Chi intenda immergersi nello studio dei delicati equilibri che guidano i rapporti inter potestates in età moderna si trova davanti ad un’intricata rete di relazioni intessute su vari livelli, ognuno dei quali potrebbe essere oggetto di autonoma esplorazione. Tra i vari piani nel testo si è privilegiato quello relativo al nesso tra sovranità e cittadinanza, come cornice ideale in cui di volta in volta erano giustificate scelte politiche, formulazioni dogmatiche ed esercizio giurisdizionale: al centro stava la ridefinizione delle condizioni e dei margini d’azione del governo e lo status dei cives, contemporaneamente fideles entro la Chiesa cattolica e cittadini dello Stato. Fa parte dello stesso livello di indagine quello dell’identità che il soggetto-Stato si attribuiva e della forza che rivendicava nei rapporti interni (pensiamo ai corpi istituzionali e alle universitates) ed esterni (cioè internazionali); concretamente questo si manifestava attraverso atti normativi, provvedimenti amministrativi, ma anche trattative e atti internazionali. In tutti i casi si innescarono conflitti che spingevano il corpo politico a ridefinire in concreto gli ambiti soggetti alla propria sovranità e, per converso, i limiti entro i quali dovevano contenersi i protagonisti dello scontro/incontro. Le azioni di ridefinizione dei confini esercitate nei confronti della Chiesa di Roma e del clero locale per imporre la subordinazione all’autorità temporale, aprivano la strada, poi, per ridiscutere la posizione e il ruolo della Chiesa, più che mai posta di fronte al problema di come far coesistere la sua vocazione universale e il suo radicamento in uno spazio territoriale.

Il governo ecclesiastico nella Sardegna sabauda (1720-1761)

DE GIUDICI, GIUSEPPINA
2007-01-01

Abstract

Chi intenda immergersi nello studio dei delicati equilibri che guidano i rapporti inter potestates in età moderna si trova davanti ad un’intricata rete di relazioni intessute su vari livelli, ognuno dei quali potrebbe essere oggetto di autonoma esplorazione. Tra i vari piani nel testo si è privilegiato quello relativo al nesso tra sovranità e cittadinanza, come cornice ideale in cui di volta in volta erano giustificate scelte politiche, formulazioni dogmatiche ed esercizio giurisdizionale: al centro stava la ridefinizione delle condizioni e dei margini d’azione del governo e lo status dei cives, contemporaneamente fideles entro la Chiesa cattolica e cittadini dello Stato. Fa parte dello stesso livello di indagine quello dell’identità che il soggetto-Stato si attribuiva e della forza che rivendicava nei rapporti interni (pensiamo ai corpi istituzionali e alle universitates) ed esterni (cioè internazionali); concretamente questo si manifestava attraverso atti normativi, provvedimenti amministrativi, ma anche trattative e atti internazionali. In tutti i casi si innescarono conflitti che spingevano il corpo politico a ridefinire in concreto gli ambiti soggetti alla propria sovranità e, per converso, i limiti entro i quali dovevano contenersi i protagonisti dello scontro/incontro. Le azioni di ridefinizione dei confini esercitate nei confronti della Chiesa di Roma e del clero locale per imporre la subordinazione all’autorità temporale, aprivano la strada, poi, per ridiscutere la posizione e il ruolo della Chiesa, più che mai posta di fronte al problema di come far coesistere la sua vocazione universale e il suo radicamento in uno spazio territoriale.
2007
88-243-1710-3
Stato e Chiesa; Regno di Sardegna; giurisdizione ecclesiastica
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