisdizioni statuali

Izzo, S.
2013-01-01

Abstract

La ricerca affronta le relazioni di sovrapposizione e conflitto che possono presentarsi tra il processo arbitrale e quello statale ove le parti abbiano compromesso in arbitri una lite, in tal modo sottraendola alla cognizione del giudice dello Stato. Si tratta di situazioni di “interferenza” fra le due sedi di tutela – privata e pubblica - determinate da una patologia dello svolgimento dell'accordo arbitrale: malgrado la rinuncia alla giurisdizione statale in quest'ultimo consacrata, una delle parti compromittenti tradisce il vincolo ed esercita l’azione in giudizio, determinando perciò una situazione di sovrapposizione e, in potenza, di conflitto, o quantomeno di necessità di coordinamento, tra gli accertamenti resi. L’interesse ad uno studio monografico nasce dall’esigenza di una riflessione razionalizzatrice su di un profilo classico delle indagini sull’arbitrato, disciplinato per la prima volta soltanto con il d.lgs. n. 40 del 2006 il quale ha però fornito soluzioni timide e finanche incoerenti così da non aver contribuito, se non per profili marginali, a chiarire i punti nevralgici della materia. La problematicità del tema, tuttavia, non discende soltanto dalla poca perizia del legislatore ma ben prima dalle peculiarità proprie del rapporto tra due sistemi tendenzialmente equipollenti per caratteristiche e risultati ma segnati da profonde differenze sotto il profilo genetico. La prospettiva privilegiata è quella del processo civile, pur se la problematica complessiva non cambia al mutare dell’organo giudicante istituzionalmente deputato alla tutela della controversia oggetto della devoluzione in arbitri. Inoltre la possibilità di compromettere in ordine ai diritti soggettivi rientranti nella giurisdizione esclusiva costituisce un profilo importante, dal punto di vista sistematico, perché orienta l’interprete a fornire soluzioni che valgano con riferimento ad entrambi i comparti giurisdizionali.
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