Attraverso il contributo di documenti, testimonianze, fonti fotografiche e giornalistiche, il saggio ricostruisce la storia politica, economica e sociale della Sardegna nel ventennio 1960-1980. L'analisi si focalizza sulle dinamiche che hanno portato a includere l'isola nel processo di intensa industrializzazione coincidente con la nascita dei poli di sviluppo e l'espansione dell'industria petrolchimica. L'isola muta il suo volto: affianco alle distese di incolti destinati al pascolo si ergevano i grandi stabilimenti industriali che parevano finalmente garantire sviluppo e benessere ai sardi da lungo protagonisti dell'esodo migratorio. Le forti aspettative nutrite andarono invece progressivamente deluse. La disoccupazione non arretrò e neppure i flussi migratori, mentre le nuove fabbriche apparvero sempre più simili a cattedrali nel deserto. Al primo Piano di rinascita economica e sociale della Sardegna, tanto atteso ma attuato a vantaggio soprattutto dei grandi gruppi industriali del petrolio e della chimica, si cercò di porre rimedio con il secondo Piano di rinascita, dopo le drammatiche denunce della Commissione d'inchiesta sul recrudescente banditismo, senza tuttavia risolvere le ragioni profonde del malessere e degli squilibri presenti nell'isola.
Sardegna contemporanea e industrializzazione: sviluppo e squilibri
DI FELICE, MARIA LUISA
2010-01-01
Abstract
Attraverso il contributo di documenti, testimonianze, fonti fotografiche e giornalistiche, il saggio ricostruisce la storia politica, economica e sociale della Sardegna nel ventennio 1960-1980. L'analisi si focalizza sulle dinamiche che hanno portato a includere l'isola nel processo di intensa industrializzazione coincidente con la nascita dei poli di sviluppo e l'espansione dell'industria petrolchimica. L'isola muta il suo volto: affianco alle distese di incolti destinati al pascolo si ergevano i grandi stabilimenti industriali che parevano finalmente garantire sviluppo e benessere ai sardi da lungo protagonisti dell'esodo migratorio. Le forti aspettative nutrite andarono invece progressivamente deluse. La disoccupazione non arretrò e neppure i flussi migratori, mentre le nuove fabbriche apparvero sempre più simili a cattedrali nel deserto. Al primo Piano di rinascita economica e sociale della Sardegna, tanto atteso ma attuato a vantaggio soprattutto dei grandi gruppi industriali del petrolio e della chimica, si cercò di porre rimedio con il secondo Piano di rinascita, dopo le drammatiche denunce della Commissione d'inchiesta sul recrudescente banditismo, senza tuttavia risolvere le ragioni profonde del malessere e degli squilibri presenti nell'isola.File | Dimensione | Formato | |
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