The book focuses on the reconstruction of the trial against Paul of Tarsus described in the Acts of the Apostles. More precisely, I reconstruct some specific institutions connected to the repressive practice that emerged in the province in the first century by investigating the privileged perspective of the description of the 'concrete case' provided by the New Testament source, concerning both the historical evolution that characterized them and the peculiar provincial reality where they developed. Through the regular comparison of some passages of the Acts – on the one hand – and of current and further literary and juridical sources, on the other hand, it has been possible to utilize the Acts of the Apostles (an undoubtedly peculiar source) as a 'procedural document’. The objective is – therefore – to provide a new and organic interpretation of some rules on criminal procedure in Rome and the relative province. The above mentioned interpretation is in the middle of an open doctrinal debate, through the aid of the New Testament testimony and, in particular, the aid of the chapters dedicated to the arrest of Paul in Jerusalem and to the trial that followed, celebrated partly in Caesarea, before the procurator Iudaeae, and partly in Rome. The reading of the Lucan documentation from a historical-juridical perspective allowed to evaluate, in a systematic form, the conclusions reached by the roman law’s studies in the matter of provincial criminal jurisdiction. In particular, I contributed to the clarification of specific aspects about the exercise of repressive activity carried out by the provincial governors with regards to both the guarantigies granted to Roman citizens and the relations between the courts. Furhtermore, I contributed to clarify the procedural form adopted and the models which are inspired to. In the light of the details that emerge from the description of the Paul’s trial, I have also tried to set the framework of the articulated system of relationships, probably still in progress, that linked - under the jurisdictional profile - the province to the capital. From this point of view, it appeared essential to define in which cases the transfer of an accused to the cognition of a higher judicial authority was imposed by specific juridical norms and when, on the other hand, the transfer was merely optional, justified by political-social evaluations or, in any case, related to contingent circumstances.

La monografia è una lettura ‘giuridicamente orientata’ del processo contro Paolo di Tarso così come descritto negli Atti degli Apostoli. Più precisamente, dalla prospettiva indubbiamente privilegiata che offre la descrizione del ‘caso concreto’ ricavabile dalla fonte neotestamentaria, si è cercato di ricostruire alcuni specifici istituti propri della prassi repressiva rinvenibile nel I secolo nelle provinciae romane. Attraverso il costante confronto tra alcuni passi degli Atti da un lato e fonti giuridiche e letterarie dall’altro, coeve ma anche seriori, è parso possibile, infatti, impiegare funzionalmente, come ‘documento processuale’, un testimone indubbiamente peculiare, quale devono considerarsi gli Atti degli Apostoli, al fine di una ‘organica’ interpretazione di alcune norme in tema di procedura criminale in provincia e a Roma, già da tempo al centro di un acceso dibattito dottrinale. In questa logica, la lettura in chiave storico-giuridica della documentazione lucana e, in particolare, dei capitoli dedicati all’arresto di Paolo a Gerusalemme e al processo che ne è seguito, celebratosi in parte a Cesarea, innanzi al procurator Iudaeae, e in parte a Roma, ha permesso di valutare, in forma per quanto possibile sistematica, la plausibilità delle conclusioni a cui è finora giunta la romanistica in tema di giurisdizione criminale provinciale. In particolare, si è cercato di contribuire al chiarimento di specifici aspetti inerenti all’esercizio dell’attività repressiva svolta dai governatori provinciali, relativi sia alle guarentigie riconosciute ai cittadini romani, sia ai rapporti intercorrenti fra fori, sia – infine – alla forma processuale adottata e ai modelli ai quali questa sembra ispirarsi. Alla luce dei particolari che emergono dalla descrizione del processo subito da Paolo, si è altresì cercato di tratteggiare, con la dovuta cautela, il quadro di riferimento dell’articolato sistema, verosimilmente ancora in fieri, di rapporti che legavano – sotto il profilo giurisdizionale – la provincia alla capitale; sotto questo profilo, è apparso essenziale definire in quali casi il rinvio di un imputato alla cognizione di un organo superiore (nel caso di Paolo al tribunale imperiale) fosse imposto da specifiche norme giuridiche e quando, al contrario, fosse invece espressione di un sistema flessibile, ove il rinvio – da intendersi atto meramente facoltativo – avrebbe trovato la propria giustificazione in valutazioni di natura politica o, comunque, relative a circostanze contingenti.

