Come anticipato nel capitolo precedente, la storia del design ambientale trova le sue radici nei saggi di autori latini antichi come Varrone, Columella, Catone e Vitruvio e nella pratica di pianificazione comune dei Romani che fu riscoperta principalmente durante il Rinascimento. Le teorie urbane di Alberti, contenute in “De Re Aedificatoria”, che erano basate principalmente sui principi di Vitruvio, influenzarono l’esperienza progettuale del XV secolo, focalizzando l’attenzione sulle caratteristiche microclimatiche locali. Secondo Benevolo, le colonie europee nei territori americani sono gli esempi di pianificazione urbana più significativi del sedicesimo secolo. Le nuove città impiegavano la griglia urbana, solitamente definita da isolati quadrati. Questo modello fu codificato da Filippo II nel 1573 nel primo atto urbanistico dell’era moderna. La legge includeva alcune raccomandazioni per proteggere la piazza pubblica dai venti dominanti, confermando l’approccio romano che è stato già descritto nel capitolo precedente.

Pionieri

Chiri giovanni;Giovagnorio Ilaria
2018-01-01

Abstract

Come anticipato nel capitolo precedente, la storia del design ambientale trova le sue radici nei saggi di autori latini antichi come Varrone, Columella, Catone e Vitruvio e nella pratica di pianificazione comune dei Romani che fu riscoperta principalmente durante il Rinascimento. Le teorie urbane di Alberti, contenute in “De Re Aedificatoria”, che erano basate principalmente sui principi di Vitruvio, influenzarono l’esperienza progettuale del XV secolo, focalizzando l’attenzione sulle caratteristiche microclimatiche locali. Secondo Benevolo, le colonie europee nei territori americani sono gli esempi di pianificazione urbana più significativi del sedicesimo secolo. Le nuove città impiegavano la griglia urbana, solitamente definita da isolati quadrati. Questo modello fu codificato da Filippo II nel 1573 nel primo atto urbanistico dell’era moderna. La legge includeva alcune raccomandazioni per proteggere la piazza pubblica dai venti dominanti, confermando l’approccio romano che è stato già descritto nel capitolo precedente.
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Utilizza questo identificativo per citare o creare un link a questo documento: https://hdl.handle.net/11584/286837
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