L’azione pubblica intesa come qualsivoglia attività intrapresa con una logica di un obiettivo e diretta al raggiungimento di un risultato, è da sempre al centro dell’attività pianificatoria di tutti gli enti, istituzioni o organizzazioni pubbliche. A qualsiasi livello organizzativo, come ad esempio quello territoriale (Comuni, Province, Regioni), il decision maker strutturerà la propria azione di governo sulla base di un programma definito e finalizzato al raggiungimento di specifici risultati. Questa attività assume particolare rilevanza a livello regionale in cui i candidati governatori si presentano all’elettorato con specifici programmi elettorali finalizzati a dare risposte concrete a problemi rilevati. Tali programmi, a seguito dell’esito elettorale, vengono successivamente formalizzati in Programmi di Governo e -nel corso della legislatura- portati avanti al fine di dare attuazione alle promesse elettorali. L’esperienza ci dimostra che la definizione di programmi di governo, molto spesso anche ben strutturati e dettagliati, non è mai stato un limite della nostra classe dirigente; prova ne è la mole di documentazione reperibile in tutti siti istituzionali nazionali e regionali. Capita spesso tuttavia che l’azione politica non raggiunga gli obiettivi prefissati, attribuendo genericamente la responsabilità all’eccesso di burocrazia. La considerazione che muove il presente contributo di ricerca tende a specificare quell’area di azione che, prescinde dal mero concetto astratto di burocrazia, e si muove piuttosto verso fasi attuative dei programmi pubblici; intesi come fasi attuative della programmazione strategica. La questione non è pertanto quella di avere o meno un buon programma di governo o un’adeguata pianificazione strategica (presupposti questi essenziali per il raggiungimento dei risultati), ma piuttosto quella di spostare l’attenzione su come questi programmi vengano seguiti dal punto di vista dell’attuazione. Più specificatamene la vera questione concerne “l’attuazione dei programmi” in relazione ai legami esistenti tra apparati tecnico amministrativi (burocrazia) e politico decisionali (governo); il che si esplicita in una mera questione di governance della pianificazione strategica. Processi formalizzati e condivisi, dai due apparati politico e amministrativo, hanno pertanto maggior probabilità di garantire il raggiungimento dei risultati programmatici dell’azione pubblica.

Approccio organizzativo in materia di pianificazione economica: il caso della programmazione unitaria in Sardegna

Carboni, Massimo
2017-01-01

Abstract

L’azione pubblica intesa come qualsivoglia attività intrapresa con una logica di un obiettivo e diretta al raggiungimento di un risultato, è da sempre al centro dell’attività pianificatoria di tutti gli enti, istituzioni o organizzazioni pubbliche. A qualsiasi livello organizzativo, come ad esempio quello territoriale (Comuni, Province, Regioni), il decision maker strutturerà la propria azione di governo sulla base di un programma definito e finalizzato al raggiungimento di specifici risultati. Questa attività assume particolare rilevanza a livello regionale in cui i candidati governatori si presentano all’elettorato con specifici programmi elettorali finalizzati a dare risposte concrete a problemi rilevati. Tali programmi, a seguito dell’esito elettorale, vengono successivamente formalizzati in Programmi di Governo e -nel corso della legislatura- portati avanti al fine di dare attuazione alle promesse elettorali. L’esperienza ci dimostra che la definizione di programmi di governo, molto spesso anche ben strutturati e dettagliati, non è mai stato un limite della nostra classe dirigente; prova ne è la mole di documentazione reperibile in tutti siti istituzionali nazionali e regionali. Capita spesso tuttavia che l’azione politica non raggiunga gli obiettivi prefissati, attribuendo genericamente la responsabilità all’eccesso di burocrazia. La considerazione che muove il presente contributo di ricerca tende a specificare quell’area di azione che, prescinde dal mero concetto astratto di burocrazia, e si muove piuttosto verso fasi attuative dei programmi pubblici; intesi come fasi attuative della programmazione strategica. La questione non è pertanto quella di avere o meno un buon programma di governo o un’adeguata pianificazione strategica (presupposti questi essenziali per il raggiungimento dei risultati), ma piuttosto quella di spostare l’attenzione su come questi programmi vengano seguiti dal punto di vista dell’attuazione. Più specificatamene la vera questione concerne “l’attuazione dei programmi” in relazione ai legami esistenti tra apparati tecnico amministrativi (burocrazia) e politico decisionali (governo); il che si esplicita in una mera questione di governance della pianificazione strategica. Processi formalizzati e condivisi, dai due apparati politico e amministrativo, hanno pertanto maggior probabilità di garantire il raggiungimento dei risultati programmatici dell’azione pubblica.
2017
9788893860413
Sardegna; programmazione unitaria; organizzazione; pubblica amministrazione; economia del territorio
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