Soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, la Sardegna è divenuta dipendente dal sistema internazionale di produzione e consumo delle merci industriali e i Sardi hanno perso la sovranità alimentare insieme a buona parte delle loro economie "tradizionali". Partendo dalla descrizione dei danni ecologici, economici e sociali causati dalla modernizzazione agricola e rurale, «Il nostro cibo» prospetta alcuni orientamenti indispensabili per riaffermare la sovranità alimentare regionale e l'uso della terra per il bene comune delle popolazioni locali. Dopo la "crisi" del 2008, le retoriche dello sviluppo hanno cominciato a mostrare la loro inconsistenza: gli assetti occupazionali si avvitavano così in una spirale regressiva e lo spopolamento demografico continuava a colpire, specialmente nelle aree interne. Appare ormai evidente che quella delle attività primarie è questione ineludibile se si vuole costruire un futuro sostenibile per la Sardegna. La nascita di una nuova agricoltura contadina che aiuti i cittadini e le amministrazioni pubbliche nel buon governo della terra è una scelta strategica decisiva per ritrovare la collaborazione sociale tra città e campagne, per ridurre la dipendenza alimentare e per preservare i patrimoni ecologici e culturali dell'isola. Il libro si articola in agili capitoli ed è arricchito, per un'importante verifica a base di dati oggettivi, da un contributo economico-statistico firmato da due esperti di questioni economiche e lavorative della regione. E inoltre completato da resoconti di esperienze di reti e di associazioni, e corredato di molti documenti fotografici

Il nostro cibo. Per la sovranità alimentare della Sardegna

Fabio Parascandolo;
2018-01-01

Abstract

Soprattutto a partire dal secondo dopoguerra, la Sardegna è divenuta dipendente dal sistema internazionale di produzione e consumo delle merci industriali e i Sardi hanno perso la sovranità alimentare insieme a buona parte delle loro economie "tradizionali". Partendo dalla descrizione dei danni ecologici, economici e sociali causati dalla modernizzazione agricola e rurale, «Il nostro cibo» prospetta alcuni orientamenti indispensabili per riaffermare la sovranità alimentare regionale e l'uso della terra per il bene comune delle popolazioni locali. Dopo la "crisi" del 2008, le retoriche dello sviluppo hanno cominciato a mostrare la loro inconsistenza: gli assetti occupazionali si avvitavano così in una spirale regressiva e lo spopolamento demografico continuava a colpire, specialmente nelle aree interne. Appare ormai evidente che quella delle attività primarie è questione ineludibile se si vuole costruire un futuro sostenibile per la Sardegna. La nascita di una nuova agricoltura contadina che aiuti i cittadini e le amministrazioni pubbliche nel buon governo della terra è una scelta strategica decisiva per ritrovare la collaborazione sociale tra città e campagne, per ridurre la dipendenza alimentare e per preservare i patrimoni ecologici e culturali dell'isola. Il libro si articola in agili capitoli ed è arricchito, per un'importante verifica a base di dati oggettivi, da un contributo economico-statistico firmato da due esperti di questioni economiche e lavorative della regione. E inoltre completato da resoconti di esperienze di reti e di associazioni, e corredato di molti documenti fotografici
2018
978865001363
Sardegna; sistema agroalimentare; popolazioni locali
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