Negli ultimi quattro anni la riqualificazione dell’edilizia scolastica in Italia è stata al centro dell’attenzione politica nazionale attraverso programmi pluriennali di intervento, finalizzati al miglioramento delle strutture esistenti e alla realizzazione di nuovi edifici, con l’obiettivo di creare ‘spazi innovativi’ in risposta a una pratica educativa in continua trasformazione. A tal proposito, il programma nazionale “La Buona Scuola”, approvato con la L. 107/2015 “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, a fronte di uno stanziamento di 4 mld di euro si propone di rendere più sicure 36.000 edifici e di realizzare almeno una ‘scuola innovativa’ in ogni regione. Coerentemente con queste azioni di scala nazionale, la Regione Sardegna ha promosso il programma ‘”Iscol@”: un piano straordi¬nario d’interventi di edilizia scolastica, teso a promuovere la qualità degli spazi e la loro funzionalità rispetto alle esigenze didattiche. La convergenza di queste misure ha generato un laboratorio nazionale di sperimentazioni progettuali, che ripropone, secondo gli enunciati che hanno caratterizzato i provvedimenti negli anni precedenti, l’interesse verso il paesaggio come matrice di un continuo percorso educativo, e, conseguentemente, dello spazio-semiologico, come riferimento al rapporto duale tra architettura e modello di apprendimento. I progetti, dunque, facendo riferimento al ‘ruolo pedagogico’ dei contesti, li assumono non solamente come sfondi su cui si realizzano le esperienze dell’uomo, ma anche come luoghi nei quali, coerentemente con il pensiero di Paola Granata, le stesse espe¬rienze hanno la possibilità di attuarsi come fossero delle onde di rimbalzo generate dalla stessa azione. Ciò non rappresenta un fatto in sé recente, ma si rapporta alle molteplici esperienze che, nel corso del Novecento, hanno caratterizzato il connubio disciplinare tra Architettura e Pedagogia.
Il paesaggio come ambiente di apprendimento
Cocco GIOVANNI BATTISTA
2019-01-01
Abstract
Negli ultimi quattro anni la riqualificazione dell’edilizia scolastica in Italia è stata al centro dell’attenzione politica nazionale attraverso programmi pluriennali di intervento, finalizzati al miglioramento delle strutture esistenti e alla realizzazione di nuovi edifici, con l’obiettivo di creare ‘spazi innovativi’ in risposta a una pratica educativa in continua trasformazione. A tal proposito, il programma nazionale “La Buona Scuola”, approvato con la L. 107/2015 “Riforma del sistema nazionale di istruzione e formazione e delega per il riordino delle disposizioni legislative vigenti”, a fronte di uno stanziamento di 4 mld di euro si propone di rendere più sicure 36.000 edifici e di realizzare almeno una ‘scuola innovativa’ in ogni regione. Coerentemente con queste azioni di scala nazionale, la Regione Sardegna ha promosso il programma ‘”Iscol@”: un piano straordi¬nario d’interventi di edilizia scolastica, teso a promuovere la qualità degli spazi e la loro funzionalità rispetto alle esigenze didattiche. La convergenza di queste misure ha generato un laboratorio nazionale di sperimentazioni progettuali, che ripropone, secondo gli enunciati che hanno caratterizzato i provvedimenti negli anni precedenti, l’interesse verso il paesaggio come matrice di un continuo percorso educativo, e, conseguentemente, dello spazio-semiologico, come riferimento al rapporto duale tra architettura e modello di apprendimento. I progetti, dunque, facendo riferimento al ‘ruolo pedagogico’ dei contesti, li assumono non solamente come sfondi su cui si realizzano le esperienze dell’uomo, ma anche come luoghi nei quali, coerentemente con il pensiero di Paola Granata, le stesse espe¬rienze hanno la possibilità di attuarsi come fossero delle onde di rimbalzo generate dalla stessa azione. Ciò non rappresenta un fatto in sé recente, ma si rapporta alle molteplici esperienze che, nel corso del Novecento, hanno caratterizzato il connubio disciplinare tra Architettura e Pedagogia.File | Dimensione | Formato | |
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