Il saggio ripercorre il processo di formazione dell’italiano burocratico, dai primi volgarizzamenti trecenteschi di codici e statuti fino ai recenti tentativi di semplificazione del “burocratese”, e analizza i tratti peculiari dell’ “antilingua” a livello lessicale, morfosintattico e testuale, mettendone in luce la funzione di modello per il registro formale: il linguaggio burocratico è in molti casi l’unico esempio di lingua “alta”, lontana e diversa dalla lingua quotidiana, con cui le persone vengono in contatto, in una Italia in cui la maggioranza della popolazione non va oltre la licenza media, in cui si leggono pochi giornali e ancora meno libri, in cui la lingua della televisione, un tempo piuttosto sorvegliata, ha abbassato in modo drastico i livelli di formalità.
Il linguaggio burocratico
TRIFONE, MAURIZIO
2009-01-01
Abstract
Il saggio ripercorre il processo di formazione dell’italiano burocratico, dai primi volgarizzamenti trecenteschi di codici e statuti fino ai recenti tentativi di semplificazione del “burocratese”, e analizza i tratti peculiari dell’ “antilingua” a livello lessicale, morfosintattico e testuale, mettendone in luce la funzione di modello per il registro formale: il linguaggio burocratico è in molti casi l’unico esempio di lingua “alta”, lontana e diversa dalla lingua quotidiana, con cui le persone vengono in contatto, in una Italia in cui la maggioranza della popolazione non va oltre la licenza media, in cui si leggono pochi giornali e ancora meno libri, in cui la lingua della televisione, un tempo piuttosto sorvegliata, ha abbassato in modo drastico i livelli di formalità.I documenti in IRIS sono protetti da copyright e tutti i diritti sono riservati, salvo diversa indicazione.