Il processo contro Paolo di Tarso. Una lettura giuridica degli Atti degli Apostoli (21.27 - 28.31)

Mandas, Anna Maria
2017-01-01

Abstract

The book focuses on the reconstruction of the trial against Paul of Tarsus described in the Acts of the Apostles. More precisely, I reconstruct some specific institutions connected to the repressive practice that emerged in the province in the first century by investigating the privileged perspective of the description of the 'concrete case' provided by the New Testament source, concerning both the historical evolution that characterized them and the peculiar provincial reality where they developed. Through the regular comparison of some passages of the Acts – on the one hand – and of current and further literary and juridical sources, on the other hand, it has been possible to utilize the Acts of the Apostles (an undoubtedly peculiar source) as a 'procedural document’. The objective is – therefore – to provide a new and organic interpretation of some rules on criminal procedure in Rome and the relative province. The above mentioned interpretation is in the middle of an open doctrinal debate, through the aid of the New Testament testimony and, in particular, the aid of the chapters dedicated to the arrest of Paul in Jerusalem and to the trial that followed, celebrated partly in Caesarea, before the procurator Iudaeae, and partly in Rome. The reading of the Lucan documentation from a historical-juridical perspective allowed to evaluate, in a systematic form, the conclusions reached by the roman law’s studies in the matter of provincial criminal jurisdiction. In particular, I contributed to the clarification of specific aspects about the exercise of repressive activity carried out by the provincial governors with regards to both the guarantigies granted to Roman citizens and the relations between the courts. Furhtermore, I contributed to clarify the procedural form adopted and the models which are inspired to. In the light of the details that emerge from the description of the Paul’s trial, I have also tried to set the framework of the articulated system of relationships, probably still in progress, that linked - under the jurisdictional profile - the province to the capital. From this point of view, it appeared essential to define in which cases the transfer of an accused to the cognition of a higher judicial authority was imposed by specific juridical norms and when, on the other hand, the transfer was merely optional, justified by political-social evaluations or, in any case, related to contingent circumstances.
2017
9788824324779
La monografia è una lettura ‘giuridicamente orientata’ del processo contro Paolo di Tarso così come descritto negli Atti degli Apostoli. Più precisamente, dalla prospettiva indubbiamente privilegiata che offre la descrizione del ‘caso concreto’ ricavabile dalla fonte neotestamentaria, si è cercato di ricostruire alcuni specifici istituti propri della prassi repressiva rinvenibile nel I secolo nelle provinciae romane. Attraverso il costante confronto tra alcuni passi degli Atti da un lato e fonti giuridiche e letterarie dall’altro, coeve ma anche seriori, è parso possibile, infatti, impiegare funzionalmente, come ‘documento processuale’, un testimone indubbiamente peculiare, quale devono considerarsi gli Atti degli Apostoli, al fine di una ‘organica’ interpretazione di alcune norme in tema di procedura criminale in provincia e a Roma, già da tempo al centro di un acceso dibattito dottrinale. In questa logica, la lettura in chiave storico-giuridica della documentazione lucana e, in particolare, dei capitoli dedicati all’arresto di Paolo a Gerusalemme e al processo che ne è seguito, celebratosi in parte a Cesarea, innanzi al procurator Iudaeae, e in parte a Roma, ha permesso di valutare, in forma per quanto possibile sistematica, la plausibilità delle conclusioni a cui è finora giunta la romanistica in tema di giurisdizione criminale provinciale. In particolare, si è cercato di contribuire al chiarimento di specifici aspetti inerenti all’esercizio dell’attività repressiva svolta dai governatori provinciali, relativi sia alle guarentigie riconosciute ai cittadini romani, sia ai rapporti intercorrenti fra fori, sia – infine – alla forma processuale adottata e ai modelli ai quali questa sembra ispirarsi. Alla luce dei particolari che emergono dalla descrizione del processo subito da Paolo, si è altresì cercato di tratteggiare, con la dovuta cautela, il quadro di riferimento dell’articolato sistema, verosimilmente ancora in fieri, di rapporti che legavano – sotto il profilo giurisdizionale – la provincia alla capitale; sotto questo profilo, è apparso essenziale definire in quali casi il rinvio di un imputato alla cognizione di un organo superiore (nel caso di Paolo al tribunale imperiale) fosse imposto da specifiche norme giuridiche e quando, al contrario, fosse invece espressione di un sistema flessibile, ove il rinvio – da intendersi atto meramente facoltativo – avrebbe trovato la propria giustificazione in valutazioni di natura politica o, comunque, relative a circostanze contingenti.
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