La pratica dello spoglio dei monumenti ha sempre consentito l’ottimizzazione dei processi di edificazione, spesso scaturita dal disconoscimento delle politiche precedenti. Lo spoglio nel ‘600 con Papa Gregorio Magno divenne una pratica sistematica in favore delle chiese cristiane: significativo è stato il prelievo proveniente dall'anfiteatro Flavio (Colosseo). Simili strutture hanno avuto lo stesso destino, quali gli anfiteatri di Aquileia, Tivoli, Cagliari e Catania. Lo spoglio nel tempo si affievolisce per effetto della graduale conservazione del patrimonio urbano, secondo i principi del collezionismo. L’attenzione al patrimonio storico culturale diventa sempre più forte: conservazione e cura dei monumenti, se da una parte preservano la storia attraverso le sue architetture, dall'altra parte, fanno perdere progressivamente la storica pratica dello spoglio, con particolare riferimento alla pietra. Sino alla fine del ‘moderno’, si procede alla progettazione e costruzione secondo i principi fordisti, diversamente dal ‘contemporaneo’, con una nuova attenzione riferita alla sostenibilità ambientale. Le nuove forma della città pubblica degli stadi e delle arene rappresentano un banco di prova per reinterpretare lo spoglio nella contemporaneità, attraverso demolizioni selettive e recupero di materiali, come il calcestruzzo. Ne sono esempio gli impianti sportivi dei Winter Olympic Games di Torino (2006), lo stadio di London Olimpics (2012), le strutture per World Cup 2018 (Russia). In questa ampia letteratura della nuova economia circolare si colloca il Progetto MEISAR (2014-2020) , che, abbinato al nuovo progetto selezionato per il Nuovo stadio di Cagliari, intende fornire il supporto tecnico scientifico alle aziende che intendano riutilizzare il calcestruzzo come materia grezza e di seconda mano per le nuove costruzioni.
Approaches of circular economy applied to stadiums: from the policies of stripping old buildings to the demolition with recovery of fractions. the case of Cagliari stadium (Italy)
Balletto G
;Pani L
;Mei G;
2018-01-01
Abstract
La pratica dello spoglio dei monumenti ha sempre consentito l’ottimizzazione dei processi di edificazione, spesso scaturita dal disconoscimento delle politiche precedenti. Lo spoglio nel ‘600 con Papa Gregorio Magno divenne una pratica sistematica in favore delle chiese cristiane: significativo è stato il prelievo proveniente dall'anfiteatro Flavio (Colosseo). Simili strutture hanno avuto lo stesso destino, quali gli anfiteatri di Aquileia, Tivoli, Cagliari e Catania. Lo spoglio nel tempo si affievolisce per effetto della graduale conservazione del patrimonio urbano, secondo i principi del collezionismo. L’attenzione al patrimonio storico culturale diventa sempre più forte: conservazione e cura dei monumenti, se da una parte preservano la storia attraverso le sue architetture, dall'altra parte, fanno perdere progressivamente la storica pratica dello spoglio, con particolare riferimento alla pietra. Sino alla fine del ‘moderno’, si procede alla progettazione e costruzione secondo i principi fordisti, diversamente dal ‘contemporaneo’, con una nuova attenzione riferita alla sostenibilità ambientale. Le nuove forma della città pubblica degli stadi e delle arene rappresentano un banco di prova per reinterpretare lo spoglio nella contemporaneità, attraverso demolizioni selettive e recupero di materiali, come il calcestruzzo. Ne sono esempio gli impianti sportivi dei Winter Olympic Games di Torino (2006), lo stadio di London Olimpics (2012), le strutture per World Cup 2018 (Russia). In questa ampia letteratura della nuova economia circolare si colloca il Progetto MEISAR (2014-2020) , che, abbinato al nuovo progetto selezionato per il Nuovo stadio di Cagliari, intende fornire il supporto tecnico scientifico alle aziende che intendano riutilizzare il calcestruzzo come materia grezza e di seconda mano per le nuove costruzioni.File | Dimensione | Formato | |
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