Failure to ratify the European Constitution in France and in the Netherlands in June 2005 plunged the European Union into its most trenchant democratic deficit since its foundation. The EU clearly recognized the need to understand this lack of democratic legitimacy in terms of communicative action, and this entailed the question of communication policy as one of the dominant mediums by which ‘to close the gap’ with citizens and face this sense of alienation felt from Brussels. As a result, EU institutions are attempting more and more to forsake the institutional language stricto sensu, which leads the European Union to be perceived as ‘faceless’ without any clear public identity. In addition, the recent trend of globalization has had a great impact on a variety of different domains; the result being that our contemporary world has been fostering the formation of a corporate-model to increase profit-making opportunities. This has given new impetus to the ‘sale’ of any kind of commodity as long as some form of benefit is produced. According to the critical linguistics framework, language reflects but also shapes social practices, encodes ideological meanings and provides one vision of reality which legitimates and strengthens the dominant discourse (Fairclough 1995). Linguistic forms are never neutral, although they appear to be naturalized and automaticized, and they need to be closely analyzed in order to uncover ideological assumptions and highlight political strategies and mechanisms for generating consent expanding into private domains. The intentions and scope of this book is to analyze the rhetorical and pragmatic-linguistic strategies, from the point of view of both verbal and visual semiotics, adopted by the EU as far as the creation of its new ‘image’ is concerned, and uncover displacement of “communicative” practices with “strategic action” (Habermas 1987: 333), which in turn entails a purely instrumental rationality.

La mancata ratifica del referendum costituzionale indetto in Francia e in Olanda nel giugno del 2005 fece piombare l’Unione Europea nella più profonda e drammatica crisi dagli anni della sua fondazione. L’Unione Europea ha sentito l’esigenza di superare tale mancanza di legittimità democratica in termini di interazione comunicativa, ponendo al centro della sua agenda politica la ri-negoziazione del rapporto comunicativo tra istituzioni e cittadini allo scopo di ‘colmare il gap’ e far fronte a tale senso di alienazione proveniente da Bruxelles. L’intento delle istituzioni europee è pertanto sempre più orientato verso un mutamento sostanziale delle pratiche comunicative istituzionali stricto sensu, in modo tale da scongiurare una percezione dell’Unione Europea come entità anonima, ‘priva di un volto’ e senza una ben chiara e definita identità pubblica. Inoltre, i recenti processi di globalizzazione e internazionalizzazione hanno avuto un’ enorme influenza nei più disparati ambiti, con il risultato che il mondo contemporaneo ha assistito alla nascita di un modello di sviluppo corporativo sempre più orientato verso nuove forme e opportunità di profitto. È in questa prospettiva che hanno avuto un notevole impulso le modalità comunicative di tipo autopromozionale e divulgativo improntate verso la ‘vendita’ di qualunque forma di bene o di servizio. Secondo le metodologie tipiche della Critical Discourse Analysis, la lingua non soltanto riflette ma modella le pratiche sociali, codifica significati ideologici e fornisce una visione della realtà che legittima e consolida il discorso dominante (Fairclough 1995). Le forme linguistiche non sono mai neutre, benché appaiano come naturalizzate e automaticizzate, e necessitano pertanto di una attenta riflessione e analisi allo scopo di evidenziare presupposizioni e assunti di stampo ideologico, oltre che strategie politiche e meccanismi volti a raccogliere consenso. Il libro si propone di esaminare le strategie retoriche e pragmatico-linguistiche, sia da un punto di vista semiotico verbale che visivo, messe in atto dall’Unione Europea in merito alla creazione della sua nuova ‘immagine’, e di evidenziare eventuali ristrutturazioni di pratiche discorsive di stampo “comunicativo” con una “strategic action” (Habermas 1987: 333) deliberatamente finalizzata a una logica di tipo puramente strumentale.

