Le architetture degli anni '50-'60 in Italia costituiscono da un lato un caposaldo delle culture di quello che verrà chiamato "ambientismo": gli edifici ricercano nel contesto storico le risonanze strutturali e formali che ne determinano il carattere. D'altro lato, sono anche anni di sperimentazione e invenzione strutturale, con una specifica tensione tra la nuova costruzione in cemento armato e la persistenza dei materiali e delle tecniche locali. La ricerca, della quale questo saggio dà conto, tendeva a esplorare la specifica declinazione di queste culture nel contesto della Sardegna, nella quale il materiale locale è specificamente la pietra, assunta come emblematica dei fattori di continuità con le tecniche e il modo di costruire preesistente. Architetti della generazione antecedente alla guerra come Fagnoni e Libera, giovani come Minissi e Cecchini, si misurano in un contesto periferico quasi al riparo da incombenti cariche ideologiche: dalla matericità del bugnato all'astrazione geometrica di alcuni paramenti lapidei, dall'uso brutalista del calcestruzzo armato a vista nella Cittadella dei Musei di Gazzola e Cecchini, alle nervature "gotiche" del San Domenico di Fagnoni.
La pietra e il cemento. Le culture dell'ambientamento e l'invenzione strutturale in alcune architetture italiane degli anni Cinquanta e Sessanta
SANNA, ANTONELLO
2009-01-01
Abstract
Le architetture degli anni '50-'60 in Italia costituiscono da un lato un caposaldo delle culture di quello che verrà chiamato "ambientismo": gli edifici ricercano nel contesto storico le risonanze strutturali e formali che ne determinano il carattere. D'altro lato, sono anche anni di sperimentazione e invenzione strutturale, con una specifica tensione tra la nuova costruzione in cemento armato e la persistenza dei materiali e delle tecniche locali. La ricerca, della quale questo saggio dà conto, tendeva a esplorare la specifica declinazione di queste culture nel contesto della Sardegna, nella quale il materiale locale è specificamente la pietra, assunta come emblematica dei fattori di continuità con le tecniche e il modo di costruire preesistente. Architetti della generazione antecedente alla guerra come Fagnoni e Libera, giovani come Minissi e Cecchini, si misurano in un contesto periferico quasi al riparo da incombenti cariche ideologiche: dalla matericità del bugnato all'astrazione geometrica di alcuni paramenti lapidei, dall'uso brutalista del calcestruzzo armato a vista nella Cittadella dei Musei di Gazzola e Cecchini, alle nervature "gotiche" del San Domenico di Fagnoni.File | Dimensione | Formato | |
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