Il piccolo centro di Luogosanto e il suo territorio, in Gallura, rappresenta un caso di studio interessante per seguire la costruzione e alcuni esiti di un percorso di archeologia pubblica in una comunità locale della Sardegna. Si tratta, in particolare, in un’area che, a causa delle trasformazioni economiche verificatosi negli ultimi decenni a seguito di uno sviluppo turistico – a tratti tumultuoso – cerca di riappropriarsi e, in qualche modo di ridisegnare, la propria identità. Quando si prova ad ancorare ad un passato ricostruibile archeologicamente un’identità fondata su basi storiche, la via più semplice, in Sardegna, è quella di fare riferimento al periodo protostorico, quello caratterizzato dalla testimonianze della civiltà nuragica e più recentemente iconograficamente rappresentato dalle statue di Monti Prama. Del resto, anche nel territorio di Luogosanto non mancano significative testimonianze del periodo nuragico e, dopo la fondazione del comune autonomo, a metà del XX secolo, si scelse di rappresentare nello stemma un bronzo nuragico. Alla caratterizzazione religiosa di ‘città mariana’ costruita attorno alla presenza un santuario, oggetto nel corso dei secoli di pellegrinaggi dai territori del nord dell’isola, si aggiunge oggi, grazie alle ricerche archeologiche condotte dagli inizi del nuovo millennio, il riconoscimento della sua connotazione storica medievale. Questa emerge da una serie di testimonianze monumentali, che, grazie ad attività di archeologia leggera (presentate nel VI Congresso SAMI) e all’indagine stratigrafica nel sito del ‘Palazzo di Baldu’(presentata nel VII Congresso SAMI), hanno trovato una nuova collocazione ideale, spostandosi dal piano della tradizione popolare o erudita a quello storico documentato e, attraverso il coinvolgimento delle diverse componenti della comunità locale, hanno generato, tra le altre cose, un processo di risignificazione su base culturale di un sito rurale (che diventa nuovo luogo di incontro e scenario di eventi comunitari) e un nuovo profilo identitario del territorio comunale di Luogosanto, peculiare rispetto a tutti i centri circostanti, valorizzabile anche sul piano dell’offerta turistica.

Archeologia medievale e costruzione partecipata dell’identità locale: percorsi di archeologia di comunità a Luogosanto (Sardegna Nord-Orientale)

Fabio Pinna
Primo
2018-01-01

Abstract

Il piccolo centro di Luogosanto e il suo territorio, in Gallura, rappresenta un caso di studio interessante per seguire la costruzione e alcuni esiti di un percorso di archeologia pubblica in una comunità locale della Sardegna. Si tratta, in particolare, in un’area che, a causa delle trasformazioni economiche verificatosi negli ultimi decenni a seguito di uno sviluppo turistico – a tratti tumultuoso – cerca di riappropriarsi e, in qualche modo di ridisegnare, la propria identità. Quando si prova ad ancorare ad un passato ricostruibile archeologicamente un’identità fondata su basi storiche, la via più semplice, in Sardegna, è quella di fare riferimento al periodo protostorico, quello caratterizzato dalla testimonianze della civiltà nuragica e più recentemente iconograficamente rappresentato dalle statue di Monti Prama. Del resto, anche nel territorio di Luogosanto non mancano significative testimonianze del periodo nuragico e, dopo la fondazione del comune autonomo, a metà del XX secolo, si scelse di rappresentare nello stemma un bronzo nuragico. Alla caratterizzazione religiosa di ‘città mariana’ costruita attorno alla presenza un santuario, oggetto nel corso dei secoli di pellegrinaggi dai territori del nord dell’isola, si aggiunge oggi, grazie alle ricerche archeologiche condotte dagli inizi del nuovo millennio, il riconoscimento della sua connotazione storica medievale. Questa emerge da una serie di testimonianze monumentali, che, grazie ad attività di archeologia leggera (presentate nel VI Congresso SAMI) e all’indagine stratigrafica nel sito del ‘Palazzo di Baldu’(presentata nel VII Congresso SAMI), hanno trovato una nuova collocazione ideale, spostandosi dal piano della tradizione popolare o erudita a quello storico documentato e, attraverso il coinvolgimento delle diverse componenti della comunità locale, hanno generato, tra le altre cose, un processo di risignificazione su base culturale di un sito rurale (che diventa nuovo luogo di incontro e scenario di eventi comunitari) e un nuovo profilo identitario del territorio comunale di Luogosanto, peculiare rispetto a tutti i centri circostanti, valorizzabile anche sul piano dell’offerta turistica.
2018
9788878148666
archeologia;, medioevo; Sardegna; archeologia pubblica; archeologia di comunità.
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