Towards a New Communication Policy . The Evolution of Communicative Strategies in the EU

PIGA, ANTONIO
2013-01-01

Abstract

Failure to ratify the European Constitution in France and in the Netherlands in June 2005 plunged the European Union into its most trenchant democratic deficit since its foundation. The EU clearly recognized the need to understand this lack of democratic legitimacy in terms of communicative action, and this entailed the question of communication policy as one of the dominant mediums by which ‘to close the gap’ with citizens and face this sense of alienation felt from Brussels. As a result, EU institutions are attempting more and more to forsake the institutional language stricto sensu, which leads the European Union to be perceived as ‘faceless’ without any clear public identity. In addition, the recent trend of globalization has had a great impact on a variety of different domains; the result being that our contemporary world has been fostering the formation of a corporate-model to increase profit-making opportunities. This has given new impetus to the ‘sale’ of any kind of commodity as long as some form of benefit is produced. According to the critical linguistics framework, language reflects but also shapes social practices, encodes ideological meanings and provides one vision of reality which legitimates and strengthens the dominant discourse (Fairclough 1995). Linguistic forms are never neutral, although they appear to be naturalized and automaticized, and they need to be closely analyzed in order to uncover ideological assumptions and highlight political strategies and mechanisms for generating consent expanding into private domains. The intentions and scope of this book is to analyze the rhetorical and pragmatic-linguistic strategies, from the point of view of both verbal and visual semiotics, adopted by the EU as far as the creation of its new ‘image’ is concerned, and uncover displacement of “communicative” practices with “strategic action” (Habermas 1987: 333), which in turn entails a purely instrumental rationality.
2013
9788895692616
La mancata ratifica del referendum costituzionale indetto in Francia e in Olanda nel giugno del 2005 fece piombare l’Unione Europea nella più profonda e drammatica crisi dagli anni della sua fondazione. L’Unione Europea ha sentito l’esigenza di superare tale mancanza di legittimità democratica in termini di interazione comunicativa, ponendo al centro della sua agenda politica la ri-negoziazione del rapporto comunicativo tra istituzioni e cittadini allo scopo di ‘colmare il gap’ e far fronte a tale senso di alienazione proveniente da Bruxelles. L’intento delle istituzioni europee è pertanto sempre più orientato verso un mutamento sostanziale delle pratiche comunicative istituzionali stricto sensu, in modo tale da scongiurare una percezione dell’Unione Europea come entità anonima, ‘priva di un volto’ e senza una ben chiara e definita identità pubblica. Inoltre, i recenti processi di globalizzazione e internazionalizzazione hanno avuto un’ enorme influenza nei più disparati ambiti, con il risultato che il mondo contemporaneo ha assistito alla nascita di un modello di sviluppo corporativo sempre più orientato verso nuove forme e opportunità di profitto. È in questa prospettiva che hanno avuto un notevole impulso le modalità comunicative di tipo autopromozionale e divulgativo improntate verso la ‘vendita’ di qualunque forma di bene o di servizio. Secondo le metodologie tipiche della Critical Discourse Analysis, la lingua non soltanto riflette ma modella le pratiche sociali, codifica significati ideologici e fornisce una visione della realtà che legittima e consolida il discorso dominante (Fairclough 1995). Le forme linguistiche non sono mai neutre, benché appaiano come naturalizzate e automaticizzate, e necessitano pertanto di una attenta riflessione e analisi allo scopo di evidenziare presupposizioni e assunti di stampo ideologico, oltre che strategie politiche e meccanismi volti a raccogliere consenso. Il libro si propone di esaminare le strategie retoriche e pragmatico-linguistiche, sia da un punto di vista semiotico verbale che visivo, messe in atto dall’Unione Europea in merito alla creazione della sua nuova ‘immagine’, e di evidenziare eventuali ristrutturazioni di pratiche discorsive di stampo “comunicativo” con una “strategic action” (Habermas 1987: 333) deliberatamente finalizzata a una logica di tipo puramente strumentale.
Sistemic Functional Linguistics, Critical Discourse Analysis, EU
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