Assistiamo impotenti alla crisi della democrazia, così come dal Settecento ad oggi si è andata configurando nel mondo occidentale e nordamericano. I processi di globalizzazione anziché portare agio e benessere provocano oggi una perdita di identità e attraverso la glocalizzazione vanno a sfruttare in forma incontrollata i paesi più poveri, creando allo stesso tempo disoccupazione e precarietà economica anche nei Paesi industrialmente avanzati. L’emarginazione dei poveri del mondo, ghettizzati e criminalizzati nelle loro legittime aspirazioni di ascesa umana e sociale, creano differenze di vita difficili e dolorose. Viene negato l’accesso all’acqua, al cibo, ad una ricchezza condivisa. Interi popoli vivono attraverso le immagini e le conoscenze diffuse dai media la sofferenza e la rabbia dell’esclusione e cercano altrove, un altrove più ricco e favoloso migliori condizioni di vita per sé e per i propri figli. Steccati e muri segnano i confini tra le popolazioni in via di sviluppo e quelle dove regna una maggior opulenza e una cultura dei consumi, che promette con lo spreco, l’appagamento e la felicità. La violenza dell’economia iperliberista è anche alla base della crisi ecologica che attraversa in forme e modalità diverse l’intero pianeta. Ma non è solo l’inquinamento della terra e della natura ad essere ormai diffuso, anche la nostra cultura del rispetto umano, le regole democratiche del nostro vivere civile, il nostro stesso immaginario sono soggetti a pericolosi cambiamenti e metamorfosi. Il rischio di cedere al nulla, a emozioni buie ed oscure è pericolosamente presente. La crisi della democrazia, collegata alla crisi della ragione può generare mostri. Una nuova famiglia aperta e responsabile, una scuola luogo di apprendimento ma anche di confronto tra culture diverse, istituzioni salde come le comunità di quartiere sul territorio, l’associazionismo, la chiesa, il mondo dell’arte e dello sport, i luoghi di aggregazione giovanile possono diventare il vero antidoto alla chiusura e all’egoismo, diffondendo e difendendo i valori democratici, laici e religiosi di umanità, di accoglienza e di inclusione delle varie forme di differenza. Il ruolo della Pedagogia oggi, di fronte a crisi profonde ed emergenze epocali – lo dicono in maniera diversa ma complementare tutti i vari interventi presenti in questo volume – è quello ancora una volta di lavorare affinché la scuola e la formazione rimangano un patrimonio per tutti e per tutte, luoghi aperti e emancipativi per formare una società capace di guardare ad un futuro condiviso, in cui ognuno possa realizzare il proprio sogno.
La Cura e il rischio. Percorsi di pedagogia critica.
Fadda R.
2018-01-01
Abstract
Assistiamo impotenti alla crisi della democrazia, così come dal Settecento ad oggi si è andata configurando nel mondo occidentale e nordamericano. I processi di globalizzazione anziché portare agio e benessere provocano oggi una perdita di identità e attraverso la glocalizzazione vanno a sfruttare in forma incontrollata i paesi più poveri, creando allo stesso tempo disoccupazione e precarietà economica anche nei Paesi industrialmente avanzati. L’emarginazione dei poveri del mondo, ghettizzati e criminalizzati nelle loro legittime aspirazioni di ascesa umana e sociale, creano differenze di vita difficili e dolorose. Viene negato l’accesso all’acqua, al cibo, ad una ricchezza condivisa. Interi popoli vivono attraverso le immagini e le conoscenze diffuse dai media la sofferenza e la rabbia dell’esclusione e cercano altrove, un altrove più ricco e favoloso migliori condizioni di vita per sé e per i propri figli. Steccati e muri segnano i confini tra le popolazioni in via di sviluppo e quelle dove regna una maggior opulenza e una cultura dei consumi, che promette con lo spreco, l’appagamento e la felicità. La violenza dell’economia iperliberista è anche alla base della crisi ecologica che attraversa in forme e modalità diverse l’intero pianeta. Ma non è solo l’inquinamento della terra e della natura ad essere ormai diffuso, anche la nostra cultura del rispetto umano, le regole democratiche del nostro vivere civile, il nostro stesso immaginario sono soggetti a pericolosi cambiamenti e metamorfosi. Il rischio di cedere al nulla, a emozioni buie ed oscure è pericolosamente presente. La crisi della democrazia, collegata alla crisi della ragione può generare mostri. Una nuova famiglia aperta e responsabile, una scuola luogo di apprendimento ma anche di confronto tra culture diverse, istituzioni salde come le comunità di quartiere sul territorio, l’associazionismo, la chiesa, il mondo dell’arte e dello sport, i luoghi di aggregazione giovanile possono diventare il vero antidoto alla chiusura e all’egoismo, diffondendo e difendendo i valori democratici, laici e religiosi di umanità, di accoglienza e di inclusione delle varie forme di differenza. Il ruolo della Pedagogia oggi, di fronte a crisi profonde ed emergenze epocali – lo dicono in maniera diversa ma complementare tutti i vari interventi presenti in questo volume – è quello ancora una volta di lavorare affinché la scuola e la formazione rimangano un patrimonio per tutti e per tutte, luoghi aperti e emancipativi per formare una società capace di guardare ad un futuro condiviso, in cui ognuno possa realizzare il proprio sogno.File | Dimensione | Formato | |
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